Attiva fin dall'inizio
del XVII secolo, in un'epoca in cui assai rare erano le pittrici,
dotata di grande talento, spigliata e sicura di sé, come appare dai
ritratti, prima donna ad essere ammessa nella Gilda di San Luca della sua
città natale, Judith Leyster si specializzò nella pittura di genere,
ritraendo soprattutto bambini, ma anche suggestivi ritratti, scene di vita quotidiana, splendide nature morte,
disegni di botanica ed acquerelli.
Nata
ad Haarlem nel 1609, incerte sono le notizie sulla
sua formazione e sulla sua produzione che, inizialmente, era stata
attribuita interamente al marito, Jan Miense Molenaer, anch'egli affermato
pittore di genere. Pare, comunque, che avesse svolto l'apprendistato
nella bottega di Frans Pieters, ma non sappiamo se poi sia stata
effettivamente allieva di Frans Hals, il caposcuola della pittura olandese
del Seicento (con il quale i rapporti si conclusero con una lite quando,
nel 1635, Hals fu citato dalla Leyster per aver assunto un apprendista che
aveva abbandonato la bottega della pittrice), certamente, però, ne
subì l'influsso e tentò, unica fra i contemporanei, di imitare la
tecnica del maestro, e questo è avvalorato dalla sua copia del quadro di
Hals, Il buffone, eseguita nel 1626 e che le sarebbe
stato impossibile creare se si fosse trovata nella bottega di qualche
altro pittore, ed anche dall'influenza rilevabile in altre opere come, ad
esempio, La serenata.
Il
quadro che sancì lo status di artista della Leyster fu il suo Autoritratto del 1631, in cui si ritrasse sorridente verso lo
spettatore (seguendo le concezioni di Hals e di Miense Molenaer che, in opposizione
alla consuetudine degli altri artisti del tempo, ritenevano che
ritrarre persone sorridenti ne animasse il volto), seduta davanti al
cavalletto in atto di dipingere, ma con indosso non abiti da lavoro,
bensì vesti eleganti.
Fu nel 1636 che la Leyster sposò
Jan Miense Molenaer, pittore già famoso, e la coppia si trasferì
ad Amsterdam.
Con il matrimonio mutò la sua condizione sociale e
cambiarono anche i suoi interessi pittorici, che la portarono ad
avvicinarsi maggiormente a quelli del marito, cominciando a ritrarre scene
di vita dei ceti più umili e a specializzarsi nei ritratti per i quali è
giustamente ricordata.
Dipingendo direttamente sulla tela, senza
disegni preparatori, ma con studi meticolosi sugli effetti e sui
giochi di luce per far risaltare maggiormente l'espressività
e la vitalità degli esseri umani, ritraendo spesso i soggetti a figura intera, Judith
Leyster diede vita ad una galleria di personaggi comuni, come i
giocatori di carte, i bevitori, i fumatori, i suonatori , in uno
stile vivace e realistico che ancora oggi affascina, e che la colloca
indiscutibilmente tra le migliori pittrici di genere.
Francesca Santucci