Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio, nacque il 14 agosto del 1876 ad Alessandria.
Nonostante gli eventi negativi della sua vita, come la forte depressione della madre, la violenza sessuale subita ( che la costrinse a sposare il suo seduttore, dal quale ebbe un figlio, Walter, che poi abbandonò e non riuscì mai più ad avere in custodia) e il  tentativo di suicidio, coltivò sempre la scrittura e riversò la sua vicenda nel romanzo "Una donna", uno dei primi libri femministi apparsi in Italia.
Stabilitasi a Roma da sola, ricostruì la sua vita, intensificò l'attività letteraria, producendosi sia in poesia che in prosa, e s'impegnò anche in politica.
Morì a Roma il 13 gennaio del 1960.
La poesia di Sibilla Aleramo s' inserisce nella tradizione ottocentesca;  romantica ma non languida, antiletteraria, fortemente autobiografica, giacché attinge  all'angoscia individuale, essenzialmente parla d'amore . 
L'amore fu la ragione della mia esistenza e quella del mondo, così scrisse, e  fondamentale nella sua vita fu l'amore, e tutte le sue storie, con Cardarelli, Campana, Papini, Matacotta, furono  romantiche passioni.
Nelle poesie proposte la rosa è appunto simbolo d'amore, forza propulsiva nell'ardente esistenza del mondo e della vita di  Sibilla Aleramo.

 

Sibilla Aleramo

(1876-1960)

 

Sfoglio le rose

Sfoglio le rose

che m'hanno veduta piangere e sorriderti

e poi ardere bianca,

e metto fra i petali le mie dita

come fra le tue mani,

petali dolci e freschi

che or lancerò nell'aria

cantando sommessa, o amato,

perché tu non ti volga...

La rosa

Eccoci!

Facci posto,

oh sole!

A noi due

e ad una rosa.

Fra il mio seno

e il petto forte che amo

sta una rosa,

sola.

Oh sole,

la rosa vuol morire,

e noi

 vogliam la sua agonia

tutta con nostra gioia

consacrare.

Facci posto!

Ecco,

insieme avvinti,

che la rosa non cada,

guizziamo nudi nella tua zona,

avvinghiati,

e la rosa

non ti sente,

ma noi

da te percorsi

meravigliamo

come una lunga landa

che il tuo raggio

mai prima

conosciuto avesse.

Interi ci percorri,

solo la rosa

non ti sente,

fra il madore del mio seno

e il calore dolce

del petto che amo.

Grande aperta rosea,

si sente morire,

si sfoglia,

ogni foglia

rorida molle

ci bacia,

premuta,

bruciata,

oh sole che ci accogli!

Rose

Costellazione terrestre,

rose,

colme rose silenziose,

più d'ogni bel viso belle,

fragranti più delle onde

nei mattini leni alla marina,

rose,

nell'ora vostra perfetta

mirarvi è smarrirsi in voi,

quale un cielo trapunto di luci serene,

colme rose estatiche,

sensi secreti voi irraggiate,

voi pronte a perire

in beatitudine e sacrificio,

rose,

adorarvi non vale a possedervi,

ardenti vertici vivi!

(da "Selva d'amore")

(La biografia di Sibilla Aleramo è nella sezione "Autrici".)