Iginio Ugo Tarchetti e la  Scapigliatura

                     sito letterario di Francesca Santucci

 

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Lettera XXVII   

...Ho qui d'innanzi le tue viole che incominciano ad appassire e un enorme mazzo di altri fiori ...ma sono fiori mesti, grandi margherite e vaniglie, tutti fiori di cimitero. Io incomincio a circondarmi di fiori perché so che morirò presto, e dopo morto nessuno verrà a coltivarne sulla mia tomba. Sono molto sentimentale stassera, è questo tempo che mi istupidisce e mi rende malinconico. Se tu fossi qui! Ah che dolorosa separazione! Come sarebbe bello questo medesimo tempo che ora ci sembra così triste! Io accendo qui un gran fuoco, fumo, mi sdraio sopra un miserabile sofà, scrivo, leggo, piango, canto, guardo il tuo ritratto, e quando suona la mezzanotte vado a letto, tale è la mia vita di tutte le sere dopo l'arrivo della posta...Dove saremo fra un anno? Mi amerai tu ancora? Sì, mi amerai, non è vero? Se mi stimi non cesserai mai di amarmi. Che mi dicesti stasera? Non ho potuto intendere. Dici che non vuoi più uscire né rimanere alla finestra, addio adunque, sarà un amore dei più romanzeschi, mi piace questo tuo pensiero e allora quando potremo parlarci proveremo una felicità doppiamente nuova. Ma come starai tanto tempo senza vedermi? E come potrò resistere io? E' ciò che vedremo.
Io ti amo, io ti amo, io ti amo. Ama tu pure il tuo aff. amico.

Sabbato ore 10

Aggiungo poche righe a questa mia scrittati fino da ieri sera...Io ho bisogno di amarti, in verità, o Carlotta, sento di avere un cuore capace di amare un universo...Vieni, amami, riempi tu questo vuoto, questo gran vuoto che sento nel cuore...
Addio, mio angelo, ama e compassiona il tuo Ugo, lascialo nelle illusioni, lascialo amare, infioragli quanto puoi un'esistenza che gli è di peso...

 

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