Sexum Superando
La storia di Isabella Morra
Il film su Isabella Morra è parte di un ambizioso e più ampio progetto che nasce
dall’esigenza di
raccogliere, per la prima volta in un’unica opera, le biografie, le visioni, il
pensiero delle donne della
Storia Italiana con l’idea che, attraverso di esse, sia possibile rileggere e
comprendere ciò che la
storia, narrata fino al ventesimo secolo dai soli uomini, non sempre ha
raccontato.
Enciclopedia Multimediale del Pensiero femminile attraverso la Storia, l’Arte,
la Musica,
la Poesia, la Letteratura, la Filosofia, la Politica.
I DVD che comporranno l’opera racconteranno documenti storici, contributi
filmati e testimonianze
critiche, il pensiero femminile attraverso la letteratura, l’arte, la storia, la
musica, la filosofia, la
politica.
Dopo il primo episodio Le Dame di casa d’Este, le successive docu-fiction
riguarderanno Isabella
Morra, Matilde di Canossa, Artemisia Gentileschi, Eleonora d’Arborea e tante
altre protagoniste
femminili scelte in virtù del loro peculiare modo di rappresentare il femminile
nel loro contesto
storico e sociale.
Perché Isabella Morra?
Nei primi del ‘900 Benedetto Croce si è recato in Basilicata per indagare
personalmente sulla vita di
Isabella Morra, incuriosito dalla particolarità delle sue poesie.
E’ dalle sue ricerche che abbiamo deciso di prendere spunto per raccontare la
storia di Isabella, che
muore dopo aver vissuto in un’epoca che considerava la donna intellettualmente
inferiore all’uomo,
e in un paese dove, come avrebbe scritto Carlo Levi, nessuna donna poteva
frequentare un uomo se
non in presenza di altri.
Ad Isabella è stato negato il conforto di una famiglia che l’amasse e ci ha
lasciato una storia che
è uno spaccato del suo tempo e della sua terra, e una poesia che, per dirla con
Croce,
contiene quell’immediatezza passionale e quell’abbandono al sentimento che sono
la virtù
della migliore poesia femminile.
Isabella è la dolente figura di una poetessa che rappresenta tutte le donne
schiave e vittime di
una realtà ostile, che impedisce la libera espressione di vita e di sentimenti.
Le vicende femminili come quelle umane si ripetono nei corsi e nei ricorsi
storici: il
ricordo e la rappresentazione della vita della nostre protagoniste può essere
spunto di
riflessione per gli uomini e le donne del nostro tempo.
Loups Garoux Produzioni S.r.l. • Tel. 06 45426366 Fax 06 68136089 • E-mail:
loupsgaroux@fastwebnet.it
La singolarità dell’Enciclopedia Multimediale al Femminile non si esaurisce
nell’essere
il primo tentativo di unificare e raccogliere il pensiero e la vita delle donne,
che sono
state protagoniste dei diversi momenti della nostra Storia, ma si potenzia e si
concretizza
nell’idea di realizzare un’opera fruibile a diversi livelli e capace di divenire
autentico e
corretto strumento di diffusione del patrimonio culturale italiano anche, e
soprattutto,
all’Estero.
Il fascino che la nostra storia ha esercitato ed esercita sull’immaginario
dell’umanità
intera trova nuova occasione di perpetuarsi attraverso un Progetto che, per
questo, trova
nell’Istituto Luce il suo partner naturale.
La vicenda umana di Isabella, singolare per le qualità della protagonista, dà
voce a donne
- la cui storia è ed è stata simile a quella della Morra - che non hanno voce.
I fatti storici
Isabella nacque il 1520, terza di otto figli, dal feudatario di Favale Giovanni
Michele Morra e da Luisa
Brancaccio, con il fratello gemello Scipione seguì gli studi sotto la guida
paterna e del precettore di
casa.
Furono gli anni nei quali scoprì il talento artistico e assimilò lo stile
petrarchista nel quale avrebbe
introdotto quei toni di malinconia e meditazione che danno un’impronta personale
alle sue liriche.
L’infelice vicenda umana che avrebbe riversato nel Canzoniere e che si doveva
concludere
tragicamente, ebbe inizio con la fuga in Francia del padre, condannato
all’esilio dagli Spagnoli
vittoriosi sui Francesi, per i quali parteggiava il Morra.
Nel 1523 il Regno di Napoli fu invaso dai francesi comandati dal maresciallo
Lautrec e Michele
Morra per fronteggiare un Sanseverino, Ferrante principe di Salerno, che
possedeva presso Favale
il castello della Rotondella, patteggiò per gli invasori. Dopo la sconfitta dei
francesi esulò in Francia
riparando alla corte di Francesco I, seguito dal secondogenito Scipione,
fratello gemello di Isabella.
Come in uso nelle nobili famiglie del tempo, Scipione era il figlio destinato ad
essere istruito e,
proprio in virtù della particolare educazione impartita al fratello Isabella
ebbe modo di avvicinare un
universo, quello delle arti e della letteratura, che le sarebbe stato altrimenti
estraneo.
Il primogenito Marcantonio, rimasto in Italia, rientrò dopo qualche anno in
possesso del feudo e vi si
ritirò con la madre, i fratelli Decio, Cesare, Fabio e Camillo e le due sorelle,
Porzia e Isabella.
Giovan Michele non sarebbe più tornato dalla famiglia. Il dolore per il distacco
dell’amato padre fu
poesia. Don Diego soggiornava occasionalmente presso il feudo di Bollita,
governato dalla moglie
Antonia Caracciolo. Fu per la fanciulla il sogno della libertà, della vita,
della bellezza, e... dell’amore.
Non è dato di sapere come sia avvenuto il loro primo incontro e se il loro fu un
amore soltanto
platonico, certamente fu fatale per entrambi.
Le voci che insinuavano una loro relazione scatenarono il furore dei fratelli
che, oltraggiati nell’onore
di padroni e custodi della sorella, smaniosi di punire il nemico spagnolo, e
irritati per l’infedeltà
del pedagogo, che sembra fosse favorevole al loro amore, meditarono il tragico
epilogo. Ucciso
il precettore, pugnalarono Isabella e, in un agguato nel bosco di Noia con la
complicità degli zii
Cornelio e Baldassino, assassinarono Don Diego.
Il nostro film
Non ci è dato di stabilire la verità sulla storia di Isabella Morra: era
veramente innamorata di Diego
Sandoval De Castro? O vedeva in lui la possibilità di evadere, non solo
attraverso la sua scrittura,
dal luogo in cui i suoi fratelli erano cresciuti “agresti e barbari”? I fratelli
l’hanno uccisa perché
innamorata di un traditore spagnolo o per timore che Isabella stesse tramando
una fuga “politica”?
Forse, dare risposta a queste domande non ha importanza... l’unica verità è e
rimane la poesia di
Isabella Morra, arrivata a noi proprio grazie alle indagini condotte
sull’uccisione di Sandoval De
Castro e volute dal Viceré Pietro da Toledo.
Le rime di Isabella sono state “scoperte” durante l’istruttoria condotta
dall’avvocato fiscale Antonio
Barattuccio ed è attraverso i suoi occhi che, a partire dai fatti storici, la
sceneggiatrice e la regista
hanno scelto di raccontare la loro Isabella.
L’indagine di Barattuccio è il racconto di una fascinazione, di un innamoramento
per una creatura
fragile, straordinaria e inadeguata al suo tempo.
Furono i suoi assassini ad ottenere ciò che Isabella aveva desiderato, la fuga
in Francia ed una
“carriera” un riconoscimento. Fuggiti in Francia, Cesare ottenne da Caterina una
ricca abbazia nei
pressi di Limoges e Decio sposò una gentildonna della regione.
La nemica fortuna dette loro ciò che essi stessi non avevano voluto, ciò per cui
lei aveva lottato e per cui era stata uccisa.... E se non fosse stata uccisa non avremmo mai letto le
sue poesie.
CAST TECNICO
Regia: Marta Bifano
Sceneggiatura: Francesca Pedrazza Gorlero
Direttore della Fotografia: Maurizio Calvesi
Organizzatore Generale: Paul Flint
Montaggio: Paolo Maselli
Montaggio del suono: Bruno Ventura
Costumi: Gianluca Falaschi
Scenografia: Veera Roman
Hair Styling: Aldo Signoretti
Musiche: Giuseppe Zambon
Prodotto da:
Loups Garoux Produzioni Srl e Istituto Luce, con la collaborazione del Centro
Sperimentale di
Cinematografia, Cinecittà Holding, Il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, l’Università Roma
Tre di Roma e grazie al contributo del Comune di Valsinni della Regione
Basilicata, Azienda
Promozione e Turismo Basilicata, C.O.S.V.E.L., Comunità Montana, Corpo Forestale
dello Stato.
CAST ARTISTICO
Michaela Ramazzotti: Isabella Morra
Michele De Virgilio: Antonio Barattuccio
Pino Micol: Giovan Michele Morra
Fioretta Mari: Antonia Caracciolo
Tommaso Ragno: Diego Sandoval
Riccardo Reim: Il Giudice
Orsetta De Rossi: Luisa Brancaccio
Patrizio Rispo: Cornelio Brancaccio
Pino Calabrese: Lo scemo del villaggio
Tony Esposito: Alonzo Basurto
Stefano Sabelli: Baldassino Brancaccio
Adelmo Togliani: Giacomo
Michele Russo: Magistro Torquato
Luca Capuano: Marcantonio Morra
Giorgio Careccia: Cesare Morra
Erminio Truncellito: Decio Morra
Simone Vaio: Camillo Morra
Francesca Ferro: Porzia Morra
Massimo Abate: Nicola Francesco Morra
Annalisa Pezzotta: la fantesca
|