Iginio Ugo Tarchetti e la  Scapigliatura

                     sito letterario di Francesca Santucci

 

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Per amore dell'arte cui gli agi sacrificò, ebbe quotidiani dolori, morte

 precoce; onestamente libero dilesse, compatì, fu amato e compianto;

pose affrettato nei libri parte dell'anima cupida dell'infinito.

(epitaffio di Lionello Patuzzi)

Biobibliografia

 

 

Iginio Pietro Teodoro Tarchetti nacque a San  Salvatore Monferrato il 9 giugno 1839. Quinto di otto figli di una famiglia agiata anche se, per vari lutti ,  sventuratissima come scrisse l’amico e biografo Salvatore Farina , compì studi classici presso i Padri Comaschi. Alla fine del liceo classico si arruolò nell’ Esercito ed iniziò la sua breve e tempestosa carriera di ufficiale nel Commissariato militare.
Nel 1861 fu inviato con il proprio reggimento a Foggia, e quindi a Lecce, a Taranto e a Salerno, per la repressione del brigantaggio meridionale. 
Nel 1863 ottenne il trasferimento a Varese e qui conobbe Carlotta Ponti, con la quale  iniziò  una relazione amorosa (osteggiata dal padre della giovane che arrivò a minacciarlo con la pistola), che durò circa un anno e di cui resta traccia nel fitto epistolario, importante non solo come testimonianza del legame affettivo, ma anche per la ricostruzione degli spostamenti dell’autore e delle vicenda letteraria. Frequenti sono, infatti,  nelle lettere gli accenni ai viaggi per dovere d’ufficio a Como, Milano,  Alessandria, Torino, oltre che a San  Salvatore, e alle opere in elaborazione, soprattutto  versi, poi confluiti  nei  "Canti del cuore" e  pubblicati saltuariamente prima della stampa postuma.
Fu negli anni 1863-65 che maturarono le sue esperienze più importanti: terminata la travagliata  relazione con Carlotta, gli affanni maggiori gli derivarono dall’impiego militare e dall'insofferenza per la disciplina, acuitasi soprattutto dopo il periodo trascorso nell’ Italia meridionale, durante il quale si era rafforzato  il suo fondamentale antimilitarismo che, non di rado, gli aveva procurato punizioni.
Nel 1864 ottenne un’aspettativa per motivi di salute; si recò a  Milano, e qui avviò, con alcuni amici, un cenacolo letterario e, come riferì Salvatore Farina, in omaggio ad Ugo Foscolo, assunse  il secondo nome di Ugo (già talvolta usato nella corrispondenza con Carlotta).
Il 31 ottobre 1865  sulla “ Rivista minima “ pubblicò le "Idee minime sul romanzo"  e, nel mese di novembre, proprio pochi giorni dopo l’inizio della pubblicazione di "Paolina" sulla stessa rivista, fu richiamato in servizio e destinato a Parma , dove intrecciò una “ scandalosa “ relazione con la parente di un suo superiore, Carolina  (o forse Angiolina ), una donna epilettica di cui rimane traccia nella protagonista del romanzo " Fosca".
Congedatosi dall’Esercito, ritornò a Milano e qui, insieme agli amici scapigliati della “ Rivista minima “,  e di altri giornali, cominciò a condurre una vita disordinata e turbolenta, ma anche  letterariamente impegnata, alternando fughe a Torino e a San  Salvatore alla frequentazione di salotti borghese, come quello della contessa  Maffei,  e delle redazioni dei periodici radicali come il “ Gazzettino rosa “.
Amico di Achille Bizzoni e Felice Cameroni, oltre che di Salvatore Farina e di Leone Fortis e,  in genere dei coetanei scapigliati, per qualche tempo fece parte della redazione dell’ “Emporio pittoresco “, pubblicando diversi articoli. Intanto, oltre alle  novelle e  ad alcune poesie, pubblicò a puntate su "Il Sole"  il romanzo antimilitarista  "Drammi della vita militare .Vincenzo D*** ,  Una nobile follia ".
Fra il 1868 e il ’69 visse ospite dell'amico
Salvatore Farina , che spesso lo aiutò anche economicamente;  il 25 marzo 1869, con il fisico già minato dalla tisi,  per un attacco di febbre tifoide si aggravò e  morì in casa del Farina. 
L'indomani, su il “ Pungolo “, insieme alla 30° puntata di Fosca, il romanzo  Fosca, mancante del  capitolo XLVIII, fu poi  completato dal Farina) , uscì  anche il suo necrologio:
 E’ morto dopo aver lungamente, coraggiosamente e dignitosamente lottato contro le brutali realtà della vita, nemiche accanite all’arte e alle sue manifestazioni…
Nemmeno dopo la morte lo abbandonarono gli amici: al suo modesto funerale partecipò anche la contessa Clara Maffei, e nel  1871, Emilio Praga compose in suo onore la poesia  "Sulla tomba di I. U. Tarchetti".

 

Opere principali per date di pubblicazione postuma:

Canti del cuore (1865)

Paolina (1865)

Una nobile follia (1866)

Racconti vari  (1867-68)

Pensieri (1868)

Racconti fantastici (1869)

L'amore nell'arte (1869)

Storia di una gamba (1869)

L'innamorato della montagna (1869)

Fosca (1869)

Disjecta (1879)

 

Opere consultate:

La voluttà crudele, Fantastico e malinconia nell'opera di Iginio Ugo Tarchetti, di A. M. Mangini, Carocci editore, Giugno 2000

Iginio Ugo Tarchetti e la Scapigliatura, atti del convegno, S. Salvatore Monferrato 1/3 ottobre 1976

La letteratura italiana per saggi storicamente disposti, di L. Caretti e G. Luti, edizioni Mursia, 1973

Tutte le opere di Iginio Ugo Tarchetti, 2 voll, a cura di E. Ghidetti, Bologna, Cappelli, 1967

La scapigliatura "Un mondo perduto", a cura di Lorenzo Gigli,  Edizioni del Dopolavoro, dicembre 1957

"Narrativa", Antologia mensile di Racconti, Tosi editore, 1 dicembre 1949

Le più belle pagine di E. Praga, Tarchetti e Arrigo Boito" scelte da Marino Moretti, Fratelli Treves, editori, 1926

Care ombre (La mia giornata), di Salvatore Farina, S.T.E.N.Torino, 1913

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