La scapigliatura nell'arte
Il fenomeno della scapigliatura, che si
sviluppò negli anni '70 e'80 , ma anche nei due decenni
successivi, caratterizzato da atteggiamenti anticonformistici e
rifiuto delle regole e delle convenzioni borghesi,
costituito da intellettuali accomunati dalla dichiarata volontà
di sovvertire le regole e dal gusto della trasgressione, non
interessò soltanto la letteratura e la poesia, il costume e la
vita sociale, ma investì anche le arti figurative.
Gli artisti della scapigliatura, sia i
pittori che gli scultori, nella loro ricerca ebbero come
tema dominante gli effetti di luce, ombra e colore, sgranando le
figure e diluendone i contorni nell'atmosfera, in una
suggestione vicina a quella degli Impressionisti, ai quali molti
critici accostarono gli scapigliati, tuttavia la loro arte
s'inserisce nella vicenda del Realismo italiano e in quella
delle esperienze antiaccademiche della pittura lombarda.
Sugli artisti scapigliati notevole influenza fu esercitata dai
modelli del Piccio che, interessato soprattutto al paesaggio
liricamente descritto, suggerito piuttosto che descritto,
amò ritrarre gli scenari fluviali del Po e dell'Adda, e
del Faruffini, molto vicino alla sensibilità luministica degli
Scapigliati e partecipe negli anni '60 del clima che generò la
nascita della Scapigliatura.
Tra gli artisti più rappresentativi della Scapigliatura, le cui
esistenze, all'insegna del genio e della sregolatezza, pure
furono segnate da tragici destini, sono da ricordare
Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni.
Tranquillo Cremona, morto precocemente di setticemia, profondo
conoscitore della pittura veneta del Cinquecento, esordì con
un'iniziale impostazione verista alimentata dai principi di
cromatismo e luce della pittura meridionale; inizialmente
predilesse ritrarre soggetti tipici della pittura storica
romantica, ma poi approdò ad un'intensa attività di ritrattista,
cogliendo in profondità i caratteri dei personaggi dipinti.
Daniele Ranzoni, contrariamente a Cremona, individuò subito nel
ritratto il suo tema privilegiato, avviando e approfondendo
negli anni la ricerca luministica, però, negli ultimi anni della
sua vita, prima di sprofondare nella solitudine e nella
malattia, affidò la descrizione di paesaggi amati e familiari, i
"paesaggi dell'anima", ad un'interpretazione lirica, con una
pittura delicata, lieve ed essenziale.
Francesca
Santucci
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