Lettera XXVII
...Ho qui
d'innanzi le tue viole che incominciano ad appassire e un enorme
mazzo di altri fiori ...ma sono fiori mesti, grandi margherite e
vaniglie, tutti fiori di cimitero. Io incomincio a circondarmi
di fiori perché so che morirò presto, e dopo morto nessuno verrà
a coltivarne sulla mia tomba. Sono molto sentimentale stassera,
è questo tempo che mi istupidisce e mi rende malinconico. Se tu
fossi qui! Ah che dolorosa separazione! Come sarebbe bello
questo medesimo tempo che ora ci sembra così triste! Io accendo
qui un gran fuoco, fumo, mi sdraio sopra un miserabile sofà,
scrivo, leggo, piango, canto, guardo il tuo ritratto, e quando
suona la mezzanotte vado a letto, tale è la mia vita di tutte le
sere dopo l'arrivo della posta...Dove saremo fra un anno? Mi
amerai tu ancora? Sì, mi amerai, non è vero? Se mi stimi non
cesserai mai di amarmi. Che mi dicesti stasera? Non ho potuto
intendere. Dici che non vuoi più uscire né rimanere alla
finestra, addio adunque, sarà un amore dei più romanzeschi, mi
piace questo tuo pensiero e allora quando potremo parlarci
proveremo una felicità doppiamente nuova. Ma come starai tanto
tempo senza vedermi? E come potrò resistere io? E' ciò che
vedremo.
Io ti amo, io ti amo, io ti amo. Ama tu pure il tuo aff. amico.
Sabbato ore 10
Aggiungo
poche righe a questa mia scrittati fino da ieri sera...Io ho
bisogno di amarti, in verità, o Carlotta, sento di avere un
cuore capace di amare un universo...Vieni, amami, riempi tu
questo vuoto, questo gran vuoto che sento nel cuore...
Addio, mio angelo, ama e compassiona il tuo Ugo, lascialo nelle
illusioni, lascialo amare, infioragli quanto puoi un'esistenza
che gli è di peso...
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