Grand-mère
Non ritrovai tue tracce fra le povere cose abbandonate, segni del tuo passaggio: le calze di lana ripiegate, i fazzoletti bianchi e rosa, il profumo preferito, la "Violetta", le camicie con ricamo punto croce, il filo di perle nel cassetto, i cappellini d'altri tempi avvolti in veline delicate, i libri d'Invernizio e di Liala, l'album di famiglia riposto nel fondo d'un baule dove foto ingiallite ti ritraggono neonata con cuffietta, brava bambina, fanciulla dabbene, seria sposa, infine madre appagata e coscienziosa. Non ritrovai tue tracce nemmeno nelle foto più recenti, quelle dove per mano mi tenevi ed io stringevo forte la tua presa, cara grand- mère dai candidi capelli. Così sospirai e andai alla finestra : fu allora che sognai ad occhi aperti. Oltre il ramo del mandorlo fiorito, lì, nel cortile, dove amavi sostare e raccontare, oltre i voli e i canti delle rondini in ritorno, oltre le nuvolette bianche e rosa ed il primo sole tiepido della primavera, mesta mi sorridevi e mi dicevi : -Cara,non mi cercare altrove, io sono già nel fondo del tuo cuore, sono nei tuoi pensieri e nel ricordo di quell'amore che ci siamo date!- Così quella visione mi riscosse, raccolsi tra le mani le delicate perle trasparenti dai miei occhi e in quelle, e solo allora, io ritrovai le tracce della tua presenza.
( poesia pubblicata in "Arte e poesia in Lombardia", Book editore, 1988)
|