Dal libro “Donne protagoniste”
di Francesca Santucci

Edizioni Il Foglio, maggio 2004

 

Berthe Morisot

( 1841-1895)

 

 

 

 

 

 

Fu nel 1868 che Manet conobbe Berthe Morisot e la sorella durante una seduta di copia al Louvre; qualche tempo dopo così commentò: Le signorine Morisot sono incantevoli, peccato che non siano uomini.
Berthe era bella e giovane; Manet rimase affascinato dal suo incantevole aspetto sin dal loro primo incontro e la ritrasse spesso come figura di rilievo nei suoi quadri, la giovane, però, smise di posare per lui dopo il matrimonio con il fratello del pittore, Eugène.
Ma Berthe non era solo una bella modella, era una pittrice di grande talento ed aveva studiato con Camille Corot, artista di notevole valore.
Nata in provincia,  nel 1841, da una famiglia dell'alta borghesia, pronipote del pittore Fragonard, crebbe a Parigi.
Per qualche tempo, insieme alla sorella Edma, studiò pittura  con Chocarne e poi con Guichard, allievo di Ingrès e di Delacroix, che la indirizzò verso la pittura tradizionale del primo Ottocento francese e la spinse alla copia dal vero dei capolavori del Louvre.
Dopo l'incontro con Corot fu stimolata a dipingere en plein air, e non nello studio, come voleva il suo maestro, Guichard. Successivamente conobbe poi Manet, Renoir e Monet, con i quali strinse un'amicizia profonda e duratura, che influì anche sugli sviluppi successivi della sua arte.
Berthe ammirava profondamente Manet, perciò cercò la sua amicizia e la sua guida e, spesso, ne subì anche l'ingombrante influenza; fu Manet a sottrarla all'influenza di Corot, esortandola ad uno stile più fermo e sicuro, ma anche Manet apprese da lei. Fu Berthe, infatti, a persuaderlo a dipingere en plein air e ad utilizzare una pennellata rapida e sgranata e tutta la tavolozza dei colori, specialmente quelli più solari e luminosi, abbandonando il nero, che  Manet vedeva come una forza positiva della sua pittura ma che gli Impressionisti avevano bandito per rendere le loro tele piene di luce.
Berthe Morisot fu la prima donna ad unirsi alla cerchia degli Impressionisti, esponendo alla loro mostra e suscitando così le critiche del maestro Guichard che considerava l'ambiente  "pernicioso" e che le suggeriva di esercitarsi al Louvre nella copia dal vero, ma la pittrice continuò nel suo percorso artistico, dedicandosi a ritrarre con colori luminosi donne e bambini colti negli atteggiamenti più teneri, prediligendo come modella la figlia Julie, e trasformando, insieme al marito, la sua casa in un luogo d'incontro di intellettuali ed artisti come Zola, Mallarmé, Renoir, Monet e Degas.
Specializzata soprattutto nell'esecuzione di dolci scenette intime, domestiche e familiari, dipinte in un delicato stile impressionista, ebbe sempre come tema prediletto la figura umana  colta nella dimensione privata.
Caratteristiche fondamentali del suo stile rimasero per tutta la vita, anche nelle opere più tarde, la naturalezza, la spontaneità e la dolcezza, caratteristiche che contrastavano non poco col suo reale carattere, così descritto dal poeta Paul Valéry:
Quanto alla sua personalità si sa che fu tra le più rare e riservate; distinta per natura; facilmente, pericolosamente silenziosa; senza saperlo imponeva a tutti coloro che l'avvicinavano, se non erano i grandi artisti del suo tempo, una distanza inesplicabile...
Berthe amò sempre confrontarsi con gli altri artisti e sperimentare, esulando dalle regole della pittura convenzionale, e solo intorno agli anni '90 sottopose i suoi lavori ad un più rigoroso controllo formale, nel timore di dissolvere troppo gli oggetti nei giochi di luce; testimonianza di ciò e il suo Ritratto di madame Sernicoli in poltrona.
Nel 1892 Eugéne morì. La morte del marito scosse profondamente Berthe, che cominciò a distaccarsi dalla pittura e, pur essendo solo cinquantenne,  a subire un precoce invecchiamento fisico, evidente nel ritratto Berthe Morisot e sua figlia Julie, ove l'artista appare malinconica, con i capelli bianchi e il volto segnato dalla stanchezza.
Fasi alterne ha avuto la fortuna critica di Berthe Morisot, come in generale per tutti i pittori impressionisti, spesso ritenuta solo una pittrice del bel mondo, dunque non una professionista, ma oggi la sua considerazione è completamente ribaltata ed innegabile resta il contributo che apportò al movimento  impressionista: lo charme, il lirismo e la delicatezza, che hanno contribuito a segnalarla, insieme a Mary Cassatt, come la pittrice più importante del diciannovesimo  secolo.

 

Francesca Santucci