Francesca Santucci

LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO

di P. I. Ciaikowskij

 

   

Nel castello di re Florestano si festeggia il battesimo della principessina Aurora.
Tutte le fate le danzano intorno per proteggerla ma, mentre la Fata dei Lillà sta per chinarsi sulla culla della neonata, irrompe la fata Carabosse che, offesa per non essere stata invitata, lancia su Aurora una maledizione, predicendo che a sedici anni si pungerà un dito e cadrà in un sonno eterno simile alla morte.
La fata buona, la Fata dei Lillà, interviene prontamente assicurando che la principessina cadrà, sì, in quel sonno profondo, ma ne sarà risvegliata dal bacio di un principe innamorato, col quale si sposerà e vivrà felice e contenta.
Sedici anni dopo il re Florestano presenta ad Aurora i pretendenti alla sua mano ma, durante la festa, Aurora si punge un dito con il fuso portole da una vecchietta, che altri non è che la malvagia fata Carabosse.
Subito la profezia si avvera: il castello, ricoperto da un fitto bosco, scompare e tutti i suoi abitanti vengono avvinti da un sonno profondo.
Cento anni dopo il principe Desiré, stanco della vita e desideroso di un amore sincero, mentre è malinconicamente appartato, incontra la Fata dei Lillà, che gli  rivela della principessa addormentata nel bosco  e gli consiglia di avventurarvisi per cercarla. Il principe segue il suo consiglio, trova Aurora, se ne innamora all’istante e la  bacia. 
Il fragore di un tuono risveglia Aurora e tutta la corte e, tra la folla dei personaggi festanti, Arlecchino, Colombina, la Principessa Fiorina, Cappuccetto rosso, il lupo e Pollicino, Aurora e Desiré dichiarano il loro amore in un grandioso pas de deux, trascinando in una danza collettiva l’intera corte.
"La bella addormentata nel bosco", balletto fiabesco- spettacolare del tardo Romanticismo, tratto dalla fiaba di Perrault, inserito nel ciclo dei "Contes de ma mère l'oie", I racconti di mamma oca, è considerato il capolavoro di Marius Petipa.
Rappresentato per la prima volta nel 1890, al teatro Marinkiji di Pietroburgo, dove ebbe come interprete di Aurora la ballerina italiana Carlotta Brianza, dinanzi ad un pubblico aristocratico, assunse subito il significato di metafora: nella corte del re Florestano che si risvegliava dopo cento anni felice, come se nulla fosse accaduto, si alludeva, infatti, alla corte di Pietroburgo, che dormiva anch’essa un suo sonno.
In perfetta intesa col coreografo Petipa, che lo aveva costretto a seguire un determinato itinerario narrativo- coreografico, abbandonandosi interamente alla vena melodica Ciaikowski seppe musicare  splendidamente il balletto, legando tra loro i vari episodi col filo conduttore dell’eterno contrasto tra il Bene e il Male, rappresentato dalla rivalità tra la Fata dei Lillà e laFata Carabosse, regalando al pubblico un autentico balletto d’azione.
Inizialmente la ricchezza sinfonica del musicista parve eccessiva per un balletto ma, in seguito,  fu apprezzato proprio per l’atmosfera festante, sottolineata dal virtuosismo delle danze, autentici pezzi di bravura, secondo i dettami del balletto classico che, nello spettacolo danzato, prediligeva un breve racconto, che doveva servire solo da pretesto per lo sfoggio della tecnica accademica.
"La bella addormentata" si rivelò essere in tal senso un autentico capolavoro, un’apoteosi del genere, poiché coreografie, musica e soggetto concorsero armoniosamente all’unità artistica e alla piacevolezza dell’opera: ancora oggi l’Adagio della Rosa, le Variazioni delle fate e di Aurora, il passo a due degli Uccelli azzurri, il grand pas de deux classique, si rivelano di un inventiva, di un estro e di un preziosismo incredibili. Il virtuosismo delle esibizioni non è mai privo di stile, basti ricordare l’elegante volo dell’Uccello azzurro di Soloviov o al calore drammatico conferito allo sbiadito ruolo del Principe dal grande Nureyev.
Per il personaggio di Aurora, poi, occorrono sia forti muscoli, per l’estenuante lunghezza della parte, sia grande tecnica accademica, ed esemplari in tal senso sono l’Adagio della Rosa e la promenade in attitude di Aurora che passa da un cavaliere all’altro senza mai scendere dalle punte.
Nel complesso questo balletto si sviluppa in una sintonia perfetta, con uno svolgimento serrato della vicenda, con colpi di scena e con una definizione umana dei personaggi attraverso la danza.
Continuamente rappresentato, anche variamente rielaborato, "La Bella addormentata
"  continua ancora oggi ad affascinare per la componente fiabesca, che sollecita il sentimento dell’infanzia, ma anche per la poeticità regalata dall’armonia, dalla grazia e dall’assoluta bellezza unitaria delle danze e della musica.

 

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