Macchine da cucire per le donne dell'India

 (Hélène Ehret con i  "suoi" bambini)

Macchine da cucire per le donne dell'India

L'ultima iniziativa di Hélène Ehret: cento euro per dare opportunità di lavoro a vedove e madri

SCANZOROSCIATE Ore 22,30, il telefono dell'associazione onlus «Children's home» squilla ancora: una coppia di coniugi di Salerno vuole adottare a distanza due bambini di Calcutta. È un gesto di solidarietà che giorno dopo giorno ha fatto crescere una grande famiglia dove la distanza è puramente geografica perché il cuore batte all'unisono per i tremila bambini adottati.
È il cuore di Hélène Ehret che da dieci anni sta portando avanti un progetto di solidarietà denominato «Missione Calcutta» in collaborazione con le Suore di Madre Teresa di Calcutta, gli istituti religiosi del centro di «Seva Kendra» (Centro di aiuto) che operano sotto l'egida dell'Arcivescovo di Calcutta e i Salesiani di Don Bosco. I tremila bambini, grazie al contributo annuale di 156 euro di tante famiglie bergamasche, crescono negli istituti, studiano - un ragazzo sta diventando ingegnere -, imparano un lavoro. Hélène Ehret, alsaziana di nascita, interprete per 35 anni alla Reggiani e alla Legler, oggi dedica tutto il suo tempo per salvare dalla strada, dalla povertà, dall'ignoranza i bambini di una delle zone più povere dell'India.
«In India anche una tazza di tè fa la differenza per molte persone – racconta Hélène con quell'accento francese che la contraddistingue –. Ci sono famiglie poverissime, ci sono nuclei familiari emarginati da tutti perché sono tribali. Hanno sempre vissuto nella foresta, hanno una propria lingua, usi e costumi totalmente differenti. I disboscamenti continui li costringono a lasciare la foresta, e così la loro condizione di vita diventa difficilissima perché non capiscono la lingua e non avendo le stesse abitudini alimentari, spesso muoiono di stenti e malattie». Hèlène tende di nuovo la mano e mette in campo un progetto con i Salesiani di Calcutta: la costruzione di 50 case nel villaggio di Azimganj proprio per la popolazione indigena di Santhal. Ogni casa costa circa 1.500 euro e ogni finanziamento dà lavoro alla gente del posto.
«C'è anche il problema dell'acqua – continua Hélène –. Molte volte le donne devono percorrere chilometri a piedi per trovare pozzi con acqua perché spesso sono prosciugati. Ho pensato anche a questo e sono riuscita a far costruire 41 pozzi. Ognuno costa tra i 1.500 e 2.500 euro in base alla profondità. Trovare i finanziamenti non è facile ma per fortuna c'è sempre qualcuno che mi aiuta. Come per l'ampliamento dell'istituto dei Salesiani dove studiano molti dei bambini adottati a distanza, i 50 mila euro necessari me li ha donati Lara Cribì proprietaria della Mobylines che avevo conosciuto quando facevo l'interprete alla Reggiani».
L'operato di Hélène non si ferma qui. Ha messo in campo un altro progetto: la costruzione di un ospedale, «Alternative Health care clinic», per curare con le medicine alternative, oggi già operativo e funzionante come day hospital. Costo dell'opera: 150 milioni delle vecchie lire.
«Ogni giorno vengono curati circa 300 malati, molti dei quali necessitano di fisioterapia; altri hanno malattie agli occhi, causa la scarsa alimentazione. Anche questa struttura è stata realizzata grazie al contributo di tante persone. Recentemente una signora mi ha regalato 60 milioni per completare le ultime rifiniture». Ma Hèlène pensa anche alle donne, soprattutto a quelle che rimangono vedove con figli e di conseguenza emarginate da tutti. Compra macchine da cucire e bufale per il loro sostentamento e quello dei figli.
Per chi volesse aderire il costo è di 100 euro per la macchina da cucire e 250 per la mucca. Ora l'associazione lancia un appello per i 150 ragazzi la cui adozione a distanza non è stata più rinnovata e di conseguenza rischiano di non poter più continuare a studiare.
Il lavoro di Hélène è stato illustrato a tutti i sostenitori nell'auditorium del centro culturale di San Bartolomeo e verrà presentato nel Comune di Brignano il prossimo 25 giugno. Il sito internet dell'associazione è www. missionecalcutta. it e il telefono della sede di via Ambrosoli 7, a Scanzorosciate, è 035/668117.


Paola Rizzi

(da L'Eco di Bergamo, 11/6/2003)