E’ una bella cittadina Como, collocata al centro di una
conca verde, sull’omonimo lago, a ridosso del confine italo- svizzero,
antichissima, fondata ancor prima di Roma dai galli orobii, e
ribattezzata nel ’50 a.C. Novum Comum da Giulio Cesare. E furono
proprio i Romani i primi turisti a scoprire la bellezza del luogo e a
farne un soggiorno incantevole per le loro truppe. Da allora i turisti
hanno continuato, attraverso i secoli, ad affluirvi, richiamati dal
fascino esercitato dalla zona, dal clima dolce, ed anche dalle
suggestioni degli echi manzoniani.
La scoperta di Como non può muovere che da Piazza Cavour, dalla quale
si gode la veduta panoramica del lago. Da questo punto di partenza si
accede al centro storico della città
che si stende a forma di quadrilatero, circondato da mura risalenti al
XII secolo; qui, soprattutto in via Odescalchi, Adamo del Pero, Vitani e
Olginati, sono concentrati molti edifici risalenti al medioevo, con
palazzi in pietra grigia, dall’aspetto un po’ severo, ma che
nascondono all’interno le bellissime corti attentamente restaurate
negli ultimi anni.
In via Volta, un tempo cuore della nobiltà locale, dove si trova anche
la casa di Alessandro Volta, l’inventore della pila, gli edifici sono
invece in stile neoclassico. In Piazza del Duomo troviamo tre importanti
monumenti: il Broletto, un edificio del Duecento, poi ricostruito nel
Quattrocento in seguito ad un incendio che lo aveva quasi distrutto, con
un portico dove un tempo si tenevano le assemblee popolari, la Torre
civica, rifatta nelle linee originarie nel 1927, e il Duomo, la cui
edificazione si protrasse dal 1396 al 1740, per questo riflette nella
struttura i diversi stili avvicendatisi nei secoli, con una elegante
cupola opera di Filippo Juvarra, che fu ripristinata nelle linee
originarie dopo un incendio, nel 1935. All’interno del Duomo sono
conservate numerose opere d’arte, con dipinti di Bernardino Luini e
Gaudenzio Ferrari ,e arazzi del ‘500 e del ‘600.
In via Vittorio Emanuele c’è l’abside di San Fedele, basilica
romanica del XII secolo, edificata su un tempio paleocristiano del VI
secolo, che presenta sul portale posteriore rilievi di mostri e figure
fantastiche. Al termine di questa via si trovano anche i Musei civici,
nei palazzi Giovio e Olginati, la Pinacoteca comunale, che contiene una
sezione dedicata alla pittura dal XIV al XVIII secolo ed un’altra alle
opere d’arte tra Ottocento e Novecento, dipinti di pittori astrattisti
del gruppo Como e disegni dell’architetto futurista comasco Antonio
Sant’Elia.
Poco distante è possibile ammirare la Torre di Porta Vittoria, a forma
quadrata, risalente al 1192; insieme con San Vitale e con Porta nuova
era un’antica fortificazione cittadina.
Le suggestioni maggiori di questa bella cittadina provengono,
naturalmente, dalla presenza del lago, l’antico Larius di Virgilio, a
forma di Y rovesciata, disteso tra la Valtellina e la verde Brianza, e
costellato da pittoreschi villaggi come Cernobbio, Blevio, Torno,
Moltrasio, Tremezzo, Griante, Urio, Bellagio, spesso scenari di storie
d’amore romantiche e scandalose.
A Cernobbio, ad esempio, sorge Villa D’Este, un tempo dimora di
nobili. Agli inizi dell’Ottocento l’acquistò Carolina di Brunswick,
principessa del Galles che, dimenticando il suo rango, amò e promosse a
suo ciambellano l’ex-cavallerizzo Bartolomeo Pergami. Lo scandalo
sollevato dall’adulterio portò ad un processo quando Carolina tornò
in patria per reclamare il titolo di Regina. Purtroppo la donna morì
prima di veder riconosciuti i suoi diritti.
E a Torno, nella famosissima Villa Pliniana, il principe Emilio
Belgiojoso, affascinante e con una bella voce da tenore, visse il suo
idillio con Anna Maria, duchessa di Plaisance, che per lui lasciò il
marito e il lusso della vita parigina e poi, dopo otto anni, lasciò
anche il Principe.
Griante, paesello rinomato per i vini, è famoso anche perché Stendhal,
nel suo romanzo La Chartreuse de Parme, vi fece svolgere molte pagine.
Fra Tremezzo e Cadenabbia, invece, c’è la famosa Villa Carlotta, un
grandioso palazzo, con preziose opere d’arte ed un bellissimo parco
con una splendida magnolia, viali fitti di acacie, castagni, bambù,
palme, ciclamini, rigagnoli d’acqua sorgiva, e un pergolato di cedri
ed aranci da paese delle fiabe.
Cosi puntellato da questi caratteristici paesini, il lago, sia di sera,
quando le luci si riflettono moltiplicate nelle acque, sia alla luce
diurna, quando i raggi del sole riverberano tra le onde increspate, sia
quando la nebbia sale a velarlo dolcemente, è davvero ricco di fascino
e d’incanto.
Un turista eccellente, Giovanni Verga, così si espresse sul lago di
Como: E’ come un sogno in mezzo a cui passate…voi vi chinate sul
parapetto a mirare le stelle che ad una ad una principiano a riflettersi
sulla tranquilla superficie del lago, e appoggerete la fronte sulla mano
sentendovi sorgere in petto dal pari ad una ad una tutte le cose care e
lontane che ci avete in cuore e dalle quali non avreste voluto
staccarvi mai.
Il lago di Como, luogo romantico per eccellenza, prediletto dai poeti e
dagli innamorati, anche se oggi è completamente urbanizzato, continua
ad essere quel luogo incantevole scoperto dai Romani. Le sue acque
azzurre, calme, tranquille, appena increspate nel primo pomeriggio dalla
carezza della breva, la brezza delle Alpi, adorne di boschetti di
lauri spioventi, si lasciano solcare dolcemente; in cinque o sei ore è
possibile percorrerlo tutto col battello a vapore che zigzaga lento da
una riva all’altra conducendo alla magica scoperta di boschi che
s’arrampicano sui verdi pendii, di cascatelle che discendono come fili
argentati, di caratteristiche chiesette, di villini seminascosti dalla
vegetazione, di belle ville cinquecentesche e di antichi borghi che
racchiudono testimonianze storiche d’inestimabile valore.