Ritorno per un dolce Natale |
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di Ada Negri
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Disse la madre: Lasciate socchiusa la porta, ch'egli verrà. Fu lasciata socchiusa la porta: egli entra, disceso dall'eternità. Per strade di neve e di fango gli fu guida la stella in cammino nei cieli sol quando rinasce, dentro una stalla, Gesù Bambino. Riaccosta l'uscio in silenzio, appende in silenzio il gancio al mantello (fiori e bruciacchi di schrapnell nella divisa ridotta un brandello: ma ben calca sugli occhi l'elmetto, che la fronte non sia veduta, e siede, al suo posto, nel cerchio della famiglia pallida e muta. -Mamma, perché non ti vedo la veste di raso dal gaio colore? - E' in fondo all'armadio, è in fondo all'armadio: domani la metto, mio dolce amore. - Babbo, perché così curvo, perché tante rughe intorno ai tuoi occhi? - Son vecchio, ormai: vecchio e stanco; ma tutto passa, se tu mi tocchi: - Sorellina dal piede leggero, perché un nastro nero fra i riccioli biondi? - T'inganni, ha il colore del cielo, ha il colore dei mari profondi. Intanto, dalle campane della Messa di Mezzanotte gigli e gigli di pace e d'amore fioriranno nella santa notte. Ed ecco al "Gloria" drizzarsi nell'alta e sottile persona il soldato, togliendo dal capo l'elmetto, piamente, con gesto pacato. Scoperta arderà in mezzo alla fronte l'ampia stimmate sanguinosa: corona di re consacrato, fiamma eterna, divina rosa. Ma sotto il diadema del sangue egli il capo reclinerà come chi nulla ha dato, come chi nulla avrà.
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