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Il Decamerone di Giovanni Boccaccio
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Nel Decamerone Boccaccio, acuto osservatore della realtà,
assegna un
ruolo preminente all’amore, che considera componente fondamentale della
vita, sia esso sublime o sensuale, gioia dell’esistenza e mai peccato.
Contrariamente a quanto si possa pensare, pur privilegiando l’aspetto vitalistico, non descrive il sentimento d’amore come avventura
esclusivamente erotica, ma in tutti i suoi aspetti, tenero, felice,
tragico, spirituale, sublime. Purtroppo, proprio per l’importanza
assegnata alla componente sensuale, nel tempo il Decamerone ha trasmesso
di sé un’immagine distorta, alterata, che ne ha spesso ridotto il
significato a quello di libro erotico (di qui la particolare connotazione
dell’aggettivo “boccaccesco ”), ma sarebbe inesatto e riduttivo
insistere su tale filone interpretativo. In realtà in tutte le novelle che
si occupano dell’amore, considerato sempre come istinto naturale e
positivo, il tema viene affrontato in modo complesso ed articolato,
secondo i moduli dell’amor cortese e dello stilnovismo che angelicano la
donna. Ed in effetti la morale amorosa di Boccaccio viene ad essere proprio
una trasformazione dell’amor cortese, più rivolto, però, all’aspetto
terreno, sensuale, che a quello spirituale, poiché in fondo, qualunque
sacrificio venga affrontato in suo nome, il fine ultimo è poi sempre il
congiungimento carnale tra l’uomo e la donna.
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