Per amore dell'arte cui gli agi
sacrificò, ebbe quotidiani dolori, morte
precoce; onestamente libero dilesse,
compatì, fu amato e compianto;
pose affrettato nei libri parte
dell'anima cupida dell'infinito.
(epitaffio di Lionello Patuzzi)
Biobibliografia
Iginio Pietro Teodoro
Tarchetti nacque a San Salvatore Monferrato il 9 giugno
1839. Quinto di otto figli di una famiglia agiata anche se, per
vari lutti , sventuratissima come scrisse l’amico e
biografo
Salvatore
Farina
, compì studi
classici presso i Padri Comaschi. Alla fine del liceo classico
si arruolò nell’ Esercito ed iniziò la sua breve e tempestosa
carriera di ufficiale nel Commissariato militare.
Nel 1861 fu inviato con il proprio reggimento a Foggia, e quindi
a Lecce, a Taranto e a Salerno, per la repressione del
brigantaggio meridionale.
Nel 1863 ottenne il trasferimento a Varese e qui conobbe
Carlotta Ponti, con la quale iniziò una relazione
amorosa (osteggiata dal padre della giovane che arrivò a
minacciarlo con la pistola), che durò circa un anno e di cui
resta traccia nel fitto epistolario, importante non solo come
testimonianza del legame affettivo, ma anche per la
ricostruzione degli spostamenti dell’autore e delle vicenda
letteraria. Frequenti sono, infatti, nelle lettere gli accenni
ai viaggi per dovere d’ufficio a Como, Milano, Alessandria,
Torino, oltre che a San Salvatore, e alle opere in
elaborazione, soprattutto versi, poi confluiti nei
"Canti del
cuore" e pubblicati saltuariamente prima della stampa
postuma.
Fu negli anni 1863-65 che maturarono le sue esperienze più
importanti: terminata la travagliata relazione con
Carlotta, gli affanni maggiori gli derivarono dall’impiego
militare e dall'insofferenza per la disciplina, acuitasi
soprattutto dopo il periodo trascorso nell’ Italia meridionale,
durante il quale si era rafforzato il suo fondamentale
antimilitarismo che, non di rado, gli aveva procurato punizioni.
Nel 1864 ottenne un’aspettativa per motivi di salute; si recò a
Milano, e qui avviò, con alcuni amici, un cenacolo letterario e,
come riferì Salvatore Farina, in omaggio ad Ugo Foscolo, assunse
il secondo nome di Ugo (già talvolta usato nella corrispondenza
con Carlotta).
Il 31 ottobre 1865 sulla “ Rivista minima “ pubblicò le
"Idee minime sul romanzo" e, nel mese di novembre, proprio
pochi giorni dopo l’inizio della pubblicazione di "Paolina"
sulla stessa rivista, fu richiamato in servizio e destinato a
Parma , dove intrecciò una “ scandalosa “ relazione con la
parente di un suo superiore, Carolina (o forse Angiolina ), una
donna epilettica di cui rimane traccia nella protagonista del
romanzo "
Fosca".
Congedatosi dall’Esercito, ritornò a Milano e qui, insieme agli
amici scapigliati della “ Rivista minima “, e di altri
giornali, cominciò a condurre una vita disordinata e turbolenta,
ma anche letterariamente impegnata, alternando fughe a
Torino e a San Salvatore alla frequentazione di salotti
borghese, come quello della contessa Maffei, e delle
redazioni dei periodici radicali come il “ Gazzettino rosa “.
Amico di Achille Bizzoni e Felice Cameroni, oltre che di
Salvatore Farina e di Leone Fortis e, in genere dei
coetanei scapigliati, per qualche tempo fece parte della
redazione dell’ “Emporio pittoresco “, pubblicando diversi
articoli. Intanto, oltre alle novelle e ad alcune poesie,
pubblicò a puntate su "Il Sole" il romanzo antimilitarista
"Drammi della vita militare .Vincenzo D*** ,
Una nobile
follia ".
Fra il 1868 e il ’69 visse ospite dell'amico
Salvatore
Farina
, che spesso lo aiutò
anche economicamente; il 25 marzo 1869, con il fisico già
minato dalla tisi, per un attacco di febbre tifoide si
aggravò e morì in casa del Farina.
L'indomani, su il “ Pungolo “, insieme alla 30° puntata di
Fosca, il romanzo
Fosca, mancante del capitolo XLVIII, fu poi
completato dal Farina) , uscì anche il suo necrologio:
E’ morto dopo aver lungamente, coraggiosamente e
dignitosamente lottato contro le brutali realtà della vita,
nemiche accanite all’arte e alle sue manifestazioni…
Nemmeno dopo la morte lo abbandonarono gli amici: al suo
modesto funerale partecipò anche la contessa
Clara Maffei, e nel 1871, Emilio Praga compose in suo
onore la poesia "Sulla
tomba di I. U. Tarchetti".
Opere principali per date di
pubblicazione postuma:
Canti del
cuore (1865)
Paolina
(1865)
Una nobile
follia (1866)
Racconti
vari (1867-68)
Pensieri
(1868)
Racconti
fantastici (1869)
L'amore
nell'arte (1869)
Storia di
una gamba (1869)
L'innamorato
della montagna (1869)
Fosca
(1869)
Disjecta
(1879)
Opere
consultate:
La
voluttà crudele, Fantastico e malinconia nell'opera di Iginio
Ugo Tarchetti, di A. M. Mangini, Carocci editore, Giugno 2000
Iginio
Ugo Tarchetti e la Scapigliatura, atti del convegno, S.
Salvatore Monferrato 1/3 ottobre 1976
La
letteratura italiana per saggi storicamente disposti, di L.
Caretti e G. Luti, edizioni Mursia, 1973
Tutte le
opere di Iginio Ugo Tarchetti, 2 voll, a cura di E. Ghidetti,
Bologna, Cappelli, 1967
La
scapigliatura "Un mondo perduto", a cura di Lorenzo Gigli,
Edizioni del Dopolavoro, dicembre 1957
"Narrativa", Antologia mensile di Racconti, Tosi editore, 1
dicembre 1949
Le più
belle pagine di E. Praga, Tarchetti e Arrigo Boito" scelte da
Marino Moretti, Fratelli Treves, editori, 1926
Care
ombre (La mia giornata), di Salvatore Farina, S.T.E.N.Torino,
1913
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