Paola Dei

 

 

Stralci tratti da: 

IL MALE AL CINEMA

introduzione di Paola Dei

dall'antologia AA. VV., "Il male al cinema- Moovies Shadows and Lights", edizioni Lulu, Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 2015

clic sulla copertina per ingrandire

 


 

Quanto più chiudo gli occhi

allora meglio vedono

perché per tutto il giorno

guardano cose indegne di nota,

ma quando dormo

essi nei sogni vedono te

e oscuramente luminosi

sono luminosamente diretti nell'oscuro.

(Williams Shakespeare. Sonetto 43) 


 

Prima di accostarci al tema scelto quest'anno per sondare attraverso gli eventi della vita e la cinematografia, aspetti spesso inaccessibili dell'essere umano, dedichiamo qualche riga per ricordare che il Centro Studi di Psicologia dell'Arte e Psicoterapie Espressive con la collaborazione di Enti e Istituzioni Nazionali e Internazionali e con critici, accademici, letterati, sociologi, teologi, artisti, registi, attori, intellettuali, ha realizzato ogni anno e ormai da dieci anni, considerato che le prime due esperienze furono due monografie pubblicate su una Rivista distribuita da Feltrinelli, volumi dedicati ai grandi temi della cinematografia ed ai grandi nomi che hanno contribuito a farci grandi nel mondo. L'intento dei libri oltre a proporre ed esplorare metodologie alternative per la riabilitazione e la conoscenza, è anche quello di diffondere la cultura che già di per sè fa bene, come è stato rilevato da studi scientifici intercontinentali presentati al mondo recentemente in un Convegno Internazionale svoltosi a Milano al Museo della Scienza e della Tecnica.
In questo volume ci troviamo ad affrontare un argomento con il quale tutti dobbiamo fare i conti nella vita, quello del MALE nella sua accezione più ampia. Male come crudeltà, male come sofferenza, male come pulsione feroce che distrugge, male come ombra nascosta nel sociale, male come nuova "Banalità del male", tema che la filosofa tedesca Hannh Arendt, allieva di Martin Heidegger e Karl Jaspers, analizzò come inviata del "New Yorker" per seguire il famoso processo di Adolf Eichmann sul quale scrisse pagine sconcertanti, male come aspetto imprenscindibile dell'Universo che oggi spesso si esprime con la mancanza di valori morali, con la perdita di senso del dovere, con il desiderio spasmodico di volere ciò che appartiene agli altri dove l'impegno sociale si disperde fra le pieghe del peccato capitale più insidioso: l'invidia, male come comportamenti e stili di vita che negano la dignità dell'essere umano, male che permette di sondare l'anatomia comparata della psiche grazie al lavoro di grandi cineasti che nel corso degli anni hanno saputo raccontare e narrare con grande fascinazione dettagli e particolari dell'esistenza che riassumono in sè miti, archetipi e lati oscuri dell'essere umano illuminando gli avvenimenti di nuove congetture, di nuovi e universali punti di vista e di nuovi segreti.
Come ogni anno, la voce di esperti di discipline diverse, attraverserà il tema del ma lella su accezione più ampia offrendoci una visione a tutto tondo che ci auspichiamo possa aprire a nuovi ed ulteriori interrogativi coloro che leggeranno il saggio che quest'anno contiene perle di Gregorio Napoli, un grande critico che ci ha lasciati da pochi anni e con il quale avemmo la fortuna di scrivere il testo: Lanterna magica. Cineterapia e poesia al Lido fra sogno e bisogno, edito da Boocksprint. 
Un ringraziamento a tutti gli Enti, Istituzioni, autori che hanno partecipato negli anni ai nostri progetti e che, solo per motivi di spazio non possono essere tutti citati a partire da MiBACT, AGIScuola, CONSCom, GSA, Verdissime.com, Associazione A.M.I.C.I., Il Parere dell'Ingegnere, EDAV-CISC, G. Pressburger, R. Barzanti, J. O. Prenz, E. G. Laura, G. Cairns, M. Stasiowski, F. Santucci, G. Franzaroli, G. Napoli, F. Santucci, E. Lo Castro Napoli, P. Manazza, I. Fasiori, M. C. Nascosi Sandri, P. Micalizzi, M. Lozzi, G. Curtis, M. Besozzi, M. Lombardo, S. Cassella, J. Brogi, R. Iacomucci, per le parti artistiche A. Sodo, F. Mazzieri, E. La Marca, P. Crema Fallani, Se. Manni, R. Siervo.
Il Male, tema sul quale anno fa fu realizzata a Torino anche una Mostra d'Arte a cura di Vittorio Sgarbi intitolata: Il Male, esercizi di pittura crudele, si estende alla filmografia internazionale, varca i confini di continenti e nazioni e ci mostra Hannah Arendt alle prese con un processo a Gerusalemme, nel quale dovrà essere giudicato Adolf Eichmann, uno dei mostri che ha sterminato un gran numero di ebrei durante la seconda guerra mondiale. Hannah si aspetta un essere abietto anche nell'aspetto ma in realtà si trova davanti una persona mediocre, neppure troppo brillante, incosciente persino di ciò che ha commesso con tanta ferocia è certo di aver fatto il suo dovere obbedendo a quanto il Furer gli chiedeva. Hannah lo definisce un mediocre che vive di idee altrui e che non disdegna attribuirsi meriti che spettano ad altri, zelante sul lavoro ma non per ideologia bensì per desiderio di compiacere. 
Quanto scaturiva dalle parole della Arendt riguardo ad Eichmann era la "lezione della spaventosa, indicibile è inimmaginabile banalità del male".
La mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 2014 inizia con una nuova "banalità del male" che si presenta nel film: The look of The silence  di Joshua Oppeneimer, per trasformarsi in aberrazione della specie umana nel film vincitore di Roy Andersson: Storia di un piccione che si posò su un ramo per filosofare sull'esistenza, per poi approdare al Festival di Roma dove, con una c,amorosa sconfitta del Male, il Bene esce vincitore incontrastato e incontrastabile votato dal pubblico con il film Trash di Stephen Daldry. Il Male, che ci riconduce ideologicamente all'apologia dello stato di diritto di Hegel contro il superuomo dell'Ade......
E questo è in un certo senso Hegel contro Nietzsche (J. C. M.)
C'è poi il Male analizzato da Philip Zimbardo, americano, figlio di due immigrati siciliani, che divenne psicologo, il quale tentò di confutare una delle credenze più in voga alla fine degli anni 60 in base alla quale la cattiveria è frutto di personalità che presentano disfunzioni, con un esperimento carcerario, a Stanford che lo rese famoso.
Perito nella difesa dal caso "Chip" Freederick, guardia nella prigione di Abu Ghraib, Zimbardo cercò di dimostrare come le attenuanti potevano essere riscontrabili nelle circostanze, in quanto pochi sarebbero stati in grado di resistere all'atmosfera delle prigioni dell'esperimento carcerario di Stanford.....
Accanto al suo esperimento ci sono... le ricerche di F. De Waal che studiando i primati si rese conto che nella specie umana non è innato soltanto il meccanismo dell'aggressività ma anche quello del "fare la pace" rilevato in anni di studi e ricerche in alcuni esemplari delle varie specie, che fon dalla nascita manifestano il loro amore per la pace e l'armonia. Ma c'è anche il Male come menomazione fisica che appare nel film di Martone su Giacomo Leopardi, Il giovane favoloso, di cui ci parla con un bellissimo saggio Roberto Barzanti, Presidente delle Giornate degli Autori a Venezia. Il nostro saggio ha l'ambizione di sondare tutti questi  aspetti, di porre al lettore interrogativo e offrire nuove vie di esplorazione alla vita ed ai film sulla scia del metodo PSYCOFILM elaborato da molti anni dalla curatela con il Centro Studi di Psicologia dell'Arte e Psicoterapie Espressive. Il metodo PSYCOFILM che unisce i principi della Psicologia dell'Arte ai Neuroni Specchio scoperti dal l'equipe del professor Rizzolatti, ai quali a sua volta vengono aggiunti spunti di suggestiva fascinazione sulla scia dell'Enneagramma di Claudio Naranjo.
I film che precedenti testi sono stati osservati con l'occhio dell'Healing-MovieTalk, in questo saggio intendono soprattutto condurre alla conoscenza della storia e ad una riflessione critica sugli avvenimenti che ci auspichiamo possa condurre sempre più verso percorsi di "bellezza". Non a caso il testo inizia con una frase di Baudelaire: Il male viene fatto  senza sforzo. Il bene è sempre il prodotto di un'Arte.