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IL SOLE E LA LUNA (Da una fiaba di Francesca Santucci)
Testo: Francesca Landolfi (in arte Francesca Santucci) Musica Alessandro Luvarà /Giuseppe Barillà
C’era una volta e c'è ancora, una bellissima fanciulla di nome Luna; dai lunghi capelli del colore d'argento, gli occhi viola e labbra d'un bel rosa pallido.
Luna viveva da sola nel cielo e per questo era spesso triste. Aveva delle sorelle, le Stelle, ma abitavano tutte lontano, distanti le une dalle altre.
Un giorno che Luna era più triste che mai, e i suoi occhi versavano, tante piccole lacrime, simili a gemme scintillanti, le stelle si riunirono, per confortarla, con un bel racconto.
La sorella maggiore, che più delle altre splendeva ed illuminava le notti buie, si ricordò del Sole, e cominciò a raccontare ...
Una volta, mentre come sempre la notte, cedeva il passo al giorno, e s’affrettava a rientrare, con le altre sorelle, aveva visto risvegliarsi nel cielo, un giovane dai lunghi riccioli d'oro e occhi colore del grano maturo.
Era meraviglioso il suo sguardo, così luminoso che non aveva potuto sostenerlo oltre e per non restarne accecata, era scappata .. Ma non aveva mai visto, un giovane più bello del Sole.
Luna divenne triste; il racconto del bellissimo giovane che si risvegliava nel cielo l'aveva affascinata e incuriosita e cominciò a pensare a lui,
Luna si era innamorata del Sole, senza conoscerlo, ed ogni notte nel cielo vagava, fantasticava e sospirava ...
La fanciulla confidò la sua pena, la scongiurò di aiutarla a cercare, la casa del Sole, dove poterlo incontrare ed ammirare, la Stella sorrise, rivelò di conoscere quel punto in cui, per un istante brevissimo, il giorno e la notte s'incontrano, fin quasi a confondersi, ma era un luogo irraggiungibile, per tutte le Stelle, compresa la Luna.
Un punto cosi lontano che, nel momento in cui si giungeva, diventava giorno e le creature della notte, non possono sostenere la luce, il calore del Sole, può scioglierle.
Luna chiese alla stella d'accompagnarla ugualmente: voleva vedere il Sole, anche se solo per una volta.
Fu mattino e il Sole si risvegliò in un cielo più azzurro che mai, solcato da lievi bagliori del colore dell'oro e della rosa.
Luna lo vide e Sole vide lei: pensò che non aveva mai visto una fanciulla dagli occhi viola e i capelli colore d'argento, e cominciò a fissarla, avvinto, rapito, ammaliato ... Se ne innamorò all'istante ... ma la fanciulla impallidì, la sorella la scongiurava, di correre via, ma Luna, pur sentendosi mancare, continuava a sostenere lo sguardo dell'innamorato.
Il Sole cominciò a comprendere che per amor suo lei moriva, le sussurrò parole d'amore eterno e la esortò ad indietreggiare,
Luna non desisteva, preferiva morire, per il calore d'un momento piuttosto che tornare da sola alle sue notti fredde.
La Stella le ricordò che quell'amore era impossibile perché è stabilito dalla notte dei tempi, l'armonico avvicendamento, per consentire lo sviluppo naturale della vita ed ha bisogno dell'ombra e della luce, e che se lei si fosse lasciata morire, le notti sarebbero state per sempre buie e più nessuno avrebbe illuminato il cammino delle creature notturne.
Luna esitò ancora un istante poi si riscosse: raccolse le poche forze rimastele, lanciò un lunghissimo bacio al Sole e s'allontanò.
E Luna ritornò al suo posto nel cielo, e ogni notte piange e sospira pensando al destino infelice: amare ed essere amata senza poter mai congiungersi al suo innamorato.
Pianoforte, tastiere e programmazione Computer: Alessandro Luvarà Chitarre acustiche: Giancarlo Mazzù
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