Abile ed
intelligente, introversa ed incline alla malinconia e alla solitudine, volitiva e dotata di
grande spirito d'iniziativa, non bella ma ricca di fascino,
seducente, pur non facendo ricorso alle armi femminili, com'era
consuetudine per le donne settecentesche, Rosalba Carriera,
celebrata come la più grande ritrattista dell'epoca per la grazia e
la versatilità dei suoi dipinti, fu contesa dalle corti più
illustri ed ottenne fin da giovane fama internazionale, dividendo la
sua esistenza fra Venezia e Parigi.
Celebre non solo nell'arte del
dipingere, ma anche eccellente violinista e cantante, fu la prima donna
cui la società colta dell'epoca aprì le porte di corti reali e
palazzi nobiliari e consentì di competere alla pari con gli altri
pittori.
Rosalba Carriera nacque a
Venezia il 7 ottobre del 1675.
Narra un biografo anonimo
del 1755:
Era il padre cittadino di condizione, ma di
scarse fortune, e molto inclinato a disegnare, benché legista di
professione. Imitando adunque il padre suo, non ancora giunta all'anno
quattordicesimo di sua età, incominciò a pigliare da sé solo la penna, e
senza direzione né assistenza di alcuno si mise a disegnare.
Rosalba non trovò ostacoli
alla propria vocazione, ma fu anzi incoraggiata dall'amatissimo padre che
l'avviò alla pittura, sotto la guida di artisti come il Lazzari e il
Diamantini, e gli affermati Balestra e Steve che l'iniziarono all'arte
della miniatura.
Ben presto la sua fama
cominciò a diffondersi e Rosalba, finissima ritrattista, dotata di
tecnica sciolta e tocco delicato, virtuosa del pastello, tecnica a lungo
abbandonata e ritornata in auge proprio ai suoi tempi, delicata ed
elegante nelle miniature, s'impose prepotentemente sulla scena
artistico- mondana italiana ed internazionale, contesa da nobili e
borghesi, unendo ai successi culturali anche quelli mondani
poiché, raffinata conversatrice e, come scrisse uno dei suoi
biografi: Donna, e delle più seducenti, sotto molti aspetti...
Ritratti e miniature le
furono richiesti da Federico IV di Danimarca, dal principe Augusto di
Sassonia, dai duchi di Modena, dalla corte di Vienna, dove eseguì
tra l'altro il ritratto del Metastasio.
Nel 1720 si trasferì a
Parigi e qui, ospitata dal collezionista parigino Crozat, vi rimase fino
al 1721, ritraendo Crozat, i nobili più autorevoli del tempo e persino il
re.
La sua fama era
all'apice e scriveva di lei il Sensier:
Si può dire che tutti i
signori del tempo si misero ai suoi piedi. I suoi pastelli facevano
furore...Luigi XV, allora bambino, fu uno dei primi a posare per lei.
Ma Rosalba non si fece abbagliare dal successo e dalla vacuità
dell'ambiente e, incline all'introversione, alla malinconia e
all'isolamento, e bisognosa degli affetti familiari, ritornò a Venezia,
dalla quale si mosse nuovamente solo per un breve viaggio a Modena ed un
soggiorno a Vienna.
Continuò a
lavorare intensamente, affidandosi sempre meno all'intuizione e al gusto
per la rappresentazione dei volti, approfondendo l'indagine
psicologica delle fattezze ritratte, ed aprendosi anche a temi
allegorici e mitologici.
Gli ultimi anni della
vita di Rosalba furono segnati dalla morte dell'amata sorella e
collaboratrice Giovanna e da una grave malattia agli occhi che la portò,
dopo un iniziale miglioramento, alla cecità irreversibile.
Morì a Venezia il 15
aprile del 1757; celebrata già in vita come una delle massime figure
artistiche del tempo, dopo la sua morte, e per tutto il resto del secolo,
continuarono ad esserle tributati grandi onori.
Francesca Santucci