Euridice
Allontana i tuoi passi
dalla mia notte,
rauco Orfeo,
non ti voltare
se la mia voce ti chiama
e ti lusinga.
Se mi guardi
é cenere il mio sangue
i miei piedi
un blocco di cemento.
Ho contato mille volte
gli aironi
oltre la roccia scura
che mi bendava gli occhi
e ho cercato la luce
nel ricordo del canto
che mi spezzava il cuore.
Ma seppi troppo tardi
che non fu amore
a spingerti
nel fuoco del mio inferno
e questo andare avanti
senza ali,
questo precederti cieco
nella solitudine
é la condanna che predissero
gli aruspici rivoltando
viscere d'agnello
accanto alla mia culla.
Il mio lamento é muto
non pretende pietà
nè la dispensa.
Dirotta la tua voce
ad altri orecchi,
che mi si tolgano
tutti e cinque i sensi
che il mio petto non accolga
mai più altro richiamo,
che mi si lasci errare
per le vie del buio
prima di morire una volta
ancora nell'illusione
di essere raggiunta.
Anna Maria Bonfiglio
dalla raccolta
Le voci e la memoria
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