Uomo
del mio tempo
Sei ancora
quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali
maligne, le meridiane di morte, - t' ho
visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda,
tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
Le loro tombe affondano nella cenere,
e gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Salvatore
Quasimodo
***
Inquietante è l’affermazione
iniziale del poeta: l’uomo è ancora simile al suo antenato
che usava la pietra e la fionda per affermarsi; ma l’uomo è
ancora simile al suo antenato che ricorreva alla violenza per
imporsi? L’argomento è scottante,
delirante, purtroppo sempre orrendamente attuale: la guerra e
la pace, il brutale istinto aggressivo dell’uomo e il suo
esatto contrario, la volontà di non offendere l’altro, sia
a noi vicino, sia geograficamente distante. L’11 settembre ha mostrato,
e, nel caso in cui ce ne fosse stato ancora bisogno, ha
insegnato a tutto il mondo che la guerra non è lontana da
noi, non è circoscritta, non è estranea solo perché viene
combattuta altrove; la sua brutalità, nel caso specifico,
come un’onda anomala ha compiuto il percorso contrario,
andando a colpire chi aveva il solo torto di appartenere al
popolo più guerrafondaio del mondo. Sfilano ancora con intatto
orrore davanti ai nostri occhi le tragiche immagini di quel
giorno, di fronte alle quali più non bastano le parole, ci si
può solo raccogliere in un doloroso silenzio dal quale,
però, attingere forza per gridare ancora una volta la propria
ferma opposizione alla guerra, a tutte le guerre, che non sono
altro che omicidi di massa legalizzati dagli stati e da noi
avallati, e che non fanno che ingenerare esplosive reazioni a
catena, come quella dell’11 settembre. No, le guerre non sono mai
giuste, non sono mai utili e non risolveranno mai i conflitti,
potranno solo momentaneamente acquietarli, ma quelli poi
risorgeranno ed esploderanno ovunque come schegge impazzite;
per risolvere i problemi, per evitare i conflitti, per non
produrre catastrofi, per l’armonico e pacifico sviluppo di
tutti i paesi, occorrono dialogo, comprensione, compassione,
tolleranza, volontà di pace. Ben sappiamo che le guerre
poggiano sempre sugli interessi economici dei grandi, ma se
dal basso forte e decisa verrà l’opposizione, se tante
piccole voci si faranno sentire con insistenza, diventeranno
un’unica grande forte voce che non potrà essere ignorata. Esiste una sola inconfutabile
verità, che la guerra genera solo altra guerra e che reca in
sé il germe di una catastrofe immane; ben l’hanno compreso
i più illustri ingegni di ogni secolo e di ogni nazione! Sono qui riproposte alcune
delle citazioni più significative di uomini e donne di ogni
campo della cultura e dell’arte, sulle quali riflettere e
meditare, perché sono validi insegnamenti che mai dovremmo
dimenticare.
***
Non conosco infanticidio
peggiore della guerra: la guerra è un infanticidio in massa,
rinviato di vent’anni.
Oriana Fallaci, Lettera a un
bambino mai nato
***
Possibile che non si possa
vivere senza far male agli innocenti?
Grazia Deledda, La chiesa
della solitudine
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Gli uomini che muoiono sono i
figli, gli amanti, i mariti. Una donna può solo perdere in
guerra, mai vincere. E a lei la guerra non dà nessun brivido
di emozione.
Danielle Steel, Messaggio dal
Vietnam
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Tutti i vizi di tutte le età
e di tutti i paesi del globo riuniti assieme non eguaglieranno
mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra.
Voltaire, Dizionario
filosofico
***
Non esistono problemi che non
possano essere risolti attorno ad un tavolo, purché ci sia
volontà buona e fiducia reciproca; o anche paura reciproca.
Primo Levi, I sommersi e i
salvati
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Balla balla gioventù
Balla balla per la Pace
Balla balla con lei
Senza scordarla mai.
E’ così bella così fragile
E sempre minacciata
E sempre viva e sempre
condannata.
Jacques Prévert, La pioggia e
il bel tempo
E’ pazzesco quel che l’uomo
può inventare
Per distruggere l’uomo
E poiché tutto questo avviene
normalmente
L’uomo si crede vivo ed è
già quasi morto.
E già da molto tempo
Va avanti e indietro in un
triste scenario.
Jacques Prévert, Parole
***
La scienza aumenta il nostro
potere di fare il bene e il male, e perciò accresce la
necessità di frenare gli impulsi distruttivi. Se un mondo
scientifico deve sopravvivere, è necessario che gli uomini
diventino più mansueti che non siano stati finora.
Bertrand Russell, Panorama
scientifico
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In realtà, cultura e civiltà
sono soltanto uno strato sottilissimo, sotto il quale,
immutata, è in agguato la bestia che è in noi. Il fatto che
possediamo cervelli dai quali è scaturita la teoria dell’equivalenza
fra massa ed energia non ci protegge in alcun modo dall’applicarla
per annientare noi stessi in una guerra atomica. L’intelletto
non ci rende soltanto più razionali, ci rende anche,
purtroppo, più pericolosi.
Simon Wiesenthal, Giustizia,
non vendetta
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Forse traverso una catastrofe
inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute.
Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come
tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo,
inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale
gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali
innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come
tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato,
ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della
terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il
massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e
la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli
priva di parassiti e di malattie.
Italo Svevo, La coscienza di
Zeno
Francesca
Santucci
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