Nel presente libro vengono
proposti con testo a fronte tre racconti di fantasia
scritti tra il 1829 e il 1830 da una Charlotte Brontë
ancora adolescente.
1)
UN’AVVENTURA
Il paese dei Geni
Si tramanda che alcune migliaia di anni fa dodici
uomini provenienti dalla Gran Bretagna, di dimensioni
gigantesche, insieme con dodici uomini del Gaul si
ritrovassero nel paese dei Geni e che durante la loro
permanenza fossero continuamente in guerra gli uni
contro gli altri; e che, dopo essersi trattenuti molti
anni, ritornassero in Gran Bretagna e nel Gaul. Nelle
zone abitate del paese dei Geni non c’è oggi alcuna
loro traccia sebbene si pensi che in quella terra
selvaggia e arida, il malvagio deserto, siano stati
ritrovati alcuni scheletri enormi. …………….
The Country of the Genii
There is a tradition that some thousands of years
ago twelve men from Britain of a most gigantic size,
and twelve men from Gaul, came over to the country of
the genii, and while they were continually at war with
each other; and, after remaining many years, returned
again to Britain and Gaul. And in the inhabited
(parts) of the genii country there are now no vestiges
of them, though it is said there have been found some
colossal skeletons in that wild, barren land, the evil
desert……………………..
2) LA RICERCA DELLA FELICITA’
( dal cap. II) L’alba del giorno seguente trovò
O’Donell sulla vetta di un’alta montagna che
sovrastava la città. Si era soffermato per dare uno
sguardo d’addio al luogo dove era nato. Tutt’intorno,
a oriente, c’era una luminosità incandescente che,
elevandosi, si confondeva con l’azzurro pallido del
cielo. Lì, proprio oltre il chiarore, rimaneva ancora
visibile la luna con la sua falce argentata. Dopo poco
il sole cominciò a salire, rivolgendosi con gli
splendidi raggi alla natura e illuminando la bella
città, nel mezzo della quale, dall’alto della sua
grandezza, svettava il palazzo dove abitava il potente
Principe, tutto circondato da porte di bronzo e
massicce mura intorno alle quali scorreva il famoso
fiume Gaudima, le cui rive erano limitate da splendidi
edifici e magnifici giardini.
The Dawn of the next morning found O’ Donell on the
summit of a High mountain which overlooked the city.
He had stopped to take a farewell view of the place of
his nativity. All along the eastern horizon there was
a rich glowing light which as it rose gradually melted
into the pale blue of the sky in which just over the
light there was still visible the silver crescent of
the moon. In a short time the sun began to rise in
golden glory casting his splendid radiance over all
the face of nature and illuminating the magnificent
city in the midst of which towering in silent grandeur
there appeared the Palace where dwelt the mighty
Prince of that great and beautiful city all around the
brazen gates and massive walls of which there flowed
the majestic stream of the Guadima whose Banks were
bordered by splendid palaces and magnificent gardens.
3)
LE AVVENTURE DI ERNEST ALEMBERT
(dal
cap. III) Era una mite serata di fine estate, quando
tutti gli elfi giustizieri si riunivano nella valle,
uno di quei luoghi privilegiati che le gelate e le
nevi invernali non sono in grado di privare del loro
perenne manto di verde. Le morbide zolle d’erba
facevano da sedili e l’abbondanza di dolci fiori di
cui essa era ricoperta spargeva tutt’intorno un
profumo inebriante. Il baldacchino di gigli era
sollevato e la tavola scintillante era carica di
calici di cristallo colmi di rugiada simile al
nettare. Il canto di un’allodola che inneggiava ai
vespri nel firmamento nuvoloso era l’unica loro musica
e non appena questi suoni si udirono sulla terra
silenziosa una santa pace si diffuse su tutto. Prima
dell’inizio della festa una fata si levò dirigendosi
verso Alembert, che riposava sul terreno leggermente
appartato. Avvicinandoglisi, gli porse un calice e gli
ingiunse di berne il contenuto. Ernest obbedì ma non
aveva nemmeno finito di farlo che si trovò in preda ad
uno strano torpore che lentamente s’impadronì di tutti
i suoi sensi. ………………….
It was a fair and mild evening in the decline of
summer, when all the elfin courts assembled within a
dell, one of those privileged spots which the pinching
frosts and snows of winter are unable to deprive of
their everlasting green array. The soft velvet turf
served them for seats, and the profusion of sweet
flowers with which it was embroidered shed around a
refreshing perfume. The lily canopy was raised, and
the glittering table was covered with crystal goblets
brimming with nectarous dew. The song of a lark now
hymning his vespers in the cloud-wrapped dome was all
their music, and as its tones fell on the silent earth
they diffused a holy calm on all. Before the festival
began a fairy rose and advanced towards Alembert, who
reposed on the ground a little apart. Approaching him,
he presented him with a goblet, and bade him drink the
contents. Ernest obeyed, and scarcely had he done so
when a strange stupor seized him, which slowly
overpowered all his senses.