nota critica al racconto di
La lezione di anatomia
La morte è un tabù, è il
tabù per eccellenza; si evita di parlarne, infastidisce, del
defunto si preferisce dire "è scomparso", piuttosto che "è morto".
La morte è un tabù e la dissezione del cadavere è un tema forte,
parimenti evitato; nonostante gli abusi cui, soprattutto nella
nostra società, è sottoposto, il corpo continua ad avere, per i
credenti e i non credenti, un'aura di sacralità, un'inviolabilità
che incutono rispetto e timore. Chi manipola un cadavere non lo
racconta volentieri e non si ascolta volentieri il racconto di
chi manipola un
cadavere, ci vuole coraggio a parlarne, troppo violente sono le
emozioni che suscita l'argomento ma, in questo racconto,
Risica è
riuscito a trattare il tema della dissezione con estremo pudore,
evitando la fredda impersonalità del medico ma anche l'esasperato
coinvolgimento emotivo e il compiacimento letterario dell'orrore
narrato, oscillando sempre, comunque, fra il distacco e la
partecipazione, fra l'uomo-medico e l'uomo-scrittore/poeta, anche se
alla fine è quest'ultimo a prevalere; ai macabri particolari ha
alluso, suggerendoli, accennandovi, lasciando intuire al lettore,
mai indugiando nella descrizione dettagliata. Francesca Santucci (febbraio 2002) |