Profumo di
rose
Mia Cara,
Scura e fredda notte…
Tutto giace immobile sul tempo che par farsi
scherno dei moti della mia mente. Or anche la
penna, par da ruggine colpita che si lamenta ad
ogni curva del mio scritto. Già da troppi giorni
immota e silenziosa stava. Un quesito irrisolto,
palpita nei pensieri e toglie luce al mio voler
proceder in bui corridoi in cerca di soleggiati
lidi. Mi chiedo e mi ripeto: ma.. gli amori, son
tutti uguali? Tutti capaci di dar e ricever in
egual misura così che nessun degli amanti abbia a
provar pena o a soffrir per parte di ingiusta
mano? Questi dubbi, e tutti i
connessi, sono quel che danza ora nella mia
stanza. Par che a soffrire per un amore sia più
facil che saperne ricavar gioia e a volte l’occhio
cieco non coglie il real vivere per cui la pena
avvolge il cuore e il tormento impazza la mente.
L’egual misura poi, par non esista, di certo
l’iniquità di sentimento porta al facil cader
nello sconforto. C’è chi sempre fugge e non si
volta ad
osservare la
sofferenza data, ma chi di questo gesto pecca è
colui che mai capirà
in dieci
vite quel che è il significato dell’amare e chi
insegue aprir gli occhi dovrebbe perché
l’inciampar al buio duole al core… Ed io vago in questo buio
a cercar e a sperar nel giusto tornaconto di quel
che vorrei dare, ma nessuno accoglie le mie
offerte. Restano sogni e speranze, restano nuvole
da disegnar alte in cielo come fossero sogni a cui
dar forma, restano lacrime in cui traghettare
sentimenti puri, restano i battiti solitari di un
cuor che nessuno ascolta e che il tempo sopirà nel
sonno del domani. Odo violini lontani
suonar. Ed io ti sento nei
contorni di questa musica… Disegno ad ampi gesti
il tuo volto e di nuvola lo dipingo; tutt’intorno,
profumo di rose…
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