Pur nel rispetto
dei ruoli, pur ribadendo il "no" al sacerdozio femminile (e come
potrebbe essere diversamente? Accettandolo s’infrangerebbe un punto
fondamentale del Magistero cattolico), Papa Giovanni Paolo II seppe
riconoscere la dignità ed il valore delle donne, e già nel 1988 si
pronunciò in loro sostegno con la lettera apostolica "Mulieris
dignitatem"; piace qui, ora che il mondo intero, uomini e donne,
è rimasto privo della Sua illuminante ed instancabile opera, ricordare
alcuni passaggi d’un altro Suo importante documento del 1995, "La
lettera alle donne": è il nostro modo di dirgli “grazie!”.
Francesca Santucci
Papa Giovanni
Paolo II
Dalla "LETTERA
ALLE DONNE"
Grazie a te,
donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel
travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il
bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno
della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della
vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a
quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della
comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo
familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della
tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della
tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della
vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per
l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura
capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita
sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture
economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle
donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e
fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a
vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime
meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua
creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la
percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la
comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti
umani.
Ma il grazie non basta, lo so. Siamo purtroppo eredi di una storia di
enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine,
hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua
dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e
persino ridotta in servitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo
se stessa, e ha impoverito l'intera umanità di autentiche ricchezze
spirituali.
…Vegli Maria, Regina
dell'amore, sulle donne e sulla loro missione al servizio
dell'umanità, della pace, della diffusione del Regno di Dio!
Con la mia Benedizione.
Dal Vaticano, 29 giugno 1995, Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Per leggere la
lettera integralmente:
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/documents/hf_jpii_let_29061995_women_it.html |