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DA PANORAMA
In un villaggio del Rajastan (India)
LA RAGAZZA (SOPRA) VISSUTA
Il primo matrimonio dopo 110 anni!
Nel bel mezzo delle elezioni
politiche, il “Times of India” ha pubblicato una notizia, sensazionale al
punto tale da passare avanti perfino ai consueti reportage di prima pagina
sull’andamento delle elezioni. Nel villaggio di Devra,
situato nello Stato desertico del Rajastan, si è sposata una ragazza. Ciò
che in India, di solito, è una quotidianità che passa inosservata, in questo
caso è un evento unico; infatti la ragazza, di cui non si è ritenuto
opportuno menzionare il nome per far apparire solo quello del padre, Inder
Singh, era il primo essere femminile a contrarre matrimonio in questo
villaggio negli ultimi 110 anni. Ecco la soluzione del
rebus: si tratta della prima ragazza rimasta in vita negli ultimi 110 anni.
Per tutte le altre ragazze erano stati presi provvedimenti tali da far sì
che non arrivassero all’età del matrimonio: venivano annegate nel latte
subito dopo la nascita, soffocate con un cuscino o semplicemente alimentate
con dell’oppio, disponibile in ogni casa del Rajastan. Contro questa usanza nessuno
aveva finora protestato, nemmeno le madri provenienti da altri villaggi alle
quali era stato inculcato, fin da piccole, come del resto a tutte le
ragazze in India, che il loro destino è di servire il futuro marito e
dargli figli maschi, in nessun caso, però, figlie femmine. Questo vale anche per altre
parti dell’India, dove le bambine vengono uccise da piccole in modo analogo,
senza ritegno e senza pensarci su due volte perché, più tardi, le famiglie
possano disfarsene solo dandole in sposa ad un uomo, che spesso rovina la
famiglia con le sue pretese di dote. Il caso della figlia di
Inder Singh è venuto alla ribalta semplicemente perché si tratta di un vero
colpo di fortuna poiché, a suo tempo, quando sua madre era incinta di lei,
tornò dai suoi genitori, nel villaggio vicino dove, a dire il vero, non era
meno praticata l’usanza di uccidere le figlie neonate, anche se in modo meno
spietato di quello praticato a Devra. Quindi la ragazzina, rimasta dai
nonni, è stata lasciata in vita. Trascorsi 10 anni è tornata
a Devra, dove ha avuto un altro colpo di fortuna: il suo arrivo è coinciso
con la conclusione, a favore della sua famiglia, di un importantissimo
affare e, data la superstizione tuttora viva, si è sparsa la voce che, da
quando c’è questa ragazza, la casa è sotto una buona stella. Morale: lei ce
l’ha fatta a rimanere in vita.Ma viene spontaneo chiedersi: qualora, più
tardi, le nascesse una figlia, sarà altrettanto fortunata? Nella società
indiana, notoriamente maschilista, nemmeno le femmine delle città ritenute
progredite hanno buone chances. E’ vero che da qualche tempo i tests per la
determinazione del sesso del nascituro sono proibiti, ma le cliniche
private, con amniocentesi ad ultrasuoni, fanno affari d’oro. Se il feto è di
sesso femminile viene, nella maggior parte dei casi, abortito. Il divieto
esiste solo sulla carta. Da un po’ di tempo appaiono un po’ ovunque annunci
che promettono: mediante separazione dei cromosomi X e Y nello sperma, le
probabilità che il vostro prossimo bambino sia maschio sono del 70%. Nessuno si preoccupa delle
conseguenze di una selezione del genere. Allo stesso modo, nessuno in India
si preoccupa del fatto che, da anni, la percentuale femminile della
popolazione è in continua quanto drastica diminuzione. Il censimento del 1961
mostrava ancora 972 donne per ogni 1000 uomini, nel 1991 le donne erano
scese a 927, negli Stati arretrati come Bihar, Uttar Pradesh e Rajastan, in
vaste estensioni le donne risultavano essere perfino solo 600 per ogni 1000
uomini. A Delhi, la Commissione
Della Donna, nel suo più recente messaggio, riporta che alle femmine
viene sistematicamente negata un’alimentazione sufficiente o le cure
mediche: fin da piccole devono combattere per la propria sopravvivenza. Un quarto dei 13 milioni di
femmine che nascono ogni anno non raggiunge il 15esimo anno di vita. Il più
recente censimento ha dimostrato che nella capitale indiana il numero delle
donne è inferiore di 900 000 rispetto a quello degli uomini. Nella fascia di
età da 0 a 5 anni si contano 71000 femmine in meno rispetto ai maschi e la
tendenza attuale è verso un ulteriore peggioramento della situazione. In India, nella valutazione
dei valori, le donne continuano a contare nulla. Come dice un proverbio:
crescere una femmina equivale ad annaffiare il giardino del vicino!
Tradotto dal tedesco da Hélène Heret
Gabriele Venzky
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