A Luisa
In un momento d’estasi magnetica
di Mariannina Coffa
(1841 – 1878)
Bella,
che il guardo appunti Oltre
il confin della mortale idea, Che
in un solo desio mostri congiunti Il
cor che piange e il core che si bea, Dell'occhio
onniveggente Raggio
disceso nell'argilla muta, Miracol
novo d'armonia tu sei! D'un’armonia
dolente Che
parla a' mesti e l’anima trasmuta In
un sogno di luce a' sogni miei. Farfalla
innamorata Ch'ergi
le penne oltre le vie del sole Pel
tuo foco medesmo inebrîata, Sibilla
arcana per le tue parole, Se
il mistico pensiero Che
di cielo ti veste opra è del Nume, Anch'io
piango… ti adoro... e grido anch’io: -
Ecco un baleno dell'eterno vero, Ecco
una fiamma dell'etereo lume, Ecco
la creta che sospira a un Dio! - Se
l'anima potesse Varcar
la meta che le diè natura, E
gir soletta a quelle plaghe istesse Da
cui ne venne immacolata e pura, Per
gli occhi onde riveli Fiamma
cotanta io la vedrei rapita Peregrinante
a le commosse sfere, E
direbbe al pietoso astro de' cieli: Deh,
riprendi i miei sogni e la mia vita, Ma
non torni alla terra il mio pensiere!- No,
non fuggir... consenti Che
teco io sugga l'armonie passate, E
l'ebrezza dell'alma e i voli ardenti Che
mi fero in un gaudio amante e vate. Lascia
ch’io beva il riso Di
tue movenze allor che ti favella Lo
spirito accenso per virtu del core: Lascia
ch'io m'erga al sospirato eliso, Ch'io
voli in grembo a la perduta stella, E gridi al mondo: - L’anima non more! –
Psiche Datemi l'arpa: un'armonia
novella Trema sul labbro mio... Vivo! Dal mio dolor sorgo più
bella: Canto l'amore e Dio! Psiche è il mio nome: in
questo nome è chiusa La storia del creato. Dell'avvenir l’immago è in
me confusa Coi sogni del passato. Psiche è il mio nome: ho l'ale
e son fanciulla, Madre ad un tempo e vergine
son io. Patria e gioie non ho, non
ebbi culla, Credo all'amore e a Dio! Psiche, chi mi comprende? Il
mio sembiante Solo ai profani ascondo; E nei misteri del mio spirto
amante Vive racchiuso un mondo. Nei più splendidi cieli e più
secreti Sorvolo col desio: Nata ad amar, sul labbro dei
Profeti Cantai l'amore e Dio. Psiche è il mio nome: un
volgo maledetto Pei miracoli miei fu mosso a
sdegno, E menzognera e stolta anco m'han
detto, Mentre sui mondi io regno! Eppur le voci d'una turba
ignara Fra i miei concenti oblìo: Nello sprezzo dei tristi io
m'ergo un'ara E amor contemplo e Dio. Psiche! Ogni nato colle
ardenti cure Di madre io circondai, E il supplizio dei roghi e le
torture, Figlia del ciel, provai. Nell'infanzia dei tempi, il
gran mistero D'ogni legge fu servo al genio
mio: Di Platone e di Socrate al
pensiero Svelai l’amore e Dio! L'arte, le scienze, le
scoperte, i lenti Progressi dell’idea, chi
all'uomo offria? Io sui ciechi m'alzai, fra
oppresse genti Schiusi
al pensier la via. Psiche è il mio nome... il
raggio della fede Rischiara il nome mio: E, Umanità, chi al nome mio
non crede Rinnega amore e Dio! Ogni lingua, ogni affetto,
ogni credenza Col mio potere sublimar
tentai: Serbando illesa la divina
essenza, Forma, idioma ed essere mutai. Or vittoriosa, or vinta, or
mito, or nume, Or sobbietto di scherno, or di
desio, Col variar di lingua e di
costume, Svelai l'amore e Dio! Pria che fosse la terra, io le
nascose Fonti del ver mirai: Vissi immortale fra le morte
cose, Me nel creato amai. Eppur la terra non comprese
ancora Le mie leggi, il mio nome, il
senso mio: Conosce il mio poter... sol
perché ignora Che Psiche è amore e Dio! Dio, Psiche, Amor! si vela in
tal concetto Il ver, la forza, l'armonia,
la vita: Son tre mistiche fiamme e un
intelletto Che un nuovo regno addita. O Umanità! La scola del
passato Copri d'eterno oblìo,... Quel Bene che finora hai
vagheggiato È Pische, è Amor, è Dio! (Poesie tratte dal libro "Sibilla arcana", di Marinella Fiume)
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