Lui

Lo guardo poco, questo è vero. Lo ascolto poco. Anche questo è vero.
Il fatto è che mi deprime. Non sempre.
Tante volte mi piace, anzi il più delle volte mi piace.
Quando sono di buon umore e lui è forte e pieno di energia allora mi piace e lo guardo soddisfatta. Ormai lo conosco mi sono abituata a lui e lui è sempre lì pronto a fare quello che io desidero: voglio andare  lì! Va bene. Voglio fare questo! Va bene.
Qualcuna me lo invidia. Dice: beata te. Io sorrido compiaciuta annuendo, e penso: sapessero…
Il fatto è che quando ho da fare, il che è superfrequente anzi è sempre, da fare cose che non posso assolutamente rimandare, quando mi faccio forza per resistere e andare avanti e non badare a niente altro, ecco, in questi casi, lui mi deprime.
Perché si lamenta si irrigidisce mi lancia segnali di pericolo commenta acido e troppo saggio tutto ciò che faccio si offende si fa venire mille mali assume subito un aspetto sciupato stanco teso diventa brutto inguardabile insopportabile.
Sì, insopportabile… sebbene in fondo in fondo io lo capisca.
Faccio finta di non ascoltarlo proprio perché so che ha ragione ma so anche che non posso dargliela, questa ragione.
Allora gli dico ancora gentile: Dai, non fare così, è ancora per poco, finisco questo libro questo saggio questo Convegno la stesura delle lezioni per questo Seminario questa organizzazione per la difesa dei diritti civili questa maratoneta per i cani abbandonati questa manifestazione…e intanto penso che devo anche ricordarmi di chiamare la mia amica che sta male perché non sa come riempire il tempo visto che il marito se ne va in giro, il mascalzone, la tradisce, certo che la tradisce e lei mai, mai che abbia pensato a rendergli pan per focaccia… in quanto a lasciarlo poi, sei pazza!
e a trovarsi cose da fare? non se ne parla proprio, appunto perché è triste sola abbandonata e almeno tu chiamami, dice, fammi sentire che qualcuno mi vuole bene mi protegge mi assiste mi comprende…
e insomma devo fare questo e poi quest’altro e quest’altro ancora e…
Non ne posso fare a meno, ti dico, ma ti giuro, gli dico, non lo farò più, ti giuro, ma tu non fare così proprio ora non piantarmi in asso non mi farò più incastrare in ritmi di tempo che non sono i miei, credimi, che poi quali siano i miei qualcuno me lo dica, no, non tu, tu lo so come la pensi, ma ti giuro non mi farò affascinare da proposte di lavoro da un Progetto meraviglioso da un invito importantissimo se non quando avrò tempo e sarò serena e potrò pigramente dire sì, mi piace, ci sto, ma ho bisogno di tre mesi di un anno di cinque anni…
farò così, lo giuro, ma ora capiscimi sostienimi, devo devo farcela…
tu da che parti stai? Sì, lo so, ti preoccupi lo fai per me ci tieni a me, lo so, e anche io ci tengo a te, lo sai, tu però non capisci. Ora, per esempio, ho anche le grandi pulizie pasquali della casa: mettere via gli abiti pesanti e tirar fuori camicette jeans tailleurs freschi freschi insomma tutte le cosine estive carine carine ma da lavare stirare mettere in ordine e c’è il riordino dei libri che, non so come facciano, si muovono da soli dal loro posto e io perdo la testa a cercarli nel casino generale e allora devo devo rimetterli in ordine e facendolo, ovvio, li tiro via dagli scaffali e vedo la polvere, dio come la odio, allora pulisco e nel farlo mi fermo a leggere una pagina di quel romanzo tanto amato e che da tempo non rileggo, non ci pensavo più e così mi accendo una sigaretta, per un poco volo tra le parole e poi il telefono e quando torno non ricordo più cosa stessi facendo, guardo il casino guardo l’orologio presto è tardi mettere in ordine altrimenti non ci capisco più nulla, come per le carte che anche loro non so come facciano si scambiano di posto si confondono si moltiplicano e io penso a quei poveri boschi decimati per cosa? anche per me, singhiozzo, anche per il mio disordine e allora mentre sui fornelli bruciano i piselli la pasta è ormai scotta e non ho la ricotta decido di tirarle tutte fuori, le carte di questa grafomane che sono, di rivedere l’archiviazione e facendolo escogito sistemi sempre più sofisticati di cui tra pochissimo tempo non avrò più memoria e mi ritroverò nel casino e non so a chi chiedere una mano un consiglio un aiuto perché anche il computer uso male o lo sottouso perché, anche lì, decine di copie di file con nomi diversi per non perdere nulla delle cose straordinarie che scrivo e allora ogni correzione va fatta ma salvando quello che c’era prima e bisogna escogitare nomi strani o numerare i file e poi devo riaprirli e perdo la testa a confrontarli…ma qual è la differenza???????
E in tutto questo mio fare e mio spiegare e mio giustificare e mio prendere tempo e cercare di rabbonirlo, lui… mi fa il muso. Tosto. Si chiude permaloso soffre mi fa soffrire, non solo non mi sostiene mi attacca mi indebolisce mi mette in crisi mi sta addosso pesante mi pesa sulle spalle mi schiaccia non mi fa dormire mi tiene sveglia e dice che sono io, dice che è colpa mia se non riesco a prendere sonno perché sono troppo eccitata o troppo preoccupata troppo tesa troppo nervosa.
Io lo guardo per una rispostaccia e lo vedo proprio orribile debole vecchio allora mi irrigidisco anche io, affermo con superiorità che non mi darò per vinta che posso farcela…
se solo mi dà una mano. Eh già, perché io ho bisogno di lui mi è indispensabile devo poter contare su di lui. 
A sera, tardi, quando finalmente vorrei che si stendesse calmo sereno forte che mi desse sicurezza, proprio la sera, la notte, mi fa impazzire perché continua a segnalare ad avvertire ammonire mettermi in guardia: tiri troppo la corda chiedi troppo dalle tue forze ormai non sei più una giovincella prenditi una vacanza al sole nel mare nuotare buon cibo riposo leggere dormire camminare sulla spiaggia chiacchierare di cose cretine non pensare al Cavaliere e alla sua corte scorticata non fare progetti piani non rimuginare non soffrire…
Io rispondo lo so lo so, proprio come diciamo tutti noi a Napoli: lo so, lo so, diciamo lo so a qualunque cosa perché è vero sappiamo tutto siamo filosofi siamo antichi e specialmente noi donne sappiamo tutto abbiamo occhi e testa e cuore così grandi che…
No, non mi distraggo sono qui dammi tempo. E lui: no!  E io: voglio almeno… E lui: no! Solamente… No!
E’ inutile, si mette di impegno a rovinarmi tutto. Così, sul più bello, quando credo di avercela fatta e basta ancora un piccolo sforzo, lui, trac…, mi abbandona cede mi punisce e io mi ritrovo bloccata da un colpo della strega o da una febbre da 39 in su o da herpes eczemi vari pruriti mal di gola di pancia di schiena di polsi di gambe di testa… e lui, il mio corpo, benché sofferente, anzi proprio per questo, finalmente se la gode: te l’avevo detto.