Questa breve prosa di Raffaele De Leo fu premiata nel
settembre 1918 con lire cinquecento dalla
rivista ‘L’ Ardengo’ di Milano.
MEZZANOTTE
Dan, din, dan ….
Il vecchio bronzo della guglia aguzza di Moè (*)
manda i suoi accenti sonori a ripercuotersi nelle pareti rocciose dolomitiche,
scendenti a valle per rispondere all’appello di altre torri, vigili e snelle,
nella notte senza stelle.
La
guerra! … anche voi la subiste campane del tempo e rimaneste mute in essa,
vibrando solo nelle levigate cavità per il fragore dei cannoni.
Prima, nelle rigidità ulgenti, il vostro
ritmo faceva soffermare spaventato il camoscio su per i dirupi; nel tabia
sgangherato del breve piano, scuoteva il montanaro assonnato, facendo come per
impulso suggestivo e timoroso muovere sotto le coltri , la destra a segnarsi di
croce; oggi non più. Il vostro suono ha iniziato un’altra éra, l’éra del
rimpianto, l’éra delle lacrime che copiose ed immateriali, come l’onde vostre,
passano sulle tombe e si soffermano.
E non han fretta su questa o su quella, non distinguono latini da teutonici scritti:
questi, quelli son cari nel ricordo d’una madre, d’un figlio, d’una sposa.
Scevro
d’egoismo, mistico va veloce sull’ali del vento e le bacia, le sfiora e si
ferma, poi ritorna, l’accarezza e si perde, volando su verso la vetta del Lana e
del Sella, come un saluto triste, come una preghiera.
Dan, dan, dan ...
Il
corvo si posa come stanco del tristo suo giro e l’upupa tace ….mezzanotte ….
Morti,
passa su di voi un’altra notte d’oblìo! …..
·
Borgo alpino della Val
Cordevole in provincia di Belluno