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Rembrandt, La Ronda di notte
Il ritratto di gruppo,
genere pittorico tipicamente olandese, esordì nel XVI secolo per
soddisfare le esigenze dei funzionari delle corporazioni, delle milizie
civiche e delle istituzioni caritatevoli che, con tali dipinti,
desideravano decorare le loro sedi.
Le composizioni erano
in genere statiche, con gli effigiati, che spesso arrivavano anche al
numero di venti e contribuivano tutti alla spesa del quadro, rigidamente
disposti in file parallele o a semicerchio, ma Rembrandt superò questo
schema convenzionale; esemplare al riguardo è il suo più famoso dipinto,
La ronda di notte, terminato nel 1642, l’anno della morte della
moglie Saskia.
Il 1642 fu un anno di
svolta nella vita di Rembrandt, con la scomparsa di Saskia si chiuse un
periodo di spensieratezza e di felicità, e La Ronda di notte
causò un allontanamento del pubblico nei suoi confronti (che si trovò,
cosi, doppiamente isolato), perché non incontrò il completo favore dei
committenti, ma fu un capolavoro, un’opera ambiziosa, di grande
complessità barocca, in cui si fusero magistralmente realismo e
simbolismo, e, grazie ad un abile gioco chiaroscurale, armonizzarono,
con sapienza, movimento, luce e colore.
La Ronda di notte
è un ritratto collettivo di una delle tante compagnie di milizie
borghesi, commissionato a Rembrandt nel febbraio del '40, ma sancì anche
la conclusione dei ritratti di gruppo delle milizie civiche, istituite
nel XV secolo per proteggere le città olandesi dagli Spagnoli durante la
guerra d’indipendenza, dunque per compiti militari, ma le cui le
funzioni erano diventate, poi, sempre più formali; pur mantenendo l’
immagine di baluardi della città e dei suoi privilegi, conquistati con
la fondazione della repubblica, caddero in disuso, nell’aspetto
militare, specialmente dopo che i Paesi Bassi settentrionali nel 1648
ebbero ottenuto l’indipendenza dalla Spagna (infatti al tempo di
Rembrandt la loro funzione era ormai soprattutto civile).
Il dipinto è stato
molto studiato e variamente interpretato; ad esempio vi è stata
ravvisata l’allegoria del trionfo di Amsterdam, ispirato ad un dramma
dello scrittore olandese contemporaneo Joost von den Vondel, ma, in
considerazione dell’approccio realistico di Rembrandt all’arte, risulta
più ragionevole pensare che rientri nella consolidata tradizione
olandese dei ritratti delle compagnie della guardia civica.
Opera ben diversa dalle
altre dello stesso genere, La ronda di notte è estremamente
innovativa, per la magistrale orchestrazione dei diversi gruppi in
movimento e per la ricchezza della trama luministica con cui riesce ad
esprimere una situazione comune.
Così un allievo di
Rembrandt, Samuel von Hoogstraten, si espresse sul quadro:
“E’ così pittorico
nella concezione, così impetuoso nei movimenti e così fortemente
espressivo che i quadri che gli figurano accanto sembrano al confronto
carte da gioco”.
Il celeberrimo dipinto,
che fa parte di un ciclo di sei grandi tele, fu commissionato, in
occasione dell’entrata in città di Maria de’ Medici (1639), a vari
artisti di Amsterdam, per commemorare nella Kloveniersdoelen (la sede
della milizia cittadina, un solenne edificio che sorgeva sulla Nieuwe
Doelenstraat) lo status della Guardia Civica, di cui facevano parte la
maggioranza dei ricchi notabili della città; oltre a Rembrandt, ne
ricevettero la commissione due suoi ex allievi, Backer e Flinck, il
ritrattista mondano Bartholomeus van der Heist, e il tedesco Joachim von
Sandrart. La celebrazione, però, segnò anche la conclusione del compito
degli archibugieri perchè, nel giro d'un decennio, persero gran parte
del loro potere.
Il quadro gli fu
commissionato dallo scabino1 Frans Banning Cocq,
medico di
professione, ma che
comandava una compagnia di archibugieri, i Kloveniers; ricco e
ambizioso, grazie ad un vantaggioso matrimonio aveva acquisito
denaro, proprietà e titoli, in un'ascesa che lo aveva portato a
diventare Borgomastro, ed anche la sua carriera nella Guardia Civica era
stata veloce.
Per lasciare memoria di
sé, e degli uomini che insieme a lui custodivano la pace della libera
Amsterdam, Frans Banning Cocq chiese a Rembrandt di ritrarlo insieme a
quindici dei suoi ufficiali, in modo tale da far risaltare il loro
aspetto marziale, in un quadro il cui tema doveva essere questo: il
capitano Cocq ordina al suo luogotenente di far marciare la truppa.
Il pagamento fu
pattuito in milleseicento fiorini, somma raggiunta perché ognuno dei
sedici effigiati contribuì con cento fiorini.
L’opera, che gli fu
ordinata quasi certamente nel dicembre del 1640 e lo impegnò fino alla
metà del 1642, rappresenta, appunto, la compagnia di archibugieri (o
moschettieri), del Capitano Frans Banning Cocq e del luogotenente Willem
van Ruytenburch; in origine era intitolata La compagnia del capitano
Banning Cocq, ma il titolo con il quale lo conosciamo ancora oggi,
popolare e scorretto, risale al Settecento e non corrisponde al vero
soggetto, ed è un falso anche il “notturno”, dal momento che la scena è
ambientata di giorno, non di notte, come ha rivelato la pulitura
eseguita nel 1946-47; fu l'ossidarsi delle vernici ad imprimere la
colorazione notturna accentuata fin dal Settecento.
La ronda di notte
rimase a lungo nella sua sede originaria, la Kloveniersdoelen di
Amsterdam, ma nel 1715 fu trasferita in una stanza del municipio di
Amsterdam, e collocata in uno spazio tra due porte (1715).
Dalla copia di Gerrit
Lundens, conservata alla National Gallery di Londra, si ha la conferma
che, durante il trasporto, il quadro fu mutilato, sul lato sinistro, da
dove fu asportata una striscia verticale di circa un metro di base (per
cui la figura dell'alabardiere, che ora si trova a filo del quadro,in
origine si trovava al centro di un gruppo di figure di cui oggi
rimangono solamente quelle di destra), e sul lato destro, dove fu
asportata una striscia di circa 30 cm.
Rembrandt, come
richiesto, immaginò la compagnia nell’atto d’intraprendere una marcia,
contro uno sfondo con una massiccia arcata simboleggiante la porta
della città da difendere.
Il fulcro della
composizione, come evidenziato da un fascio di luce proveniente
dall’alto (e ciò è indicato dall’ombra della mano sinistra del
capitano), è costituito dalle due figure del capitano Frans Banning Cocq
(in nero con la fascia rossa), ed il suo luogotenente (alla sua
sinistra), al quale ordina di far uscire la compagnia.
Fra i molti personaggi
della composizione c’è anche un tamburino, e pure una fanciulla, la cui
presenza ha dato adito a molte interpretazioni, che indossa una veste
chiara e porta attaccato alla cintola un gallo morto, forse in
allusione al nome del capitano, o forse per indicare un imminente
esercitazione di tiro della compagnia, ma può anche darsi che la figura
svolga soltanto una funzione di bilanciamento cromatico.
Nella tela le figure
non sono isolate le une dalle altre, pur fortemente caratterizzate, non
si isolano, ma si pongono in un dialogo interno accentuato anche dalla
presenza di elementi esterni e narrativi, come le figurette infantili e
il cane che abbaia; il ritmo compositivo si basa su due colori vivi
emergenti dall'ombra, il giallo e il rosso, che continuamente si
rispondono l'un l'altro.
Rembrandt impiegò due
anni per portare a termine quest’opera poderosa, che suscitò perplessità
nei committenti, che si riconoscevano, sì, nel quadro, ma non nella
posa, che non era certamente marziale, e che si vedevano ritratti come
un gruppo d’amici senza nobiltà.
Gli fu rimproverato dai
critici eccesso di originalità, di aver lavorato troppo secondo i propri
desideri, invece di concentrarsi sui singoli ritratti, e da più di un
committente di non essere stato sufficientemente valorizzato, pur
avendo regolarmente pagato, comparendo di scorcio, o col viso
seminascosto da un braccio, o da una spalla, e di aver introdotto nel
quadro degli intrusi, che probabilmente non avevano pagato niente,
che toglievano alla scena ogni serietà, come il tamburino, che con la
sua presenza alludeva a cerimonie festive, e la ragazzina, col gallo
attaccato alla cintola.
Ma con la sua
interpretazione realistica Rembrandt aveva trasformato il tradizionale
ritratto di gruppo in una scena piena d'azione, che illustrava il ruolo
di ciascuno, e da diversi critici del tempo abbiamo testimonianza della
fama (lo stesso capitano Cocq si fece fare anche una copia ad acquerello
del quadro) e dell'importanza che ebbe La ronda di notte nel
complesso dell'opera di Rembrandt.
Ed anche se le
mutilazioni subite dalla tela ne compromettono una lettura adeguata,
tuttavia intatti emergono il genio di Rembrandt ed il valore dell’opera,
rendendola, per la carica emotiva e per la scenografica intensità,
capolavoro indiscusso della nostra
civiltà.
NOTA
Lo scabino era un ufficiale destinato nel medioevo
nei paesi del nord dell’Europa altri paesi a vigilare sul buon ordine
della città ed anche a rendere giustizia.
BIBLIOGRAFIA
C. White, Rembrandt, Rusconi Libri S.p.A.
Edizione CDE spa- 1988, Milano.
Faggin, Monti,Ruggeri, Musei del mondo,
Rijksmusdeum, Mondadori 1969, Milano.
C. Brown, J. Kelch, P. van Thiel, Rembrandt,Dipinti,
Leonardo - De Luca editori, 1991, Roma.
ARTE, Leonardo Arte, 1997, Milano.
I grandi pittori, vol. III, De Agostini,
1987, Novara.
Francesca
Santucci
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