Francesca Santucci
LA VERGINE DALLE TRE MANI
(dall'antologia AA. VV., "Vangelo Secondo Luca",
Penna d'autore
2017)
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(
saggio
premiato con targa e antologia
al
3° Concorso Letterario Nazionale
Poeti e Scrittori Uniti in Beneficenza,
Penna d'Autore 2016)
Madre di Dio delle Tre mani
metà del XIX secolo, proveniente dalla Russia centrale
L’icona (dal greco eikon, immagine) è la forma più semplice ed
immediata dell’autocoscienza ecclesiale dei popoli bizantini e slavi, è il
segno della presenza di Dio, la fede convertita nelle presenze divine
"incarnate" in forme e colori: Cristo, la Vergine, i Santi. La prima icona fu chiamata Acheropita (acheiropoietos, dal gr. a
priv., cheir, mano, poieo, fare, "non dipinta da mano
umana") poiché l’origine la vuole non riferibile ad un artista, ma divina,
rivelata, come i testi dei Vangeli, e rappresentò il volto del Cristo,
impresso dal Salvatore stesso sul panno di lino, mandylio (dal
greco "μανδύλιον"), inviato ad Abgara, re d’Edessa, malato di lebbra,
perché, guardandolo, guarisse: infatti, guardando il panno sacro, il re
guarì. Avversata per lungo tempo, con lotte e persecuzioni contro coloro che la
sostenevano (perché si negava l’incarnazione del Cristo, perciò anche la
rappresentazione della sua immagine), l’icona trionfò definitivamente
nell’843, e da allora s’impose, adorando i fedeli ciò che essa realmente
rappresenta: finestra spalancata sul mistero, congiunzione fra visibile e
invisibile, fra materiale e spirituale.
La tradizione cristiana attribuisce le prime icone che rappresentano la
Vergine con in braccio il Bambino a San Luca, di professione medico, nato
ad Antiochia, in Siria, da genitori pagani, convertito al cristianesimo,
autore del terzo Vangelo (scritto intorno al 70), degli "Atti degli
Apostoli" e del
terzo e quinto libro del Nuovo Testamento. San Luca sarebbe, dunque, il primo ritrattista ufficiale della Vergine, di
certo incontrata (perché molto accurate
sono le informazioni sulla Vergine e sull'infanzia di Gesù)
dopo la morte di Gesù (conosciuto non di persona, ma tramite
i
racconti degli Apostoli e di altri testimoni),
quando lei era in età avanzata, alla quale, quando era ancora viva,
consacrò un’icona che determinò, poi, il modello iconografico. A documentare quest’episodio della vita del Santo e la sua attività di
pittore di Madonne, oltre a vari testi liturgici, abbiamo icone e quadri
che lo rappresentano intento a dipingere Madre e Figlio, seduto dinanzi ad
un cavalletto o mentre traccia schizzi su un foglio.
Dopo di lui moltissime furono nel tempo le icone dedicate alla Vergine: la
Madonna della protezione, della tenerezza, delle carezze, della passione,
delle grotte, del gioco, che allatta, che indica la via, fonte di vita,
roveto ardente, gioia di tutti gli afflitti, giardino chiuso, della
supplica, del rifugio, orante, in trono, delle tre mani, etc. Particolare, fra queste, è l’immagine della "Vergine delle tre mani" (Tricherusa),
con le mani che escono dal manto, oppure la terza mano in oro o argento
appesa al collo con una catena.
Primo ex voto nella storia della pietà cristiana, nacque nell'VIII secolo
in Siria, durante la lotta in difesa delle icone, ed è collegata alla
vicenda del siriano Giovanni Damasceno, arabo cristiano, considerato il
maggior teologo del tempo, ardente difensore del culto delle immagini,
che, nel cuore della Siria, sotto il regno della dinastia degli Omayyadi,
si oppose fermamente al furore iconoclasta che scuoteva il mondo
bizantino. Secondo l'agiografia, l'imperatore Leone III Isaurico, per contrastare la
sua lotta in difesa del culto delle immagini, gli istigò contro il califfo
di Damasco, facendogli pervenire una lettera falsificata, nella quale
Giovanni Damasceno incitava l’imperatore a conquistare la Siria; allora il
califfo gli fece tagliare la mano destra. Giovanni Damasceno trascorse
tutta la notte in preghiera e promise a Dio che, se la mano gli fosse
stata restituita, avrebbe continuato a lottare in difesa delle icone; in
sogno gli apparve la Vergine che lo rassicurò, dicendogli: La tua mano
è guarita, compi quanto hai promesso. Al risveglio, miracolosamente di
nuovo integro, in segno di riconoscenza fece aggiungere una mano votiva
nella parte inferiore dell’icona: sarebbe, appunto, questa, il prototipo
dell’icona detta "La Vergine delle tre mani", che onora la
memoria di questo Santo. Quando, poi, Giovanni Damasceno si trasferì nel
monastero di San Saba in Palestina, dove morì centenario, portò con sé
l'icona, in seguito trasportata in Serbia dall'arcivescovo Saba e poi al
monastero greco di Chilandari, sul monte Athos, e fu qui che trovò una
nuova rappresentazione, con la terza mano che, come ex voto, invece di
pendere dal collo, esce dal manto della Vergine. Il 28 luglio 1663 il patriarca di Mosca, Nikon, chiese al monastero di
Chilandari una copia dell'icona, il cui culto cominciò, così a
diffondersi, come per le altre icone, anche in Russia.
Fondata su un ricordo storico, la terza mano, che evoca la mano votiva
fatta aggiungere da Giovanni Damasceno, offre, dunque, un’interpretazione
allegorica: è la mano soccorritrice della Madre di Dio, che sempre aiuta
il fedele, così come miracolosamente aiutò il suppliziato.
Madre di Dio delle Tre mani
prima metà del XIX secolo, proveniente dalla Russia
centrale, collezione privata
San Luca che dipinge la Vergine col Bambino
BIBLIOGRAFIA
M. Zibawi, Icone, Senso e storia,
Jaca Book, 1993, S. p. A. Milano.
Icone e Santi d’Oriente,
I parte, Electa, Gruppo editoriale l’Espresso, 2004, Roma.
Santi,
II parte, Electa, Gruppo editoriale l’Espresso 2004, Roma.
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