Francesca Santucci

 

Le affinità elettive

 

 

Composto tra il 1808 e il 1809, "Le affinità elettive", il famoso romanzo di Goethe, sovente considerato, insieme a "Guerra e pace", il più bel romanzo dell’Ottocento, esprime l’intuizione sinistra del destino e della natura, concezione elaborata proprio in quegli anni dall’autore.
La vicenda si snoda in un luogo imprecisato della Germania, in un anno indeterminato del diciottesimo secolo.
In un castello, situato al centro di un rigoglioso parco, abita Edoardo, ricco barone nel fiore della virilità, insieme alla moglie Carlotta.
Privi di ogni sorta di preoccupazioni, al riparo dal mondo, Edoardo e Carlotta sono votati alla cura della loro tenuta, della casa, del giardino, e si dedicano alla lettura e alla musica, ma già il destino è in agguato, pronto ad irrompere nella quiete della loro esistenza e a turbare gli animi tranquilli.
La coppia, non senza riluttanze della donna, quasi presaga della bufera che sta per abbattersi sulla loro vita, invita al castello prima un amico di gioventù di Edoardo, "il Capitano", e poi la nipote Ottilia, ed ecco che si scatenano le "affinità elettive".
Edoardo s’innamora di Ottilia e Carlotta del Capitano; l’epilogo della vicenda sarà drammatico: un matrimonio distrutto e tre persone morte prematuramente.
Tutto il romanzo si svolge in uno spazio circoscritto, chiuso in se stesso, all’interno di un castello protetto da un giardino che lo isola perfettamente dall’esterno, in cui sovrani regnano i quattro abitanti, conducendo un’esistenza civile ed amabile, dilettata da belle musiche e conversazioni piacevoli, turbata solo dall’innescarsi dell’amore che turberà gli animi in profondità, sconvolgendoli fino alla tragedia.
Edoardo è il principe di questo castello; ottimo conversatore di mondo, frivolo e brillante, conosce la musica, l’arte della scrittura e della recitazione, la fisica e la chimica. Capriccioso e viziato, non ascolta la voce del dovere e non comprende i sentimenti altrui, irresponsabile, ambisce solo a realizzare i propri sogni, convinto che la realtà debba piegarsi alla forza dei sentimenti. Testardo e infantile, è però anche amabile, tanto da sedurre ed affascinare, prima Carlotta, poi Ottilia. 
Emulo di Werther, l’altro grande personaggio goethiano, quando è assalito dall’amore lo trasforma subito in passione ardente, folle ed esaltata, che lo condurrà prima alla solitudine e poi alla morte.
In Carlotta è possibile ravvisare una figlia del secolo dei lumi; moderata, tranquilla, obbediente alle regole del vivere civile, attenta ai nessi tra le cose della vita, difende i valori prestabiliti e, incline al razionalismo, è convinta di poter domare i disordini indotti dai sentimenti. Dedita soprattutto al culto della ragione, finisce per non comprendere la passione, la natura e la morte, i tre elementi fondamentali del romanzo; è convinta di poter arginare i pericoli causati dagli slanci degli esseri uomini con le sue virtù, ed è per questo che, intorno al suo matrimonio, costruisce un cerchio perfetto, che sarà infranto con l’arrivo del Capitano.
Il Capitano è un amico di gioventù di Edoardo; scrupoloso, meticoloso, appena giunge al castello subito s’ingegna per trasformare "il caos in ordine", disegnando carte topografiche della tenuta, registrando documenti ed ordinando gli appunti di Edoardo. Con il suo modo di fare e di pensare, tanto simile a quello di Carlotta, inizialmente diffidente nei suoi confronti, finirà per conquistare il favore della donna che riconoscerà in lui un’anima affine alla propria.
Ottilia inizialmente è un frutto richiuso; non si manifesta, non si mette in mostra, non è disinvolta, non ha grazia nel danzare e la sua conversazione non è brillante, sembra che le sue possibilità siano state impedite a divenire capacità. Proiettata nella propria intimità, sembra essere una donna più vicina all’ombra che alla luce, ma, per straordinaria metamorfosi, nel castello, abbandonando la tenebra che, fino ad allora, ha circondato la sua esistenza, comincia a superare gli impacci iniziali, dimostrandosi comunicativa e intelligente, rivelandosi alla luce e, presenza benefica, irraggiandola anche su Edoardo e sul Capitano, affascinandoli e smussandone gli aspetti più spigolosi del carattere.
Ci sono cose che il destino si propone ostinatamente. Invano gli attraversano la strada la ragione e la virtù, il dovere e tutto ciò che c’è di più sacro; qualcosa deve accadere, che per lui è giusto, che a noi non sembra giusto; e possiamo comportarci come vogliamo, alla fine è lui che vince.
Tra i quattro personaggi, in magica alchimia, si scatenerà l’affinità elettiva, un’attrazione magnetica che guiderà Edoardo verso Ottilia e Carlotta verso il Capitano; il destino inevitabile irromperà sulla scena, turbando irrimediabilmente l’esistenza serena, scatenando passioni contro le quali nulla potranno né la ragione né la virtù.

Francesca Santucci