Iginio Ugo Tarchetti e la  Scapigliatura

                     sito letterario di Francesca Santucci

 

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Angeli e farfalle

Una vaga fanciulla in un giardino

un bruco avea trovato:

quant'era bello! avea 'l capo azzurrino,

gli occhi di perle e un mantel di broccato;

dentro un calice assiso,

vivea di fior, di rose e di narciso.

 

Da crudel morbo la fanciulla oppressa,

del suo gioir beato

il dolce filo, e di sua vita istessa

sapea che presto esser dovea troncato.

Poveretta! il sapea;

e spesso al bruco il mesto suon dicea:

 

Gentil amico a porgermi un saluto,

allor che avrai mutato

in ali di smeraldo e di velluto

quel tuo verde mantello di broccato,

verrai sulla mia croce

forse udrò dalla tomba la tua voce.

 

Quanto diversa vece e più pietosa

a te natura ha dato!

Tu tornerai su quel cespo di rosa

in farfalla bellissima mutato;

Io di costì partita

riviver potrò d'un'altra vita?

 

Morì la mesta e se ne afflisse il verme;

tre giorni ha lagrimato,

poi si pose per via solo ed inerme

e un'estate e un autunno ha camminato;

finché dal tempo affranto,

giunse vecchio e canuto al campo santo.

 

Ma lo spirto di lei più non vi trova,

che, in un angelo mutato,

era salito a un'esistenza nuova

il bruco ritornò farfalla al prato,

e là si giacque estinto,

...Rinacque dopo un anno in un giacinto.

 

(pubblicata nel 1868 in un giornale di moda)