La
favola del riìddu
di
Marinella Fiume
Quando
i bambini vedevano arrivare alle prime case del paese il
vecchio pescatore di fiume, carico di nasse piene di
anguille e trote argentate, subito lo fermavano tra gli
schiamazzi e gli si mettevano attorno: - Pisciàru,
pisciàru, resta qua, non scappar via, non te ne andare a
vendere il tuo pesce prima di averci raccontato la storia
del riìddu, l’uccellino più piccolo che c’è!…
E
il pisciàru, togliendosi il cappello di paglia e mettendosi
a sedere su un sasso, raccontava ancora una volta con la
voce melodiosa e roca ma stanca che ha l’usignolo di fiume
prima di addormentarsi sotto l’ala, aspettando di vedere
le loro faccine incantesimate, la storia nata nei tempi
remoti quando Dio diede il nome alle cose e agli animali del
creato:
-
Una volta, tutti gli uccelli dell’universo fecero una gara
a chi volava più in alto, chi vinceva era lui il re. Senza
farsi vedere né sentire, l’uccellino più piccolo che c’è
si mise sull’ala dell’aquila, e quella acchianò,
acchianò, acchianò, chissà dove arrivò l’aquila
maestosa!?… Ma, a un certo punto, disse: "Basta! Non
ce la faccio più, ritorno a terra, tanto non vedo nessun
altro uccello che sia stato capace di salire fin
quassù!". Allora, l’uccellino più piccolo che c’è
ammiscò una steccata e acchianò più su dell’aquila.
Tutti
gli altri uccelli si misero a gridare lanciando alti
strepiti: "È iddu u re, u re è iddu!". E così,
l’uccellino più piccolo che c’è diventò il re degli
uccelli e prese il nome di Riìddu.