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Dal 6 luglio 1942 al 4° agosto
1944 Anne Frank, con la famiglia ed altri quattro clandestini ebrei, per sfuggire
alle persecuzioni dei nazisti fu costretta alla reclusione nell' "Alloggio segreto" situato
nello stabile di Prinsengracht al n. 263. Sognava di diventare
giornalista e scrittrice, ma il suo sogno s'infranse quando, insieme ai
suoi, a causa di una denuncia, fu arrestata e deportata, prima ad Auschwitz e
poi a Bergen Belsen. Anne morì di tifo e di stenti
tra il febbraio ed il marzo del 1945. Nel suo diario segreto raccontò
le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue idee, i rapporti conflittuali che
unirono la piccola comunità segregata, e tutte le pulsioni che agitano
qualunque ragazza nel corso della sua evoluzione, come testimoniano i due
brani che seguono. Colpisce e commuove la
parola "pace" che spicca come un fiore immacolato sui rossi orrori dell'efferato periodo in cui fu costretta a vivere
e a morire.
Venerdì 24 dicembre 1943
Carissima Kitty,
come ti ho già scritto più
volte, qui tutti abbiamo problemi di umore e, soprattutto per quanto mi
riguarda, temo che questo tormento negli ultimi tempi sia molto peggiorato.
Himmelhoch jauchzend, zu Tode betrüht,1
mi sembra un verso che si adatta bene. Sono "himmelhoch jauchzend"
quando penso a come ce la caviamo bene qui e mi paragono ad altri bambini
ebrei e "zu Tode betrüht "
per esempio dopo che è stata qui la signora
Kleiman e ha raccontato di Jopie che gioca a hockey, fa canottaggio, va al
teatro e prende il tè con gli amici.
Non penso di essere gelosa di Jopie, ma avverto il forte desiderio di
divertirmi una volta anch'io, e di ridere fino a farmi venire il mal di
pancia. Soprattutto adesso in inverno, nei giorni di vacanza di Natale e
Capodanno, ce ne stiamo qui come poveri emarginati. Però non dovrei scrivere
queste cose, perché rischio di sembrare ingrata, ma non posso neppure
tenermi tutto dentro, e richiamo le parole con cui ho incominciato: "la
carta è paziente".
Quando qualcuno arriva da fuori coi vestiti intrisi di vento e il viso
fresco vorrei cacciare la testa sotto le coperte per non pensarci. Quando ci
sarà concesso di tornare a respirare aria fresca? E visto che non posso
nascondermi sotto le coperte, ma devo invece restare salda, i pensieri
vengono, non una, ma molte, innumerevoli volte.
Credmi, quando te ne stai rinchiuso per un anno e mezzo, a volte sei proprio
stufo. Lasciamo perdere un momento la giustizia e l'ingratitudine: i
sentimenti non si possono mettere da parte. Andare in bicicletta, ballare,
fischiettare, osservare il mondo, sentirmi giovane, sapere di essere libera,
ecco che cosa vorrei, eppure non posso darlo a vedere, perché pensa un po'
se tutti e otto cominciassimo a lamentarci e diventassimo insofferenti, dove
andremmo a finire? A volte penso: qualcuno qui dentro mi capirà? Saprà
vedere al di là dell'ingratitudine, dell'essere ebrei o meno, e considerarmi
solo per la ragazzina che sono, che ha tanto bisogno di divertirsi? Non lo
so e non potrei nemmeno parlarne con qualcuno, perché sono sicura che mi
metterei a piangere. Il pianto alleggerisce, quando si ha una persona a cui
piangere sulla spalla. ...Ma ora basta. Prima ero "zu Tode betrüht", ma scrivendo mi è un po' passato! Tua Anne
Lunedì 27 dicembre 1943
Cara Kitty,
venerdì sera, per la prima
volta nella mia vita, ho ricevuto un regalo di Natale. Le figlie di Kleiman
e di Kluger avevano di nuovo preparato una bellissima sorpresa. Miep ha fatto una bellissima
torta su cui ha scritto "pace 1944", Bep ha procurato mezzo chilo di
biscotti di qualità prebellica. Per Peter, Margot e per me
c'era un barattolino di yogurth e per gli adulti una birra a testa. Tutto
era impacchettato benissimo come di consueto e sui pacchetti c'erano scritti
i nomi. Per il resto i giorni di Natale sono passati in fretta. Anne
1) "Osannante di gioia,
mortalmente triste", da Egmont di J. W. von Goethe.
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