Da Palazzo Madama al Valentino
ardono l’Alpi tra le nubi accese.
E’ questa l’ora antica torinese,
è questa l’ora vera di Torino.
(Guido Gozzano)
Dall’antico sito dei Taurisci o Taurini alla colonizzazione romana,
dalle vicende medievali al regno, Torino, pur essendo città moderna, è
costellata di testimonianze artistiche e architettoniche, castelli,
palazzi, musei, di pregevole valore, che esaltano il suo fascino antico
e che non possono non incantare il visitatore.
Nello splendido parco del Valentino di Torino sorge il celebre castello.
L’edificio fu iniziato nel XVI secolo e poi ristrutturato verso la metà
del secolo XVII, per ordine della duchessa Maria Cristina di Francia,
nello stile dei castelli francesi dell’epoca. All’estremità
meridionale del parco, realizzato a metà dell’Ottocento e
comprendente l’interessante orto botanico risalente al 1729, sorgono
il Borgo e il Castello medievale, un complesso di edifici e costruzioni
creati per l’Esposizione generale italiana del 1884 e rappresentanti
in un quadro vario e fedele un riassunto storico della vita e
dell’arte, specialmente architettonica, del Piemonte nel Quattrocento.
Tra i sontuosi edifici di cui è ricca la città, domina lo storico e
grandioso Palazzo Reale, residenza ufficiale dei Savoia fino al 1865,
fatto edificare per ordine di Re Carlo Emanuele II, nel 1658, su disegni
del Conte Amedeo di Castellamonte, in seguito ingrandito e abbellito per
volontà di Vittorio Amedeo II e di Carlo Emanuele III. Lo scalone, le
ampie sale e le gallerie sono ricchi di opere d’arte di pregiate
collezioni; ai piedi della sfarzosa scalinata, si trova il monumento
equestre di Vittorio Amedeo I. Degni di particolare rilievo sono la sala
del trono, tra le più sfarzose del palazzo, la sala delle Udienze,
l’appartamento della regina, le stanze degli Appartamenti Reali,
famose per i soffitti affrescati, i quadri e gli arazzi, la sala delle
guardie del corpo e la stanza delle miniature. Nei pressi del Palazzo si
stende il vasto parco reale che comprende, tra l’altro, nel mezzo di
un ampio bacino, il gruppo in marmo dei Tritoni e delle Nereidi. Sulla
destra della reggia dei Savoia si trova l’Armeria reale, che ospita
una collezione di armi e armature prevalentemente dei secoli XVI- XIX,
tra le più ricche d’Europa.
Altro palazzo storico, antico castello della città, è Palazzo Madama,
un grandioso edificio che ricorda tre epoche: la romana, la medievale,
la moderna. Nel punto in cui è ora situato, anticamente sorgeva la
Porta Decumana di Augusta Taurinorum, della quale si conservano,
incorporate nelle costruzioni posteriori, le due torri. Questa fu
trasformata nel XIII secolo in una casaforte da Guglielmo VII marchese
di Monferrato e al principio del ‘400 in un castello dei Savoia-
Acacia. Residenza delle due dame reali Cristina e Giovanna Battista, da
cui il nome, fu restaurato nella metà del ‘600 e poi nel 1718 ebbe
l’attuale facciata barocca disegnata dallo Juvarra e lo scalone a due
rampe. Dal 1934 ospita il Museo Civico d’Arte Antica, che contiene
sculture lignee della Val d’Aosta del periodo compreso tra il XII e il
XIV secolo, libri miniati, collezioni di ceramiche, smalti, vetri
soffiati, dipinti stupendi come il Ritratto di ignoto di Antonello da
Messina e le celebri pagine del libro Tres Belles Heures del duca di
Berry, miniate nel XIV-XV secolo dai van Eyck e dalla loro scuola.
Il Palazzo Carignano, con grandiosa facciata , creazione del Guarini,
tra le più originali del barocco piemontese, in cotto, con una facciata
del palazzo di più recente ideazione, è in stile del Rinascimento
francese, con tre ordini sovrapposti di colonne ed un cornicione ornato
da statue; fu sede del Parlamento Subalpino e della Camera dei Deputati,
ed è qui che fu proclamato il Regno d’Italia nel 1861. Dal 1935
ospita il Museo Nazionale del Risorgimento uscendo dal quale verrebbe
quasi naturale dirigersi al ristorante del Cambio dove per quindici anni
consumò i suoi pasti Cavour; ancora oggi c’è un tavolo riservato a
suo nome.
Nel centro della città sorge il Mastio dell’antica cittadella di
Torino, costruito nel 1565. E’ tozzo e robusto ed è la sola parte
rimanente dell’antica fortificazione. Per lungo tempo fu adibito a
prigione di Stato, ora è la sede del Museo Nazionale di Artiglieria,
interessante per la conoscenza della storia delle armi da fuoco dalle
origini ai giorni nostri.
Davanti al Mastio sorge il monumento a Pietro Micca, il giovane soldato
minatore che perse la vita nel 1706 facendo brillare una mina nel
tentativo di respingere l’incursione francese. Nel 1958
sorprendentemente si è potuto stabilire l’esatto punto
dell’esplosione e della morte di Micca, un tratto di galleria, la
Mezzaluna del Soccorso, oggi visitabile.
E non si può mancare di visitare la Cappella della Sacra Sindone, altro
capolavoro del Guarini, rivestita di marmi neri e sormontata da una
grandiosa cupola conica.
La Sacra Sindone è documentata in Occidente fin dal XIV secolo e nel
1453 divenne proprietà dei Savoia che la conservarono a Chambéry. Dopo
il trasferimento della capitale del ducato a Torino, anche la Sindone,
nel 1578, venne trasferita, trovando posto, un secolo più tardi, nella
sontuosa cappella del Guarini. Miracolosamente scampata all’incendio
dell’aprile del 1997,custodita in una teca d’argento nel ricco
altare dei Bertola, la reliquia, il lenzuolo che, secondo la tradizione,
pare, avvolgesse il corpo di Cristo nel Santo Sepolcro, che sicuramente
ha avvolto il corpo di un uomo sottoposto a crocifissione, come hanno
appurato le ultime analisi, è esposta al pubblico solo in rarissime
circostanze.