L'amministrazione
assennata delle donne
|
di Marinella Fiume
|
Dovervi relazionare su
un tema apparentemente semplice come "L'assennata
|
amministrazione delle
donne", all'interno di un tema più generale che, a
prima
|
vista, può far paura
"La città Felice", mi ha riempito
inizialmente d'ansia, come
|
quando, ogni semestre,
presento al Consiglio la relazione della Giunta che
presiedo
|
e vengo assalita
dall'angoscia dei resoconti. Primo tra tutti : - Mio
Dio, cosa ho
|
fatto in questi sei
mesi di intenso lavoro ? Non ho fatto niente, ho
fatto tropp |
poco, non ho potuto
conseguire i risultati che mi ero prefissata ! Poi mi
metto di
|
buon buzzo a
riflettere, a cercare di ricordare e di tracciare un
bilancio, decido che
|
devono parlare per me i
fatti , le cose effettivamente realizzate, e mi accorgo
che
|
non mi bastano le
pagine e che avrei bisogno di più di una seduta di
Consiglio
|
Comunale. Emergono da
qui due elementi nuovi :
|
1) un linguaggio, il
livello massimo della produzione simbolica che segna,
marca la
|
differenza con gli
uomini, totalmente diverso da quello in cui si traduce
la com-
|
petizione per il
potere, ma piuttosto, indirizzato a dare risposte a
desideri ed
|
esigenze diffusi ;
|
2) il meccanismo che
aziona l'ansia è sintomatico del fatto che c'è uno
scommet-
|
tersi di tutta me
stessa, un provarsi, alzando sempre più il livello
della contratta-
|
zione intcriore. Questa
esperienza amministrativa si armonizza con le altre
|
esperienze personali e
di relazione, senza rappresentare una cesura e senza
schi-
|
zofrenia, anche se
rappresenta un'esperienza che assorbe completamente,
quasi
|
esclusivamente, una
specie di perno intorno al quale ruota e si sviluppa la
mag-
|
gior parte delle altre
relazioni. Mentre mi pareva di star divagando, siamo già,
|
credo, entrati nel
tema, nella ricerca, cioè, della cifra che rende
rappresentazione
|
visibile la novità
determinata dal numeroso afflusso di donne, più o meno
nasco-
|
ste dietro le sigle e
le alleanze più disparate e variegate, in quest'ultima
tornata
|
elettorale, con
l'elezione diretta dei sindaci, al governo delle nostre
città, specie
|
in una Sicilia i cui
stereotipi interpretativi classici sembrerebbero in
contraddi-
|
zione con ciò.
Parliamo del simbolo e del nome scelto per
l'aggregazione : in un
|
tavolo serioso di venti
uomini e di tré donne, è toccato alle ultime
scegliere,
|
dopo aspre battaglie,
il nome della coalizione e il simbolo : è venuto fuori
|
"Condividere i
valori", che, certo, sarà un po'
intellettualistico, ma esprimeva la
|
volontà di restituire
il valore perduto alla politica e di aggregarsi non
tanto in-
|
torno a progetti o a
programmi economici, quanto intorno a valori che vedeva-
|
no la politica come il
luogo dell'onestà, della civiltà, della socialità,
della
|
solidarietà, con un
taglio netto rispetto al passato. Questo taglio netto,
questa
|
assoluta novità poteva
essere rappresentata da soggetti nuovi prima invisibili
|
istituzionalmente, ma
non politicamente, in quanto avevano condiviso o guidato
|
momenti alti di impegno
nella lotta politica per i servizi, per la salute,
contro la
|
mafia. Insomma, ci
volevano le donne, coi loro valori, per riguadagnare
alla
|
politica la credibilità
perduta. Per simbolo fu scelto, ancora da noi donne, un
bel
|
papiro stilizzato, di
quello che cresce spontaneo nella riserva naturale del
fiume
|
Fiumefreddo che
volevamo restituire alla fruizione della gente,
valorizzare e
|
sottrarre alla
cementificazione selvaggia. Anche qui la natura fu una
scelta fem-
|
minile, piuttosto che
"verde". Da qui partì quella rivoluzione
simbolica del lin-
|
guaggio che poi ci
portammo dietro nella pratica di governo, rivoluzionando
il
|
consueto linguaggio
parlato nei suoi luoghi canonici dove portammo il senso
|
libero della nostra
differenza, non condizionato dall'appartenenza partitica
di
|
alcune di noi e che,
anzi, portò qualche sconcerto e rapporti conflittuali
anche
|
con le forze politiche
che ci avevano sostenuto. Per la verità, la possibilità
di
|
esprimersi liberamente
fu una pratica che facilmente seguirono anche gli uomini
|
(che sapevano bene a
cosa andavano incontro...), che cooptammo nell'attività
|
amministrativa, coi
quali il dialogo è diretto, non competitivo, franco e
persino
|
allegro, anzi, la cosa
più bella di questa esperienza è il rapporto con i
colleghi
|
della Giunta, coi quali
siamo accomunati dalla sofferenza delle sconfitte,
|
dall'euforia delle
vittorie, dalla comunanza della lotta, autentico spirito
di squa-
|
dra, insomma. Il
vicesindaco è un uomo "speciale", perché
ignora la violenza
|
|
verbale, è sempre
tollerante, nel senso che ha sempre presente le ragioni
degli
|
altri, si lascia
prendere dall'entusiasmo ma non rinuncia mai ad usare la
testa ; sa
|
coniugare la tenerezza
con l'autorevolezza. L'assessore alle politiche sociali,
|
Maria Parisi, ha sulle
spalle l'impegno più grosso della nostra
amministrazione,
|
in quanto la solidarietà
e le politiche sociali sono la cosa più significativa
del
|
nostro programma. Lei
non è solo una collega di Giunta, ma l'amica, la compa-
|
gna di tante lotte
anche prima di quest'ultima. Il nostro ingresso nel
Palazzo
|
municipale ebbe lo
stesso effetto di un uragano : non fummo ben accolti da
una
|
burocrazia arruolata
con sistemi clientelari dalla vecchia classe politica
sconfitta.
|
Ad ogni spostamento di
funzionari, per eliminare vecchi radicamenti, seguivano
|
intimidazioni, minacce
di morte, incendi di' scuole ed immobili comunali. Si
|
comprendeva che il
pericolo oscuro per loro era un pericolo sessuato : lo
dimo-
|
strò la bambola
imbrattata di vernice rossa che ricevetti come
"simpatico" dono.
|
Fu difficile affermare
una autorevolezza che non voleva essere autoritarismo o
|
gestione decisionista
del potere, ma riconoscimento collettivo. Ebbi il
sospetto
|
di non essere quello
che si dice "un affare" per i cittadini :
invece di costruire,
|
bisognava ricostruire
quello che veniva distrutto di volta in volta. Non tutti
i
|
mali vennero per
nuocere : la squadra dell'ufficio tecnico cominciò ad
abituarsi
|
al lavoro di
manutenzione e ristrutturazione degli immobili, lavoro
che non ha
|
avuto più fine, si
partì dalle scuole e poi dall'autoparco, per finire ai
marciapie-
|
di, alle strade. Si capì
che non esistevano intoccabili, chi potè affrettò la
pensio-
|
ne, chi rimase sapeva
che il clima era completamente mutato e che non
|
esistevano privilegi
consolidati, chi non capì e continuò ad agire
nell'illegalità fu
|
denunciato alla
Magistratura. Altri rimasero cooptati in questo nostro
nuovo
|
progetto e rendono ora
ai cittadini servizi più efficienti che nel passato. Si
co-
|
minciò a perseguire
una politica basata sul risanamento del bilancio e sul
repe-
|
rimento di strade
alternative per l'ottenimento di fondi, sulla
definizione di
|
annosi contenziosi. La
pulizia della casa è un po' la fissazione delle donne,
per
|
noi diventò una
fissazione la pulizia della città, tra i primi acquisti
si comprò un
|
|
nuovo compattatore per
i rifiuti solidi urbani e, primi in Provincia di
Catania,
|
awiammo la raccolta
differenziata delle lattine, dei tarmaci scaduti, della
carta,
|
del vetro, delle
batterie scariche, dei rifiuti pericolosi e
infiammabili. La voce più
|
consistente del
bilancio fu dedicata ai Servizi sociali, si riaprì il
Centro diurno
|
chiuso da anni, si
appaltò il servizio di assistenza nel Centro, oltre al
servizio di
|
assistenza domiciliare
agli anziani e agli inabili, si avviarono progetti per
le poli-
|
tiche giovanili e per
la prevenzione primaria delle tossicodipendenze, si
collabo-
|
rò con le associazioni
di volontariato per il recupero dell'evasione
scolastica,
|
per i ragazzi dei
quartieri a rischio, si aprirono alle manifestazioni
culturali luo-
|
ghi come il parco
comunale, la riserva di Fiumefreddo, si arricchì la
biblioteca
|
che vede al suo interno
presentazioni di libri, dibattiti, ecc. ; si
valorizzarono i
|
gruppi di giovani
artisti locali. Imparammo competenze nuove e
impensabili,
|
rimpiansi molte volte
ora di non essere un avvocato amministrativa, ora un ur-
|
banista ecc.. Malgrado
qualche momento di depressione, per la verità brevissi-
|
mo, non abbiamo perso
mai l'entusiasmo e la passione, mai siamo stati tentati
di
|
diventare tecnici,
sacrificando i sentimenti, le aspettative, gli affetti,
le aspirazio-
|
ni, la ricchezza degli
scambi con la gente. Il momento principale della mia
atti-
|
vità, infatti è
quello di relazione. La scelta diretta e l'autorevolezza
riconosciuta
|
inducono nella gente
quella fiducia atta a instaurare un rapporto intenso.
Questo
|
ci riempie di un grosso
senso di responsabilità. La gente, in questo periodo,
|
viene a chiedere
soprattutto un diritto negato, quello al lavoro, ma, a
partire da
|
qui, vengono fuori
tutte le problematiche relative alla loro esistenza per
le quali
|
avvertono il nostro
interesse. Ciò provoca in noi da un lato un senso di
gratifi-
|
cazione, dall'altro di
frustrazione per l'impossibilità dell'Ente locale di
risolvere,
|
da solo, i grandi
problemi socio-economici che dipendono da scelte che non
si
|
fanno in periferia.
Tuttavia, nessuno viene lasciato senza prospettive,
viene data
|
a tutti la possibilità
di aggredire i problemi secondo un'ottica nuova, secondo
le
|
nuove forme che si
profilano all'orizzonte, ad esempio alle risposte che il
lavoro
|
autonomo e le nuove
professioni possono dare ai giovani, nell'attuale crisi
del
|
|
lavoro dipendente,
prima visto come unica prospettiva dai giovani
meridionali ;
|
viene loro indicata e
concretamente illustrata la prospettiva del lavoro
coopera-
|
tivo, orientale, ad
esempio, ai servizi socio - assistenziali e di cura.
Questo non
|
significa che si trova
un lavoro a quanti ne hanno bisogno, magari ! che, anzi,
si
|
fa loro comprendere
come questo diritto non vada chiesto come un favore, ma-
|
gari da ripagarsi con
il voto, ma ci si organizzi perché sia un diritto di
tutti. So-
|
no particolarmente
seguiti i problemi dei minori affidatici dal tribunale,
delle
|
ragazzi madri e delle
famiglie con disagio, detenuti, ex detenuti, portatori
di
|
handicap, che si è
deciso di assistere con i magri fondi comunali, visto
che la
|
Regione ha tagliato i
fondi di questo capitolo. E' necessario in ogni caso
cercare
|
di offrire soluzioni ai
problemi dei singoli, e ciò è possibile spesso facendo
ap-
|
pello alle risorse
della fantasia e della creatività, doti particolarmente
utili alle
|
amministratrici in
questa fase delicata di crollo di vecchi istituti,
conseguente
|
alla crisi del
patriarcato, che da alcune è vista addirittura come
fine di questo
|
dominio, e del sistema
della delega. Per concludere, un appello e un ringrazia-
|
mento alle amiche di
Agave : un ringraziamento per avermi invitata a
discutere e
|
confrontarci, un
appello perché non lascino sole le amministratrici che,
nel bene
|
e nel male, sono
servite a tutte le altre donne come testa d'ariete per
spezzare
|
un vecchio sistema
amministrativo.
|
|
|
|