Francesca Santucci
Fedra e Ippolito
Ho ogni furia d’amore!
È con questa frase che Fedra rivela alla nutrice l’amore segreto,
non corrisposto, che nutre per Ippolito, figlio di suo marito Teseo. Rivela
l’amore, non il nome di colui che ama, e già questo indica che la donna vive
il suo sentimento come colpa. Ha, infatti, precedentemente detto:Fosse
agli Dei piaciuto che altrettanto pulito avessi il cuore.
E, nel dialogo
con Ippolito, prosegue: Amo, ma nell’attimo stesso che t’amo, non pensare che
m’approvi e che mi veda innocente.
In Fedra dunque l’amore è febbre, tormento, passione insana della quale si
vergogna perché l’ha condotta alla degradazione di se stessa, contro la quale ha
anche lottato fingendo di odiare Ippolito, ma contro cui nulla può perché il suo
destino è già segnato: Fu il Cielo a porre un fuoco funesto nel mio
petto…
Fondamentale in “Fedra”, come del resto in tutte le tragedie di
Racine, è l’inutilità
della lotta dell’uomo contro le forze invincibili che lo sovrastano e lo
distruggono. Il messaggio dell’autore sembra, infatti, essere proprio questo:
in questo mondo non è facile essere uomini, ed essere uomini felici è addirittura
impossibile perché vi sono delle forze misteriose che ci ostacolano.
Tra tutte le forze misteriose che dominano la vita umana la più grande, la più forte, è la
passione amorosa, sulla quale, comunque il destino avverso, il fato crudele,
finisce per prevalere. Infatti Fedra viene annientata dal suo stesso sentimento,
attraverso cui rivela la sua natura profonda di donna, che la condurrà prima
alla solitudine, poi alla sofferenza devastante, infine alla morte.
Per
quest’opera, come per le altre opere di Racine, vale la convinzione
dell’autore che l’uomo, ossessionato dalla vana ricerca della felicità,
viene dominato dai suoi desideri e resta intrappolato in amori imprevedibili
che, inevitabilmente, conducono alla catastrofe finale.
“Fedra”,direttamente ispirata all’omonima di Euripide, è forse il capolavoro di
Racine, il maggior drammaturgo dell’età di Luigi XIV, poiché offre la
visione in profondità dell’animo umano, dove albergano mostri intangibili ma
egualmente pericolosi come quelli personalmente affrontati da Teseo: i desideri,
le pulsioni, le passioni. Saranno proprio questi sentimenti, mescolati in modo
irrazionale, a causare la distruzione e la devastazione morale e fisica dei
personaggi.
Francesca Santucci
|
|