Contessa Lara
1849-1896
Tra di noi
I
Una lanterna giapponese accende
d'un vermiglio riverbero i ricami
del grande arazzo, ove un guerrier discende,
tutto d'oro, d'un loto alto fra i rami.
Qui sono i versi suoi dentro uno scrigno
niellato da un mastro fiorentino,
e in una coppa a cui s'avvolge un cigno
ho un suo mazzo di rose a me vicino.
Ma le strofe che han musica d'amore
quale non l'udì mai regina in soglio,
le rose che de' suoi baci hanno odore,
non mi bastano più. Lui solo io voglio...!
II
Lui solo voglio. E pur quand'egli accanto
mi venga, favellandomi di cose
vaghe: d'una canzon che a volte io canto,
del cielo a notte o pur di queste rose,
io, lenta, straziando a poco a poco
il fazzoletto di fiamminga trina,
in vano attenderò che lanci fuoco
quell'anima ritrosa e adamantina.
Sdegna d'abbandonarsi: un delicato
senso, quasi un pudor nuovo il trattiene
dal dir ch'egli ha per me tutto obliato,
dal dirmi ch'ei mi vuol tutto il suo bene.
Evelina Cattermole Mancini, in arte Contessa Lara,
poetessa del tardo Ottocento, nacque probabilmente a
Firenze nel 1849. Alternò poesia e mondanità,
frequentando i salotti più rinomati del tempo e
suscitando scalpore
per l’avventurosa vita, poi conclusasi
tragicamente col suo assassinio, il 30 novembre del 1896, ad opera del pittore
Pierantoni col quale conviveva.
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