Schiaccianoci è uno dei più bei doni
della danza,non soltanto per i bambini,ma per chiunque ami l’elemento
magico del teatro.
(Balanchine)
Le trama del balletto "Lo schiaccianoci" è tratta da una favola borghese di Hoffman, liberamente reinterpretata in Francia da Alexandre Dumas, e fu in questa
versione che arrivò al coreografo Petipa, divenuto direttore-coreografo
dei balletti imperiali di Pietroburgo, dov' era giunto nel 1847 come
primo ballerino al Teatro Marijinskij, intenzionato a diffondere anche
tra i russi l’amore per la danza, e al grande musicista Ciaikowskij.
Petipa eliminò subito i risvolti più inquietanti del racconto, a
favore di una formula spettacolare che esaltasse maggiormente lo spirito
favolistico, e con questo impianto la consegnò poi ad Ivanov, suo
successore, che ne portò a termine la coreografia.
Così reinterpretata la versione dello "Schiaccianoci" tradì l’opera
letteraria di Hoffman, giacché venivano ignorati i risvolti neri e
psicologici della vicenda che si nascondevano sotto la favola, ma fu egualmente un successo perché furono esaltati gli
elementi tradizionali dell’amore, dei prodigi e dei divertimenti.
E’ Natale e siamo in una rispettabile famiglia alto borghese della
Germania; Maria riceve in dono dal padrino-precettore Drosselmeyer,
esperto in trucchi, automi e magie, uno schiaccianoci, un buffo
soldatino dalla grossa testa e dai forti denti per rompere bene i gusci.
Felice, la fanciulla idealizza il soldatino e grande è il suo rammarico
quando il dispettoso fratello Fritz glielo rompe ma, subito
riaggiustato, lo schiaccianoci diventa il suo preferito. Maria allora
comincia a sognare, però i suoi sogni diventano incubi: dal buio escono,
infatti, il Re dei topi e i suoi soldati immondi, ma lo Schiaccianoci,
divenuto un bellissimo Principe , riesce a sconfiggerlo insieme ai
soldati.
E allora Maria e il suo Principe-Schiaccianoci intraprendono insieme un
bel viaggio che li condurrà tra balocchi e dolciumi, nel meraviglioso
regno dei desideri, indizi di altri desideri ed altre delizie troppo
precoci per una bambina, l’amore idealizzato nel Principe azzurro, e Drosselmeyer, che nell’ombra gestisce la favola, questo ben lo sa.
Al risveglio dal meraviglioso sogno la festa è finita e a rammentare a
Maria la bella avventura non
restano che i ricordi e un piccolo soldatino di legno in un angolo.
Nello "Schiaccianoci", rappresentato nel 1892, per i russi la protagonista
si è sempre chiamata Maria o Masha (per Dumas Clara), Drosselmeyer è
stato definito burattinaio e la festa non è il Natale ma l’anno
nuovo, dando risalto più all’aspetto favolistico che a quello
psicologico, comunque, pur mutando in piccoli particolari,
sostanzialmente identica è rimasta la versione.
Il balletto si sviluppa attraverso tre motivi narrativi, in un crescendo
spettacolare che culmina con il divertissement finale, tra balli
popolari, esotici e brillanti.
C’è il momento iniziale della festa in famiglia, con le danze degli
adulti e i giochi dei bambini, poi il secondo momento dedicato ai
giocattoli e alle paure della bambina, con la battaglia fra i topi e i
soldatini e la trasformazione dello Schiaccianoci in Principe, ed infine
il momento di supremo romanticismo, quello dell’amore, con la
navicella che trasporta i due giovani fuori dal mondo e in piena felicità,
nel castello fatato dove regna la Fata Confetto.
Nell’apoteosi dell’amore e delle nozze, nel tripudio della festa, i
due giovani sono cresciuti e sono pronti a vivere nel futuro.
Certamente Ciaikowskij, genio passionale e romantico che si era già
cimentato col balletto scrivendo la bellissima musica del "Lago dei
cigni", favola medievale e romantica, doveva essere in stato di grazia
quando compose questa partitura, anche se non fu privo di dubbi il suo
lavoro, della cui eccezionalità si accorse solo alla fine.
Attraverso le sei danze, la Cioccolata, danza spagnola affidata
all’assolo delle trombe e al tinnire delle castagnette;il Caffè,
sensuale danza araba; il The, danza cinese ,con flauti e ottavino; il
trepak, danza russa popolaresca; la Danza degli zufoli, con flauti e
trombe; Mamma cicogna e Pulcinella, ispirate a due canzoni popolari
francesi; il valzer dei fiori, con l’esuberanza della grande orchestra
e il Pas de deux, articolato nell’intrada, nelle due Variazioni e
nella Coda, e poi l’apoteosi finale del Valzer, vorticoso e manierato
ma ricco di eleganza, Ciaikowskij riuscì a creare un’atmosfera
romantica e vivace, in sospensione tra fiaba e divertissement, in una
tale ricchezza strumentale che sancì senza ombra di dubbio la nascita
del primo balletto sinfonico.
Per le sue caratteristiche di favola buona, con l’espressione dei
desideri universali di tutti i bambini, con la presenza dei giocattoli e
dei dolci, la componente avventurosa (con la battaglia fra i topi e i
soldatini ), ed anche con la componente del gioco che fa un po’ paura ma
che poi ha un lieto fine attraverso l’intervento del burattinaio che
rimette tutto a posto, questo balletto divenne subito uno spettacolo
adatto al clima natalizio e delle feste di fine anno, ben diverso nello
spirito dalla fonte letteraria, il racconto di Hoffman improntato all’
horror e al fantasy.
La fortuna dello "Schiaccianoci" è andata crescendo sempre più nella
storia della danza e, pur mantenendo le linee originali della trama, i
più grandi coreografi, soprattutto negli ultimi anni, ne hanno offerto
una rilettura moderna ed attuale, basterà ricordare la versione del compianto Nureyev, che ne approfondì i risvolti psicoanalitici, individuando
nell’avventura di Maria un’iniziazione all’amore,uno scatto vitale
che trasformerà la bambina in donna , nei topi la rappresentazione
tangibile delle paure inconsce che emergono negli incubi notturni, e
nella figura di Drosselmeyer, evocatore di presenze sotterranee, una
sorta di educatore, di maestro di vita.
La bellezza di questo balletto risiede, comunque, proprio
nel suo essere una favola danzata, un magico sogno che può portare
tutti i bambini, ma anche gli adulti che un poco restano bambini, a
sconfiggere le paure dell’infanzia e a vagare liberi e felici, fra
fiori che ballano, uccellini che cantano melodiosi, castelli di
marzapane e case di cioccolata, in un mondo senza paure e fatto solo di
dolcezze: non è, forse, questo l’eterno sogno dei più piccini?
donna in
musica
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