CANZONE DELLA SENNA
La Senna è fortunata
Non ha preoccupazioni
Se la spassa bellamente
Giorno e notte
Esce dalla sorgente
Pian piano senza rumore
E senza prendersela troppo
Senza uscire dal suo letto
Verso il mare se ne va
Passando per Parigi
La Senna è fortunata
Non ha preoccupazioni
E quando va girando
Lungo i suoi quais
Col suo bel vestito verde
E le sue luci dorate
Notre-Dame gelosa
Dall’alto di tutte le sue pietre
Immobile e severa
La guarda di traverso
Ma la Senna se ne infischia
Non ha preoccupazioni
Se la spassa bellamente
Giorno e notte
E se ne va verso Le Havre
Se ne va verso il mare
Passando come un sogno
In mezzo ai misteri
Delle miserie di Parigi.
( Jacques Prévert)
Immortalata dai pittori, celebrata dai poeti, descritta dagli
scrittori in innumerevoli pagine della letteratura non solo
francese, Parigi è storia, tradizione, arte, folklore, persino
rinomata gastronomia.
Parigi, oggi, è una città cosmopolita ma le sue origini sono
antichissime; sulle rive del fiume tanto caro ai Parigini sorgeva
già un villaggio quando Giulio Cesare, come racconta nel De Bello
Gallico, durante la sua trionfale campagna di conquista, arrivò
in Gallia.
A quel tempo si chiamava Lutezia; difesa contro i nemici dalle
acque del fiume, e dalle grandi paludi che si stendevano lungo la
riva, era un ottimo centro di navigazione fluviale ed un
provvisorio nodo di collegamento fra la regione dei Celti e quella
dei Belgi. Quando i Romani, conquistata la Gallia, in cambio della
libertà perduta le diedero pace e benessere, la “Lutezia Gallorum” crebbe in abitanti e si estese fin sulla terraferma;
sulla riva sinistra della Senna fiorirono templi e fori, la
navigazione fluviale s’incrementò e all’antico nome di
Lutezia si sostituì quello di oppidum Parisiorum.
Parigi si lascia scoprire e percorrere in mille itinerari
diversi, non solo artistici e culturali; addentrandosi fra i suoi
storici quartieri si possono scoprire i caratteristici locali come
le brasserie, gli ampi caffè dove si consumano crauti all’alsaziana,
tipiche salsicce e carni di maiale, frutti di mare innaffiati da
birra gelata o vini dell’Alsazia; o come i bistro, piccoli e
dall’atmosfera intima, in cui si servono piatti rigorosamente
locali, come i porri in vinaigrette, le poulet rôti e le
andouilette.
Nel cuore della città placida scorre la Senna, tra tutti i fiumi
del mondo il più aristocratico e il più plebeo, solitario corso
d’acqua che raccoglie le confessioni più intime di chi ad essa
le affida e, nel contempo, presenza concreta nella vita parigina.
La Senna, con la rive gauche, l’anima intellettuale di Parigi, e
la rive droite, motore economico e finanziario della città, le
due sponde opposte al centro Ile de la Cité, che, da
sempre, rappresentano il costante punto di riferimento per
orientarsi, attraversa tutta la città prima di sfociare nella
Manica
Indugia tra i viali, si insinua sotto i ponti, contempla i
giardini del Trocadero, il parco delle Tuileries (il primo ad
essere realizzato sulle sue sponde, voluto nel 1564 da Caterina
de’ Medici, che importò anche la moda fiorentina delle
passeggiate in carrozza), lambisce l’imponente complesso del
Louvre e sfiora l’isoletta in cui sorge la cattedrale di Nôtre
–Dame:è nell’isolotto della Cité, oggi collegato alla
terraferma da numerosi ponti, che un tempo vivevano i Parisii.
Lungo la Senna caratteristici sono i quais, percorsi pedonali del
lungofiume, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale e
che, costeggiando molti tra i più significativi monumenti
cittadini, rendono Parigi una delle poche capitali al mondo
visitabili per via fluviale.
Un itinerario interessante per il viaggiatore si può fare sui
Bateaux Mouches, che percorrono il tratto della Senna che
costeggia il Louvre; viaggiando sulle acque calme e navigabili del
fiume, i turisti possono ammirare dalle acque alcuni tra i più
suggestivi monumenti parigini, come la Conciergerie, facente parte
del Palazzo Reale, situato sull'Ile de la Cité. Oppure si può
iniziare il percorso ad ovest del Pont de Grenelle e concluderlo
ad est al Pont de Bercy, percorrendo così i quais e le avenue che
passano accanto ai più importanti monumenti e alle principali
attrazioni artistiche e urbanistiche ubicate sulle rive della
Senna.
Partendo dal Quai de Grenelle, in corrispondenza del ponte omonimo
che scavalca l’Ile aux Cignes, si vede il punto in cui è
collocata la Statue de la Liberté, una versione in miniatura
della famosa Miss Liberty newyorchese, offerta in dono a Parigi
nel 1885 dagli Americani residenti in Francia. La statua in
origine era collocata in modo da dare le spalle agli Stati Uniti,
solo nel 1937 la sua posizione fu corretta.
Proseguendo lungo il Quai de Grenelle, attraversando complessi
urbani e luoghi famosi come il Front de Seine, la Maison de la
Radio e oltrepassando il Pont de Birk-Hakeim e il Quai Bronly, si
arriva all’Imbarcadero des Bateaux Parisiens, a destra del quale
s’innalza la Tour Eiffel e si estendono i Camps-de-Mars; di
fronte, sulla sponda opposta, si apre la Place de Trocadero e, più
avanti, le Musée d’Art moderne. A nord dell’Imbarcadero si
trova il celebre Hotel Lalique, un bellissimo palazzo del 1902,
con finestre a pinnacolo, inferriate coronate da pigne e portale
in vetro.
Si arriva così al Pont de Bercy, presso il quale sorge il Palais
Omnisportif de Paris.
…E’ un bel modo per visitare Parigi seguire la Senna, presenza
viva della città, che da secoli accompagna il ritmo della sua
storia , partecipandone ai mille eventi: le invasioni barbariche,
l’insediamento dei Romani, le guerre sanguinose, lo sfarzo dei
re, le miserie del popolo, i tragici amori segreti, gli aneliti
alla libertà. E’ una presenza talmente viva che Prévert la
paragonò ad un essere umano:…la Senna è come una
persona…vi guarda come uno specchio/e piange se piangete/e
sorride per consolarvi.
I Parigini dicono che abbia una voce, schiva come una timida
adolescente, languida come una donna innamorata, e, contemplandone
le acque tranquille e silenziose che s’insinuano nelle viscere
della città, tingendosi di mille tonalità diverse, al mattino
d’intenso colore dello smeraldo, al tramonto di riflessi
d’oro, di notte esplodendo in un tripudio di luci, pare davvero
di sentir salire l’eco della sua voce.