"Congedo anche alla religione. Ormai sono a destinazione (…) Di questo, sono certo: io son giunto alla disperazione calma, senza sgomento."
(Giorgio Caproni)
Dentro l'estate dei giorni di Eleonora Bellini
I
I tuoi sandali son corti, Caterina, per scalare il monte Bulgheria. Ed anche i miei. È’ festa sulla cresta dell'onda e tra gli ulivi la cicala suona, ora che tanti colori frange nel sonoro argento il mare. È’ festa agli occhi ed alle risa chiare, alle ragazze. Festa d'amore, festa da passare (come il tempo).
La mattina il sole si leva dietro il monte, s'irradia impercettibile sul giorno e ne rivela un guscio prigioniero, la conchiglia dei notturni sogni.
II
Vieni. Ed ascolta delle folle riunite il mormorare, l'orazione levata alle madonne pagane ed immobili ed occulte, di smalti e d’oro.
(Anche noi fummo madonne del latte per un poco, con i bimbi al seno e con il pianto delle verginità perdute, delle leggende infrante…) (…)
V
Tu, Silvia, pescatrice di giochi dentro l’onda, segui la pietra pomice leggera, l’assurdo di un sasso che naviga e galleggia. Questo tuo tuffo è un riso, il mio ora è un’angoscia, un guizzo d’argento poi sommerso. E’ sempre fuga. Una nuova fuga dagli abbagli e dalle cattedrali che l’arsura innalza interrompendo la distesa sovrana dei deserti, e poi non regge alla voce suadente che l’invoca e che rinnova la tavola del mare. Pelagus? Aequor?
VI
Silvia, che non sai il latino. E l’acerba età ti vieta ancora tanti dolori. Dolori e piaceri di poeti piaceri e dolori della carne, attimi di fuoco e lame di freddo che ora non mi è lieve sopportare. (…) Bianca rimane come in sogno la mia mente. Ed il mio sogno è pace.
(…)
dal poemetto Dentro l’estate dei giorni, Villammare (SA), 1985.
|