I
racconti fantastici
Composti tra il 1867 e il 1868 su
modello di quelli di Poe, Hoffman,
Erckmann e Chatriau, i Racconti
Fantastici danno inizio all’ultimo
intenso anno dell’attività tarchettiana,
caratterizzato da privazioni e
malattie,che sarebbe approdato al triste
epilogo della sua vicenda letteraria ed
umana: la morte per tisi e tifo a soli
ventotto anni. Caratterizzati tutti
dall’elemento fantastico, in continua
sospensione tra il sogno e la realtà,
riflettono l’interesse dello scrittore
per il notturno, l’ombra, il
fiabesco, l’inquietudine, la follia, lo
spiritismo, il sovrannaturale, non
esente da ironia, dubbio e scetticismo,
e sono tutti accomunati dalla volontà
dell’autore di ricondurli a casi
clinici, esposti come resoconti di fatti
concreti .
Nel racconto
I fatali l’elemento del
sovrannaturale si mescola a quello
sentimentale, la jettatura alle
peripezie amorose del nobile Sagrezwitz,
rilevando l’influenza nefasta esercitata
da alcuni strani personaggi sulla
realtà.
In
Le leggende del castello nero,
tra delirio e ricordo ,ritroviamo il
tema delle metempsicosi.
Nel racconto
La lettera U (Manoscritto d’un
pazzo), sicuramente il più
originale, troviamo espresso il tema
della follia di un uomo ossessionato
dalla lettera U.
Un osso di morto è la storia
di uno scheletro che va a riprendersi
dalla scrivania dell’autore la rotella
del proprio ginocchio adibita a
calcafogli.
In
Uno spirito in un lampone un
barone, dopo aver mangiato dei lamponi,
si ritrova posseduto dallo spirito di
una fanciulla misteriosamente scomparsa
da un castello.
Tutti i racconti sono in bilico tra
illusione e certezza, fantastico e
reale, ombra e luce, in un gioco
tipicamente tarchettiano che al lettore
nega e concede, con un ben chiaro
avvertimento, però:”Lascio a chi mi
legge l’apprezzamento del fatto
inesplicabile che sto per raccontare”.
Francesca Santucci
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