Dal libro “Donne protagoniste”
di Francesca Santucci

Edizioni Il Foglio, maggio 2004

 

Judith Leyster

(1609-1660)

 

 

Attiva fin dall'inizio del XVII secolo, in un'epoca in cui assai rare erano le pittrici,  dotata di grande talento, spigliata e sicura di sé, come appare dai ritratti, prima donna ad essere ammessa nella Gilda di San Luca della sua città natale, Judith Leyster si specializzò nella pittura di genere, ritraendo soprattutto bambini, ma anche suggestivi ritratti, scene di vita quotidiana, splendide nature morte, disegni di botanica ed acquerelli.
Nata ad Haarlem nel 1609, incerte sono le notizie sulla sua formazione e sulla sua produzione che, inizialmente, era stata attribuita interamente al marito, Jan Miense Molenaer, anch'egli affermato pittore di genere. Pare, comunque, che avesse svolto l'apprendistato nella  bottega di Frans Pieters, ma non sappiamo se poi sia stata effettivamente allieva di Frans Hals, il caposcuola della pittura olandese del Seicento (con il quale i rapporti si conclusero con una lite quando, nel 1635, Hals fu citato dalla Leyster per aver assunto un apprendista che aveva abbandonato la bottega della pittrice), certamente, però,  ne subì l'influsso e tentò, unica fra i contemporanei, di imitare la tecnica del maestro, e questo è avvalorato dalla sua copia del quadro di Hals, Il buffone, eseguita  nel 1626 e che le sarebbe stato impossibile creare se si fosse trovata nella bottega di qualche altro pittore, ed anche dall'influenza rilevabile in altre opere come, ad esempio, La serenata.
Il quadro che sancì lo status di artista della Leyster fu il suo  Autoritratto  del 1631, in cui si ritrasse sorridente verso lo spettatore  (seguendo le concezioni di Hals e di Miense Molenaer che, in opposizione alla consuetudine degli altri artisti del tempo, ritenevano che ritrarre  persone sorridenti ne animasse il volto), seduta davanti al cavalletto in atto di dipingere, ma con indosso non abiti da lavoro, bensì vesti eleganti.
Fu nel  1636 che  la Leyster sposò  Jan Miense Molenaer, pittore già famoso, e  la coppia si trasferì ad Amsterdam. 
Con il matrimonio mutò la sua condizione sociale e cambiarono anche i suoi interessi pittorici, che la portarono ad avvicinarsi maggiormente a quelli del marito, cominciando a ritrarre scene di vita dei ceti più umili e a specializzarsi nei ritratti per i quali è giustamente ricordata.
Dipingendo direttamente sulla tela, senza disegni preparatori, ma con studi meticolosi  sugli effetti e sui giochi  di luce per far risaltare maggiormente  l'espressività e la vitalità degli esseri umani, ritraendo  spesso i soggetti a figura intera, Judith Leyster diede vita ad una galleria di personaggi comuni,  come i  giocatori di carte, i bevitori, i fumatori, i suonatori ,  in uno stile vivace e realistico che ancora oggi affascina, e che la colloca  indiscutibilmente tra le migliori  pittrici di genere.

Francesca Santucci