Epigrafe
di Emilio Praga
"Nato pel cielo, e tutto in quello assorto,
spirto in esilio sulla nostra mota
spirto creato per fulgere
e morto come un ilota!
Anima invasa da beati inganni,
milite sacro ad una santa guerra
milite già vincente ed a trenteanni
posto sotterra!
Gentile e casto e intemerato ingegno,
amico nostro…se dal Fato assolto,
tu ci potessi dal carcer di legno
sporgere il volto!
Se questa terra diventasse vetro,
e il tuo tramonto diventasse aurora,
forse ameresti tu, povero spetro,
la vita ancora!
Oh l’ameresti ancor! Ti sovveresti
Unicamente degli amici buoni;
dei nostri viaggi pe’ sentieri agresti
delle canzoni: del focolar con cui spesso, col
verno,
si viveva del prossimo in disparte
rimescolando fra di noi l’eterno
tema dell’arte.
Rammenteresti il dì, quando s’andava
Passeggiando e sognando in compagnia!
E in tutto e in tutti il tuo pensier trovava
La poesia.
Riameresti la vita, Ugo, la vita
Che per te fu battaglia e fu vittoria!
Veh!- la tua fronte austera oggi è colpita
Da un po’ di gloria!
Né il triste e dolce cammino interrotto
Rimpiangeresti…e la precoce meta,
se tu leggessi come noi-‘qui sotto
dorme un poeta".
(questa epigrafe, dettata da E. Praga nel settembre del 1871,
si legge sulla
colonnina che gli amici posero sulla tomba di I. U. Tarchetti)
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