Dal  nuovo  cd di Pino Barillà:

Il Sole e la Luna

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Clic per ascoltare un estratto della canzone

 

IL SOLE E LA LUNA

(Da una fiaba di Francesca Santucci)

 

Testo: Francesca Landolfi (in arte Francesca Santucci)

Musica  Alessandro Luvarà /Giuseppe Barillà

 

C’era una volta e c'è ancora,

una bellissima fanciulla di nome Luna;

dai lunghi capelli del colore d'argento,

gli occhi viola

e labbra d'un bel  rosa pallido.

 

 

Luna viveva da sola nel cielo

e per questo era spesso triste.

Aveva delle sorelle, le Stelle,

ma abitavano tutte lontano,

distanti le une dalle altre.

 

Un giorno che Luna era più triste che mai,

e i suoi occhi versavano, tante piccole lacrime,

simili a gemme scintillanti,

le stelle si riunirono, per confortarla,

con un  bel racconto.

 

La sorella maggiore,

che più delle altre splendeva

ed illuminava le notti buie,

 si ricordò del Sole,

e cominciò a raccontare ...

 

Una volta, mentre come sempre la notte,

cedeva  il passo al giorno,

e s’affrettava a rientrare,

con le altre sorelle,

aveva visto risvegliarsi nel cielo,

un giovane dai lunghi riccioli d'oro

e occhi colore del grano maturo.

 

Era meraviglioso il suo sguardo,

così luminoso

che non aveva potuto sostenerlo oltre

e per non restarne accecata,

era scappata ..

Ma non aveva mai visto,

un giovane più bello del Sole.

 

Luna divenne triste;

il racconto del bellissimo giovane

che si risvegliava nel cielo

l'aveva affascinata e incuriosita

e cominciò a pensare a lui,

 

 

Luna si era innamorata del Sole,

senza conoscerlo,

ed ogni notte nel cielo vagava,

fantasticava e sospirava ...

 

La fanciulla confidò la sua pena,

la scongiurò di aiutarla a cercare,

la casa del Sole,

dove poterlo incontrare ed ammirare,

la Stella sorrise,

rivelò di conoscere quel punto in cui,

per un istante brevissimo,

il giorno e la notte s'incontrano,

fin quasi a confondersi,

ma era un luogo irraggiungibile,

per tutte le Stelle,

compresa la Luna.

 

Un punto cosi lontano che,

nel momento in cui si giungeva,

diventava giorno e le creature della notte,

non possono sostenere la luce,

il calore del Sole, può scioglierle.

 

Luna chiese alla stella

d'accompagnarla ugualmente:

voleva vedere il Sole,

anche se solo per una volta.

 

Fu mattino e il Sole si risvegliò

in un cielo più azzurro che mai,

solcato da lievi bagliori del colore

dell'oro e della rosa.

 

Luna lo vide e Sole vide lei:

pensò che non aveva mai visto

una fanciulla dagli occhi viola

e i capelli colore d'argento,

e cominciò a fissarla, avvinto,

rapito, ammaliato ...

Se ne innamorò all'istante ...

ma la fanciulla impallidì,

la sorella la scongiurava,

di correre via,

ma Luna,

pur sentendosi mancare,

continuava a sostenere

lo sguardo dell'innamorato.

 

Il Sole cominciò a comprendere

che per amor suo lei moriva,

le sussurrò parole d'amore eterno

e la esortò ad indietreggiare,

 

Luna non desisteva, preferiva morire,

per il calore d'un momento

piuttosto che tornare da sola

alle sue notti fredde.

 

La Stella le ricordò che quell'amore

era impossibile

perché è stabilito dalla notte dei tempi,

l'armonico avvicendamento,

per consentire lo sviluppo naturale della vita

ed ha bisogno dell'ombra e della luce,

e che se lei

si fosse lasciata morire,

le notti sarebbero state

per sempre buie

e più nessuno avrebbe illuminato

il cammino

delle creature notturne.

 

Luna esitò ancora un istante

poi si riscosse:

raccolse le poche forze rimastele,

lanciò un lunghissimo bacio al Sole

e s'allontanò.

 

E Luna ritornò al suo posto nel cielo,

e ogni notte piange e sospira

pensando al destino infelice:

amare ed essere amata

senza poter mai congiungersi al suo innamorato.

 

Pianoforte, tastiere e programmazione

Computer: Alessandro Luvarà

Chitarre acustiche: Giancarlo Mazzù


 

 

Sin da bambina ho subito il fascino delle storie d’amore impossibili, dolorose, devastanti, irrealizzabili, quelle che vivono nel sogno ma si scontrano con la  realtà e sono costrette o a piegarvisi, rinunciando al sogno e vivendo di rimpianto e nostalgia, oppure rifiutando di assoggettarvisi, cercando scampo in soluzioni estreme, violente. E, così, il mio immaginario si è nutrito delle grandi storie struggenti ed “eroiche”, quelle elaborate nei secoli dalle fantasie dei maggiori poeti e scrittori, ma anche di quelle realmente accadute. E mi sono commossa ai destini di amore, passione, follia e morte (interiore e fisica) degli amanti infelici e disperati, Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra, Abelardo ed Eloisa,Giulietta e Romeo, Paolo e Francesca, Cathy e Heatcliff, Fosca e Giorgio, Rodolfo d’Asburgo  e Mary Vetsera, perciò, quando ho scritto la fiaba “La favola del Sole e della Luna”,  è a questi tristi casi che mi sono ispirata, idealmente dedicandola agli amori impossibili, che, forse, sono quelli più belli, anche se quelli più laceranti, perché, idealizzati, liberi dagli affanni del quotidiano, maggiormente si nutrono di poesia, muovendosi in atmosfere quasi oniriche e, nella consapevolezza che non potranno avere sbocchi nella realtà, in passione e languore,  più intensamente sono “sentiti”.
Ringrazio qui Pino Barillà, cantautore e musicista da sempre impegnato nel sociale, ma che felicemente asseconda la sua vena intimista, per aver dato, nel suo ultimo cd intitolato “Il sole e la luna”,  voce e suono al mio immaginario, musicando ed interpretando, con rara dolcezza, la mia triste fiaba.

 

Francesca  Santucci

 Clic sull'immagine per  leggere la fiaba:

 

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