Margherita Rimi

 

poesie scelte dalla raccolta:

Per non inventarmi

edizioni kepos, marzo 2002


...Sempre alla ricerca dell'unità perduta, di un'impossibile ricomposizione, di risposte non più transitorie- come nel mito dell'origine riferito da Platone- la poetessa si serve, con il massimo ludibrio, della possibilità delle parole di "mimare" la fuga, il ritorno, la caduta, l'invenzione e la re-invenzione di sé e d'altri....(dalla prefazione di Marilena Renda).

...E' vero, la parola "abita le cose" (mi balena il genio di Heidegger) ma non sempre dimora nelle anime: e nelle liriche di Rimi si manifesta, infatti, come coscienza dell'incapacità oggettiva di dare corpo alle evocazioni ("Nessuna parola / ci assomiglia"), come essenza di assenze, come logos detronizzato, ergo gravido di evanescenze sfuggite/ sfuggenti ad un'anima deprivata di conforti...(dalla nota di Nuccio Mula)

 


 

 

Il giro a vuoto

inconcludente

delle tue braccia

 

L'impossibile passaggio

delle tue labbra

tra i miei desideri

 

Non mi volevi

quello

che potevo essere.

DALLE COSE CHE CAMBIANO

Adesso mi accarezzano

le carezze mai fatte

mi guardano presenti

Mi abbraccio alle cose

che non rimangono

che non ingannano

 

Mi volevi

quello

che non potevo

essere.

Riparami madre            

dalle tue braccia

dai tuoi  "sogni infranti"

dai malcurati amori

dai tuoi terrori

 

Non parlarmi più

Devi trovarmi

Devi indovinarmi

 

Il tuo spavento

d'esistere

è pure

il mio.

Così sola

Così nascosta

per sorprenderti

per farmi trovare.

Le sere

hanno

una prigione

Specchi scapestrati

 

Niente ci salva

Nessuna parola

ci assomiglia.

Troppe parole

abusano di me

rimasta intatta

a non saper

che dire.

IN-COMUNICABILE

La tua distanza

 mi avvicina

Sai che ti guardo

Mi nascondo

 

Faccio poco per parlarti

per arrivarti al cuore.

Non si muove

più niente

tutto è

in una foglia

già morta.

Mi distendo...

mi prendo cura

di non inventarmi.

 


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