Milano

 

 

I turisti, stranieri ed italiani che, seguendo i tradizionali itinerari di viaggio, percorrono le più antiche città d’Italia, generalmente sostano poco a Milano, a meno che non vi siano condotti da motivi di lavoro, e più per scrupolo culturale che per vero interesse, perché i rigori invernali, le nebbie che si addensano impreviste, e poi la calura che scoppia quasi all’improvviso e non è temperata dalle brezze ristoratrici, rendono questa città difficile da amare, soprattutto per chi preferisce il clima mite e dolce, i bei cieli luminosi e assolati dei luoghi del sud, accarezzati dal vento del mare, e perché è opinione diffusa che nella metropoli lombarda, assillata dallo smog o dalla nebbia o dal traffico, ci sia ben poco da vedere di artistico o di antico. In effetti, c’è qualcosa di vero; contrariamente alle altre città, qui i secoli di storia, eccezionalmente movimentati per tutte le incursioni subite, hanno lasciato tracce esigue, poiché Milano si è continuamente evoluta e modificata, sostenuta da un’incredibile vitalità che, oggi, come nel periodo dei Romani o nel Medioevo, la rende la città più dinamica ed attenta ai cambiamenti, vera capitale morale d’Italia.
Tuttavia Milano ha molto di bello e di antico da offrire, e chi cerchi le tracce del passato può scoprirle, certo non nel centro congestionato dal traffico, affollato di uffici e di negozi, ma in zone un poco più in ombra, in un tratto di muro, nelle vecchie strade fuori mano, nelle case di ringhiera che sovrastano il Naviglio, visitando San Lorenzo che risale al IV secolo, con le sue colonne, avanzo delle terme di Massimiano, o la Basilica di Sant’Ambrogio dall’intatta struttura medievale, oppure, ricordo dell’epoca ducale e della dominazione straniera, il Castello Sforzesco, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, opera del Bramante, i palazzi seicenteschi e neoclassici, e poi il Museo del Duomo, il Museo Civico d’Arte Contemporanea, il Museo Manzoniano.
Personalmente il luogo che più amo di Milano è piazza del Duomo, il cuore della città, la cui attrattiva principale è sicuramente il Duomo, che dispiega per intero il suo fascino soprattutto di notte, apparendo, candida massa marmorea, in una cornice magica e suggestiva, con la facciata, i pinnacoli, i marmi traforati come diafani merletti riflettenti le luci della piazza, mentre dall’alto della guglia principale, in un alone di suggestiva bellezza, domina la Madonnina, che dal basso sembra piccola ma in realtà è alta più di quattro metri.
El principio del Duomo fu nel 1386, ricordano le antiche cronache milanesi, eppure s’ignora il nome dell’architetto che ideò questa grandiosa opera religiosa dedicata a Maria nascente, il massimo monumento della città ed una delle più grandi chiese della Cristianità, voluta per emulare le cattedrali gotiche straniere. La costruzione del Duomo fu iniziata appunto nel 1386, favorita e appoggiata da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, e, pur se avvenne nell’arco di diversi secoli, con il completamento nella facciata e nella decorazione statuaria solo nell’Ottocento, nel suo insieme riflette il disegno originario.
Ricca di torri, guglie, pinnacoli ornati di trafori, nicchie e tabernacoli, fra esterno ed interno conta più di 3400 statue. Imponenti sono le vetrate e armoniose le guglie, sulla più alta delle quali è collocata la statua dorata, in lamine di bronzo, della Vergine, la “Madonnina”, che da lontano domina e protegge la città, tanto cara al cuore di ogni milanese.
Passando dal sacro al profano, Piazza del Duomo mi piace anche quando raduna milanesi e non, in occasione del famoso Carnevale ambrosiano, detto il Carnevalone, che a Milano non si chiude il mercoledì delle Ceneri ma prosegue fino alla notte del sabato, e che si festeggia con i classici veglioni e qualche modesta sfilata.
Anni addietro, quando più sentita era questa bella tradizione lombarda conosciuta in tutto il mondo, con falò, canti e danze, luci, baracche, giostre e teatrini, frittelle, coriandoli, maschere e trombette, croccanti e zucchero filato, attirava molti turisti, anche perché il sabato grasso, sul lato meridionale del Duomo, si svolgeva la fiera degli organini dove convenivano da ogni parte della città e dei dintorni i suonatori ambulanti con i loro organini e, affinché il pubblico potesse avere un’idea del loro repertorio, e potesse scegliere il suonatore adatto a ravvivare le loro feste, tutti insieme davano concerto, che, con le voci discordanti, non sempre perfettamente intonate, riusciva molto gradito al pubblico in vena di allegrie carnascialesche.
Certo anche il Carnevale, fra tanti cambiamenti, non è più quello di una volta, perché sono mutati i tempi, ma forse perché anche la sua evoluzione rientra nell’innato eclettismo dei milanesi. Per fortuna il Duomo resta intatto, a troneggiare da tempo immemorabile nella bella piazza, e la bela Madonina (che, sembra leggenda ma è realtà, puntino minuscolo nell'immensità dell'orizzonte, si può scorgere anche da Città alta, nei giorni in cui il cielo a Bergamo è sgombro di nubi e d’un azzurro terso), continua a vegliare su Milano e sui milanesi.