Aveva settant’anni Luisa, detta Luigina, Comotto, quando venne fucilata per non aver voluto rivelare nulla di un attentato progettato a Savona contro un’autorità nemica d’alto rango che spadroneggiava nella città.

MORIRE UNA MORTE COSI'

di Elena Bono

(Per Luigina Comotto savonese)

Fucilata a settant'anni.

Il tuo mucchietto d'ossa insanguinate.

Per salvare quei giovani

non hai rinunciato alla vita

ma alla tua morte

la dolce morte da tanto tempo aspettata.

Un giorno doveva venire

col velo nero

ed il viso di cera

della Donna dei Sette Dolori

e sedertisi accanto

sospirando e pregando insieme,

la buona morte odorosa d'incenso

nella stanzetta ordinata

tutta uno specchio

in un bruillio di candele,

i garofani sparsi sul letto

e le vicine intorno

a recitare il rosario

con tintinnio di corone,

ora l'una ora l'altra che dice

asciugandosi gli occhi:

-Com'è rimasta bene,

pare quand'era ragazza-

Quest'altra morte tu

non la conosci,

la strana morte col casco d'acciaio

e la bestemmia fra i denti,

il furgone cellulare

coll'urlo della sirena,

il poligono di tiro,

in fondo là il muro;

tu non sai come metterti

che cosa fare

se puoi aggiustarti le vesti

farti un segno di croce.

Troppo tardi queste cose per impararle,

e che diranno le tue vicine,

morire una morte così

da scomunicati.

Eppure anche nostro Signore

qualche donna l'ha avuta sotto la croce.

Oh Madre dei Sette Dolori

morire una morte così,

tutta diversa.

Ma non vorresti sbagliare.

Con un dito tremante

sfiori la manica del graduato,

che per favore scusi

che cosa bisogna fare.

-Tu niente, soltanto morire-

ride il casco d'acciaio.

E ride il plotone allineato.

(da "Dialogo Aperto", a. Verra-F- Pollo, Paravia edizioni, Torino, 1966)