C'è
per strada un insolito
fruscio
di
passi strascicati
un
querulo svolazzo di
bisbigli
che
offuscano il silenzio
della sera.
Da
miti labbra
spicciano a tratti grevi
litanie
che
si dissolvono in brusio
coprendo di fuliggine ogni
intento.
Mille
occhi s'appuntano annoiati
su
quel rito espiatorio
in
cui s'immiserisce la
memoria
di un
passato affrescato
coi
mirabili scrosci della
luce
e
adesso rintanato
nel
piccolo santuario degli
affanni
dove
ogni gesto sfuma a
ricomporsi
in un
ordito di sterili
acrimonie
contro un mondo che
illumina se stesso
di
divina alterigia.
E'
come se ogni estro
s'assopisse
su un
altare di circoli
concentrici
al
cui centro s'irradia il
vano anelito
di un
Dio che si flagella
e
crocifigge se stesso in un
effluvio
spropositato d'amore che
s'aggruma
nel
soporifero catino della
fede.