Giovanni Camerana

(1845- 1905)

Nacque a Casale Monferrato nel 1845, da una famiglia di media borghesia. Studiò legge a Pavia, poi fu magistrato a Torino, ma mal s'accordava la sua attività con la vocazione di poeta ("l'ufficio di magistrato che egli aveva accolto per designazione familiare, finì per rappresentare al suo scrupoloso senso del dovere la necessitas che non si concilia con l'interna libertà", F. Flora), ed infatti in vita pubblicò qualche componimento solo sulle riviste.
Di sensibilità tardoromantica, in stretto contatto  con i maggiori poeti della Scapigliatura, dei quali accolse i temi dell'orrido e del macabro, in particolare con quelli di Milano, amico di Emilio Praga e di Arrigo Boito, esperto nelle arti figurative,  parallelamente all'attività letteraria si dedicò alla pittura, com'era tipico degli scapigliati che sentivano l'urgenza di esprimersi anche in forme artistiche non poetiche, stringendo importanti amicizie con i pittori più importanti del periodo, come Antonio Fontanesi.
Scosso da alcune vicende legate alla sua attività di magistrato, già di temperamento fragile e psichicamente instabile, Giovanni Camerana si tolse la vita a Torino il 2 luglio del 1905.
I suoi Versi furono pubblicati postumi nel 1907; malinconici, di accentuati risvolti psicologici, inclini al simbolismo, sono più affini ad un gusto novecentesco perciò nella poesia scapigliata. Camerana occupa un posto di rilevante modernità.

Tutta l'anima mia ergesi a te

Tutta l'anima mia ergesi a te!

Come all'altar la nuvola d'incenso,

come dai boschi la gran luna d'oro,

come al trono del Padre il santo coro,

dal buio abisso, dal deserto immenso,

tutta l'anima mia ergesi a te!...

Giovanni Camerana

 

 

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