Iginio Ugo Tarchetti e la  Scapigliatura

                     sito letterario di Francesca Santucci

 

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Nel di' dei morti

 

 

Il morire è nulla: è il non vivere

che riesce orribile.

          V. Hugo

I

Suonano a festa: olezzan di viole

le morte zolle e si allegra la terra;

cantano augelli, sfogliansi le aiuole...

Tacciono i morti e dormono sotterra.

 

Inverno riede; Autunno, come suole,

l'ultime gemme dei fiori disserra,

ronzano insetti e volteggiano al sole...

Tacciono i morti e dormono sotterra.

 

Dormono stesi, immobili, stecchiti

nell'umido, che stilla entro la fossa,

col lenzuol roso e cò stinchi imbianchiti.

 

O padre mio, una voce mi dice

e mi suona nell'anima commossa

che tu sei morto e non fosti felice!

 

II

Che felice non fosti! E' questo ingrato

imembrar che la mia vita addolora,

è il rimembrar che de' tuoi cari il fato

non allietò la tua fredda dimora;

 

ma dimmi, per le lacrime, che dato

mi fia versar su la tua fossa ancora,

d'un altra vita, in forme altre rinato,

vedesti o vedi una più lieta aurora?

 

Dimmi: pel duolo ond'è l'anima oppressa

per il negro avvenir, che m'impaura,

è una mercede alla virtù concessa?

 

Ma tutto è muto!- Il sol dall'alto sferra

gli ultimi raggi, e sorride natura...

Tacciono i morti e dormono sotterra.

 

 

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