Commenti vari
edizioni A.L.I. Penna d'Autore, 2005
Mi fa piacere non
essermi sbagliata, nel percepire in più parti la tua, del resto fortissima
(e importante), presenza. L. Lanza Una raccolta di racconti, ispirata dall’amore dell’autrice per la città natale e dalla nostalgia di persone, luoghi, momenti. Riviviamo con lei le storie del contrabbandiere, del medico di famiglia, della fanciulla pazza d’amore, di preti in lizza, di ragazzi negli anni del liceo e tante altre. Come se un affollatissimo presepe si animasse e diventasse un palcoscenico e la rappresentazione durasse tutto l’anno. E. Bellini Non esagero, carissima, ma, quando ho letto i racconti del tuo "Napoli di ieri", quando mi son reso conto della forza espressiva da te riversata in questi scritti; quando ho preso coscienza, leggendo, delle tue dotti citazioni di poeti classici latini, italiani e dialettali, seminate "cum grano salis" e con proprietà di linguaggio, allora ho vieppiù confermata la mia convinzione che stavo percorrendo con la vista tutto un cammino invidiabile, da te percorso formidabilmente e con somma maestrìa, nella nostra letteratura. ...la tua prosa è anche poesia, perché permeata di una patina di soffusi odori e sapori che raggiungono i sensi del lettore, sì da assumere il carattere principale della poesia: l'universalità
Sto leggendo i racconti, mi piacciono davvero molto!E come sei brava nelle descrizioni della vita di quartiere! Ancora ti dico, vedendo lo stile dei racconti: quanto li avrebbe graditi mio padre, lui scriveva proprio di questi fatti giornalieri accaduti a Napoli agli inizi del secolo su notarelle lasciategli dall'ormai mitico nonno.... M. De Leo .....Bella la "storia" sul Natale napoletano, mi ha portato, con un pò di nostalgia, indietro nel tempo. Angelo mi è venuta na pucundria che non puoi immaginare. Quanti ricordi, oj nè, quanti ricordi. E non solo nel racconto del pranzo di Natale, ma anche in altri, in certi modi di dire, in certe frasi che tu hai inserito e che ci stanno a fagiolo. Ma quello di Natale mi ha colpito più di tutti. Natale è il mio punto debole, un qualcosa che amo e che odio al contempo perché non ritornerà più. Salvatore Il pezzo ("La preghiera di una
vergine") è bellissimo, Francesca, ironico, fatalista, con quel tocco efficace
di"sapore del sud" che riempie ogni cosa. ..il pezzo somiglia molto ( la
scrittura e l'ambientazione, intendo) a Verga o di altri scrittori siciliani.
.. Il primo racconto è bello,
non commento, tanto non c'è necessità. Il secondo, sulla presunta malattia della
donna, il medico non medico, il conoscersi e l'amarsi dopo: prima invece i
pensieri non trovavano unità, nelle tre donne. Splendido pezzo: brava. L'agone è
una perla, un piccolo capolavoro... Il racconto del vecchio
moribondo, il palmo della mano, l'anima protesa nel vento e nella speranza. I tuoi racconti son belli, veramente Francesca. Ho quasi terminato, mancano poche pagine. Ho cercato di respirare le tue pagine, i profumi, quel vuoto sospeso, la solitudine che aleggia, frammista a polvere e sole, nei vicoli, nei panni stesi, nel profumo di salsedine che si spande, sembra rondine in un volo, sospesa tra vita e morte. Bello il pezzo della ragazzina che si addormentava, splendido invece il racconto "Un amore del sud", un racconto delizioso, intriso d'amore vero, sofferto e ben concepito, nella storia e nelle parole. "Un amore del sud" è un pezzo particolare, strano e al tempo stesso maestoso, trasuda d'amore vero, palpitante, duraturo. Le scappatelle del marito son cose misere, son sciocchezze, non hanno bisogno di perdono agli occhi della moglie. L'amore vero è quello da te descritto. Ho amato quel racconto: solo una donna si ama, una sola nella vita e spesso quella donna non è tua, quella donna... l'Eroe poi, il suo fatalismo, l'arrivo a Napoli, le cose che trova, immutate e peggiori, il destino... Antonio Messina
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