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La
favola del Sole e della Luna
di Francesca Santucci
Vi fu un tempo in cui strani eventi si
verificarono nel firmamento, sconosciuti alle creature della terra, ed
inspiegabili. Il sole si era ritirato a languire nel suo
castello dorato ordinando di serrare bene le imposte, la luna, rinchiusa
in una cupa tristezza, si era
eclissata nel buio più profondo, con i begli occhi violetti velati di lacrime ed il volto
ricoperto d’un velo nero. Intanto, fra cielo e terra, accadevano strane
cose; mancando l’avvicendamento tra il sole e la luna, non era mai
giorno e non era mai notte, l’aria era d’un tono indefinito tra il
grigio e il paglierino, non era calda e non era fredda, non era tiepida e
non era fresca, nuovi fiori più non sbocciavano e i fiori sbocciati subito
morivano, le prede più non trovavano un luogo oscuro per sfuggire ai
carnefici, i predatori notturni non potevano cacciare, il mare era sempre
fermo ed immobile perché cessando la luna mancavano le maree, sicché più
non si produceva il normale avvicendarsi delle onde e l’acqua ristagnava
e maleodorava. Anche le stelle tacevano partecipi, ed il loro
fioco brillio non bastava ad illuminare le notti ormai eternamente
buie….Ma cos’era accaduto?
***
C’era
una volta, ed in verità c’è ancora, una bellissima fanciulla di nome
Luna, dai lunghi capelli del colore dell’argento, gli occhi viola,
l’incarnato chiaro e le labbra d’un bel rosa pallido.
Luna viveva da sola nel cielo e per questo era spesso triste. Aveva delle
sorelle, le Stelle, ma abitavano tutte troppo lontano e distanti le
une dalle altre.
Un giorno che Luna era più triste che mai, e i suoi occhi versavano tante
piccole lacrime simili e gemme scintillanti, le sorelle decisero di
riunirsi per una volta intorno a lei e di confortarla con un bel racconto.
Ma cosa raccontarle? Pensa e ripensa le Stelle sorelle decisero di
narrarle non una fiaba ma una storia vera, qualcosa che le avesse molto
colpite nel lungo peregrinare nel vasto cielo.
Allora la sorella maggiore, quella che più delle altre splendeva ed
illuminava le notti buie dei naviganti, si ricordò del Sole, intravisto
nel cielo azzurro un mattino che aveva tardato a rincasare, e cominciò a
raccontare…
Una volta, mentre come sempre la notte cedeva il passo al giorno, e
s’affrettava a rientrare con le altre sorelle, aveva visto risvegliarsi
nel cielo un giovane dai lunghi riccioli d’oro e gli occhi del colore
del grano maturo subito prima della mietitura.
Era meraviglioso, però il suo sguardo era così luminoso che non aveva
potuto sostenerlo oltre e, per non restarne accecata, era scappata ma,
disse la Stella alla Luna, poteva assicurarle di non aver mai visto un
giovane più bello, il cui nome era: Sole.
Finito il racconto tutte le Stelle si congedarono dalla fanciulla e, dopo
averle promesso di ritornare al più presto, ognuna scappò in un punto
lontanissimo del cielo.
Luna ridiventò triste; il racconto
del bellissimo giovane che si risvegliava nel cielo l’aveva affascinata
e incuriosita e, da quel momento, cominciò a pensare spesso a lui.
L’esistenza di qualcuno che di giorno la sostituiva, e che era il suo
esatto opposto, la tormentava e le procurava una strana sensazione al
cuore, come un senso di vuoto, o una morsa che stringesse, stringesse,
fino a dolere…
Luna si era innamorata del Sole senza conoscerlo, ed ogni notte nel cielo
vagava, fantasticava e sospirava, finché, finalmente, la sorella maggiore udì il suo pianto sconsolato e
le si avvicinò per saperne il motivo.
Allora la fanciulla confidò la sua pena e la scongiurò di aiutarla a
cercare la casa del Sole o almeno quel punto infinitamente piccolo del
firmamento dove, seppur per una frazione d’istante, poterlo incontrare
ed ammirare.
La Stella sorrise benevola e le rivelò di conoscere quel punto in cui,
per un istante brevissimo, il giorno e la notte s’incontrano fin quasi a
confondersi, ma aggiunse che si trattava d’un luogo irraggiungibile per
tutte le Stelle, compresa la Luna. Quel punto era così lontano che, nel
momento in cui vi si giungeva, diventava giorno e le creature della notte
non possono sostenere la luce, hanno bisogno del buio per vivere, e il
calore del Sole può scioglierle. Luna ascoltò
mestamente, ma chiese alla sorella d’accompagnarla ugualmente: voleva
vedere il Sole, pure se solo per una volta.
Di fronte alle insistenze accorate la Stella cedette, ed insieme intrapresero il
cammino, però la strada da percorrere era tanta e, nonostante
affrettassero il passo, vi giunsero che era quasi l’alba.
La Stella pregò la fanciulla di desistere da quella follia e di tornare
indietro, ma lei scosse i lunghi capelli e, coi begli occhi velati di
lacrime, insistette: voleva vederlo, almeno una volta…
Improvvisamente fu mattino e il bellissimo Sole si risvegliò in un cielo
più azzurro che mai, solcato da lievi bagliori del colore dell’oro e
della rosa, e quasi abbagliò le due sorelle. Luna lo vide e Sole vide
lei: pensò che non aveva mai visto una fanciulla dagli occhi viola e i
capelli del colore dell’argento, e se ne innamorò all'istante. E
cominciò a
fissarla, a fissarla, avvinto, rapito, ammaliato …ma la fanciulla non poteva sostenere il suo sguardo
luminoso e impallidì.
La sorella la scongiurava di correre via, d’allontanarsi, di scappare,
ma Luna, pur sentendosi mancare, continuava a sostenere lo sguardo
dell’innamorato. Quando anche il Sole cominciò a comprendere che per
amor suo lei moriva, le sussurrò parole d’amore eterno e la esortò ad
indietreggiare. Luna, però, ancora non desisteva, preferiva morire per il
calore d’un momento piuttosto che tornare al gelo infinito delle sue
notti fredde.
Allora la Stella le ricordò che quell’amore era impossibile
perché nato tra opposti, destinati a governare lo stesso
regno ma non insieme,
essendo stato stabilito nella notte dei tempi l’armonico avvicendamento
per consentire lo sviluppo naturale della vita, che ha bisogno sia
dell’ombra che della luce, e che, se
si fosse lasciata morire, le notti sarebbero state per sempre buie e più
nessuno avrebbe illuminato il cammino delle creature notturne che vivono alla timida luce lunare.
Luna esitò ancora un istante poi, finalmente, si riscosse: raccolse le
poche forze che le restavano, lanciò un bacio lunghissimo al suo Sole e
s’allontanò, sostenuta dalla cara sorella che, pur di non abbandonarla,
aveva rischiato la sua stessa vita.
E così Luna ritornò al suo posto nel cielo ma, da allora, ogni notte piange
e sospira pensando al suo infelice destino: amare ed essere amata ma non
poter mai congiungersi al suo innamorato.
dal
libro:
Prezzo: 7,00 euro
Pagine: 40
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