Appartiene
alla
seconda
metà
del
Duecento
la
summa
della
concezione
cortese
della
vita,
sintesi
della
duplice
tradizione
provenzale
e
francese,
le
Roman
de
la
Rose,
poema
allegorico-narrativo
francese,
in
due
libri
in
ottonari
rimati,
scritti
da
due
autori
in
tempi
successivi,
da
Guillaume
De
Lorris,
che,
intorno
al
1230,
compose
i
primi
4000
versi,
e
da
Jean
De
Meung,
che,
circa
quarant'anni
dopo,
aggiunse
18
mila
versi.
Guillaume
De
Lorris,
del
quale
si
conosce
solo
il
nome
e
che
pare
avesse
scritto
questo
libro
per
compiacere
la
donna
amata,
fu
un
codificatore
dell'amor
cortese
e
improntò
il
libro
ad
una
sorta
di
ars
amandi.
Jean
Chopinel,
nato
a
Meung-sur-Loire,
poeta-filosofo
che
tradusse
anche
Boezio,
con
una
disposizione
più
filosofica
sottolineò
soprattutto
gli
aspetti
che
potessero
interessare
gli
spiriti
colti
del
tempo,
e
dunque
i
problemi
storici,
sociali
ed
etici,
come
la
ricchezza,
la
libertà,
il
matrimonio,
la
nobiltà.
Entrambi
gli
autori
caricarono
di
simboli
il
poema
della
ricerca
della
Rosa,
ma
Lorris
narrò
un
sogno,
De
Meung
disquisì
filosoficamente,
tanto
che
fu
osservato
che
"Jean
de
Meung
toccando
la
rosa
di
Guillaume
de
Lorris
l'aveva
fatta
avvizzire”.
Nella
prima
parte
del
poema
l'io
narrante
descrive
le
vicende
della
sua
conquista
della
Rosa,
che
simboleggia
l'amata.
Nel
giardino
del
Diletto,
regno
di
Amore
e
delle
Virtù,
mentre
guarda
un
bocciolo
di
rosa,
viene
trafitto
da
una
freccia
di
Amore
che,
trapassandogli
l'occhio,
arriva
dritta
al
cuore.
Irrimediabilmente
innamorato
della
Rosa,
promette
di
servire
Amore;
nonostante
Ragione
cerchi
di
dissuaderlo,
segue
i
consigli
di
Amico
e
,
sfidando
gli
ostacoli
posti
sul
suo
cammino
da
Pericolo,
Invidia
e
Malelingua,
con
l’aiuto
di
Buona
Accoglienza
tenta
di
conquistare
l'amata,
riuscendo
ad
ottenere
da
lei
un
bacio,
ma
Invidia
costruisce
un
castello
e
v'
imprigiona
Buona
Accoglienza. Qui
termina
l'opera
di
Guillaume
de
Lorris,
alla
quale
un
anonimo
aggiunse
poi
78
versi
conclusivi.
Quarant'anni
dopo
Jean
de
Meung
riprese
il
poema
scrivendo
18
mila
versi
in
cui,
grazie
all'intervento
di
Natura
e
Genio,
l'esercito
di
Amore
riusciva
a
conquistare
il
castello
e
il
protagonista
della
vicenda
poteva
infine
cogliere
l'oggetto
del
suo
desiderio,
appunto
la
Rosa.
Libro
diffuso
subito
in
tutta
Europa,
e
molto
amato
anche
nei
secoli
seguenti,
riproposto
nei
sonetti
del
Fiore
da
un
certo
ser
Durante,
che
si
ritiene
essere
Dante,
descrive
la
ricerca
di
una
Rosa,
che
rappresenta
l'amata,
alla
quale
si
perviene
solo
dopo
il
superamento
di
ostacoli
ed
impedimenti
personificati,
e
grazie
all'aiuto
delle
virtù
e
dei
pregi,
pure
personificati.
Il
poema,
che
svolge
la
materia
amorosa
e
didattica,
denso
di
simboli,
primo
fra
tutti
la
rosa,
da
cui
prende
il
titolo,
che
simboleggia
la
conoscenza,
la
donna
amata,
l'amore,
è
considerato
anche
il
capolavoro
dell'allegoria
erotica
medievale.
"Lorsque je me fus approché de la rose, je la trouvai un peu grossie, et
remarquai
qu'elle
avait
crû
depuis
que
je
ne
l'avais
vue
de
près
;
elle
s'élargissait
par
en
haut
;
je
vis
avec
plaisir
qu'elle
n'était
pas
ouverte
au
point
de
découvrir
la
graine,
mais
qu'elle
était
encore
enclose
de
ses
feuilles
qui
se
tenaient
droites
et
remplissaient
tout
le
dedans.
Pleine
etépanouie,
elle
était,
Dieu
la
bénisse!,
plus
belle
et
plus
vermeille
qu'auparavant.
Je
m'ébahis
de
la
merveille
et
je
sentis
qu'Amour
m'enlaçait
de
ses
liens
plus
fort
que
jamais."
Quando
mi
fui
avvicinato
alla
rosa,
la
trovai
un
po'
ingrossata,
e
notai
che
era
cresciuta
da
quando
non
l'avevo
vista
da
vicino;
si
allargava
verso
l'alto;
vidi
con
piacere
che
non
era
aperta
al
punto
da
scoprire
il
seme,
ma
era
ancora
chiusa
dalle
sue
foglie
che
si
tenevano
dritte
e
riempivano
tutto
all'interno.
Sbocciata
rigogliosamente,
era,
che
Dio
la
benedicesse!,
più
bella
e
più
vermiglia
di
prima.
Io
stupii
di
meraviglia
e
sentii
che
Amore
m'avviluppava
coi
suoi
legacci
più
forte
che
mai.
"
Dame,
je
ne
puis
;
il
me
faut
servir
mon
maître
qui
me
fera
mille
fois
plus
riche,
quand
il
lui
plaira,
car
il
doit
me
donner
la
Rose,
si
je
sais
bien
la
mériter.
Dans
ce
cas,
je
n'aurai
pas
besoin
d'autres
richesses...
"
Dama,
non
posso;
devo
servire
il
mio
maestro
che
mi
renderà
mille
volte
più
ricco,
quando
gli
piacerà,
perché
deve
donarmi
la
Rosa,
se
io
saprò
ben
meritarla.
In
questo
caso,
non
avrò
bisogno
di
altre
ricchezze.
"Avant
que
je
partisse
de
ces
lieux
où
je
fus
encore
demeuré
volontiers,
je
cueillis
à
grande
joie
la
fleur
du
beau
rosier
feuillu,
et
j'eus
la
rose
vermeille.
Alors
il
fit
jour
et
je
m'éveillai.
"Prima
che
io
m'allontanassi
da
questi
luoghi
in
cui
ancora
volentieri
sarei
rimasto,
colsi
con
grande
gioia
il
fiore
del
bell'albero
di
rosa
frondoso
e
presi
la
rosa
dal
colore
vermiglio.
Allora
albeggiò
e
mi
svegliai.
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